“COSTI QUEL CHE COSTI!”
Parafrasando una sconcertante dichiarazione dell’ex Bertolaso, il ComER tuona al consiglio comunale del capoluogo:” Costi quel che costi lo svuotamento della discarica pericolosa per la salute dei cittadini e la bonifica del territorio circostante si faranno!"
Riceviamo e pubblichiamo integralmente il testo dell’importante documento che sarà letto dal Comitato Emergenza Rifiuti al Consiglio Comunale di Caserta del 7 novembre.
«Premesso che A seguito della apertura della discarica ubicata nella cava Mastropietro, in località Lo Uttaro di Caserta, e dopo il ricorso presentato dai cittadini del villaggio Saint Gobain, rappresentati dall’avvocato Luigi Adinolfi, inoltrato con procedura civile d’urgenza ex art. 700, la giudice Fausta Como, del Tribunale di Napoli, in considerazione del pregiudizio imminente ed irreparabile danno per la salute dei ricorrenti, in data 2 agosto 2007 ordinava all’ACSA CE3 ed al Commissariato di Governo di astenersi dalla gestione e dall’esercizio dell’impianto di discarica; tale attività è rimasta sospesa per solo due giorni e cioè fino all’accoglimento della sospensiva dell’ordinanza del giudice monocratico richiesta dal Commissariato di Governo e motivata dall’interruzione dello sversamento nel sito di stoccaggio di Serre dovuto ai lavori di rifacimento del manto stradale.
Il collegio dei giudici napoletani, nell’ambito dello stesso procedimento, nominava in data 24 agosto il prof. Salvatore De Rosa, docente dell’Università della Calabria, quale Consulente Tecnico d’Ufficio, al fine di relazionare rispondendo a specifici quesiti posti dai magistrati e in particolar modo sul pregiudizio che l’esercizio della discarica comporta per la salute dei cittadini. Il CTU il 15 ottobre 2007 depositava una relazione che confermava in toto l’ordinanza della Giudice Fausta Como e quindi il danno imminente e irreparabile per la salute dei cittadini, oltre a registrare fatti e circostanze nuovi di rilevanza penale e ambientale gravissimi (lavori inesistenti, progetti ripetuti, allocazione del sito, mancata consegna di atti, ecc.);
Rilevato che i cittadini dei Comuni di Caserta, San Nicola
Accertata la carente gestione della discarica dai tecnici del comitato dei garanti dott. Nicola Santagata e dott. Giuseppe Lembo mediante dieci ispezioni effettuate nel sito, nei cui verbali hanno trascritto costanti disfunzioni dell’impianto quali il ristagno di percolato nell’invaso, la mancanza di precauzioni come l’abbattimento delle polveri durante il conferimento, il mancato lavaggio dei camion e l’assenza di personale di controllo in prossimità dell’impianto. E’ stata accertata inoltre la mancata corrispondenza tra quanto sostenuto dall’Ing. Limatola, responsabile della gestione della discarica, e riportato nei codici attribuiti ai rifiuti (FORSU), ed il materiale effettivamente scaricato nel sito, ovvero rifiuti tal quale sia triturati che integri. Ad aggravare la situazione si è aggiunto l’atteggiamento ostruzionistico del Consorzio Acsa ce3 nei confronti del Comitato emergenza rifiuti e la mancata ottemperanza alle richieste dei garanti delle copie dei risultati delle analisi sulle campionature di rifiuti effettuate del laboratorio Chelab incaricato dalla stessa ACSA CE3. E’ palese l’intento di occultare documenti pubblici che dovrebbero essere accessibili a tutti i cittadini in nome del diritto alla trasparenza allo scopo di nascondere la vera natura dei materiali sversati. Dai pochi rapporti di prova della Chelab che per caso siamo riusciti ad ottenere, infatti, il laboratorio definisce i rifiuti che si trovano in discarica talmente pericolosi da non potersi smaltire nemmeno nelle discariche per rifiuti pericolosi.
Considerato che occorre porre in essere atti e azioni utili per salvaguardare la salute pubblica, messa in crisi dalla presenza di quest’ultima discarica che ha ulteriormente compromesso la falda freatica, l’ambiente il paesaggio in continuità con le precedenti discariche esistenti in zona nelle quali sono state sversate migliaia di tonnellate di rifiuti di incerta provenienza e natura.
Visto il pronunciamento del 2 agosto emesso dal giudice del tribunale civile di Napoli Fausta Como così motivato:
1) Mancanza di misure idonee che evitino un grave danno alla salute pubblica e all’ambiente.
2) Nessun cenno nel protocollo d’intesa sulla sicurezza dell’impianto
3) La scelta di una soluzione basata sulla fretta e sull’emergenza a discapito della salute pubblica
4) Trattasi di sito assolutamente inidoneo in quanto inquinato
5) Presenza di inquinamento in tutte le falde acquifere sottostanti
6) Presenza di rifiuti non smaltibili in discarica per l’alta pericolosità (analisi Chelab, carbonio disciolto, ammonio, mercurio)
7) Allestimento della discarica con sovrapposizione di precedenti rifiuti abbancati e sommersi
vista la relazione del CTU che sintetizza le stesse motivazioni elencate nell’ordinanza del giudice
visti i verbali dei garanti Santagata e Lembo e la documentazione fotografica allegata ad essi che accertano la inefficiente gestione del sito da parte del consorzio Acsa Ce3 e le disfunzioni nell’allestimento dell’impianto (evidenziate anche dal CTU) di cui è responsabile il Commissariato di governo
visto il dissenso manifestato pubblicamente dai cittadini che hanno il diritto di vivere in un ambiente salubre ma soprattutto di essere tutelati nella propria salute, cosi come sancito dalla nostra carta costituzionale.
Il Comitato Emergenza Rifiuti si rivolge al Sindaco e a tutto il Consiglio Comunale, indipendentemente dal pronunciamento del collegio dei giudici del Tribunale di Napoli che avverrà dopo l’udienza del 7 novembre p.v., chiedendo di sospendere immediatamente lo sversamento nel sito di discarica illegale per non aggravare ulteriormente uno stato dei luoghi dove è in corso un autentico disastro ambientale e sanitario.
Si chiede dunque al sig. Sindaco di Caserta , nella sua qualità di Ufficiale del Governo, che sovrintende alla emanazione degli atti in materia di sanità e di igiene pubblica, che può adottare provvedimenti contingibili e urgenti in materia di sanità e di igiene al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità dei cittadini, vista l’eccezionalità della problematica:
1. di emettere provvedimenti per la chiusura ad horas della discarica Lo Uttaro di Caserta, l’allontanamento del percolato e la messa in sicurezza dei luoghi;
2. di avanzare richiesta al Commissario per le bonifiche per lo svuotamento dell’impianto dai rifiuti e la bonifica dell’area;
3. di procedere alla rimozione e messa in sicurezza dei rifiuti giacenti nei siti di stoccaggio e di trasferenza ubicati nella stessa località, così come previsto dal Protocollo d’Intesa firmato tra il Commissariato,
4. di avviare immediatamente un piano di raccolta differenziata dei RSU, comprendente l’utilizzo di impianti di compostaggio dell’umido e l’avvio del riciclaggio delle materie in essi contenute attraverso i contratti con i consorzi, in modo da raggiungere almeno la percentuale prevista dalle vigenti normative;
5. di bloccare qualsiasi ampliamento cosi come siglato nel protocollo d’intesa e di impedire che i 200mila cittadini della conurbazione casertana possano continuare a subire l’apertura di altre discariche in un territorio inquinato oltre ogni limite, da sottoporre a immediata bonifica e messa in sicurezza.
Ricordiamo a tutta l’amministrazione che indipendentemente dal fatto che la discarica di Lo Uttaro ricada sul territorio di Caserta i suoi effetti negativi hanno dilagato con particolare intensità, oltre che in quartieri di Caserta, nei vicini comuni di San Nicola, San Marco e Maddaloni
La scelta, effettuata senza il coinvolgimento dei rappresentanti di detti Comuni, costituisce una ulteriore violazione dei diritti dei cittadini e conferma la volontà di opprimere le vicine popolazioni, dimostrando un egoismo politico senza giustificazione, così come già dimostrato anche dalla precedente Amministrazione allorquando ubicò nella stessa zona sia il sito di trasferenza che quello di stoccaggio, provocando così l’allontanamento di una importante realtà produttiva nel settore informatico quale
A supporto di queste affermazioni ricordiamo che la carta di Aalborg, redatta fin dal 1994 alla Conferenza europea sulle città sostenibili recita testualmente che: “Sostenibilità a livello ambientale significa conservare il capitale naturale. Ne consegue che il tasso di consumo delle risorse materiali rinnovabili, di quelle idriche e di quelle energetiche non deve eccedere il tasso di ricostituzione rispettivamente assicurato dai sistemi naturali e che il tasso di consumo delle risorse non rinnovabili non superi il tasso di sostituzione delle risorse rinnovabili sostenibili. Sostenibilità dal punto di vista ambientale significa anche che il tasso di emissione degli inquinanti non deve superare la capacità dell'atmosfera, dell'acqua e del suolo di assorbire e trasformare tali sostanze.
Inoltre, la sostenibilità dal punto di vista ambientale implica la conservazione della biodiversità, della salute umana e delle qualità dell'atmosfera, dell'acqua e dei suoli a livelli sufficienti a sostenere nel tempo la vita e il benessere degli esseri umani nonché degli animali e dei vegetali.”
L’OMS ha certificato che, a fronte di una scala che certifica la pericolosità per la salute umana dovuto all’inquinamento ambientale, i quattro comuni interessati dalla discarica compaiono nella scala stessa con un valore quattro, seconde nei dintorni solo a Marcianise che addirittura è classificata con un valore cinque.
E’ ovvio che in tali condizioni e fatte le dovute considerazioni, non si possa fare altro che procedere ad un risanamento del territorio del Comune e della Provincia, il quale, proprio per tale stato, ad oggi è soggetto per larghi tratti all’inibizione dal pascolo e dalla coltivazione, anche se è accertato da filmati e testimonianza che nonostante ciò si continui a pascolare e a coltivare, immettendo poi nel circuito alimentare quanto prodotto.
Ci rifacciamo alla frase del Commissario Bertolaso quando, nel mese di marzo, al Teatro Comunale di Caserta, dichiarò testualmente, applaudito dal Sindaco e dal Presidente della Provincia, alla presenza imperterrita dei Sindaci degli altri tre comuni, “costi quel che costi la discarica si farà”.
Oggi il Comitato, in rappresentanza dei cittadini dei quattro Comuni, pretendono che i rappresentanti del Governo e delle Amministrazioni dichiarino: “Costi quel che costi lo svuotamento della discarica pericolosa per la salute dei cittadini e la bonifica del territorio circostante si faranno!”. Comitato Emergenza Rifiuti»
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