Gricignano come Ponteselice. La gente è scesa in piazza per il solito problema: centinaia di migliaia di persone scelte per convivere con il veleno 

Si trova nell' immediata vicinanza dell' uscita di Gricignano della superstrada Ponti della Valle il sito dove dovrebbe sorgere un impianto industriale di trattamento della frazione umida dei rifiuti. Parliamo di una distanza in linea d' aria di 15 chilometri dal centro di Caserta e che abbraccia una conurbazione urbana di diverse centinaia di migliaia di persone. Una buona ragione che ha spinto tantissima gente a scendere in piazza. La manifestazione dell' 8 Novembre ha visto la presenza di migliaia e migliaia di alunni degli istituti comprensivi del circondario. Solo per citarne qualcuna, oltre a Gricignano, vi erano scolaresche da Orta di Atella, Sant' Arpino, Marcianise e di altre cittadine. Numerose le testimonianze delle bambine e bambini delle scuole primarie e di quelli più grandi delle medie, frutto di lavori di gruppo che insegnanti,sensibili al tema, hanno facilitato gli approfondimenti sulla tematica. Tante le mamme che hanno accompagnato i figli lungo il corteo che si è snidato dal Comune di Gricignano, fino oltre la Stazione Ferroviaria, per raggiungere il sito incriminato. Se  l' impianto che a  Caserta (vedi Ponteselice...), pare scongiurato, doveva trattare 40 mila tonnellate annue di rifiuti organici, e ci sembrava un' enormità, qui il progetto prevede una quantità pari ad una volta e mezzo quello del Comune capoluogo, più del doppio, parliamo di circa 100mila tonnellate annue che dovrebbero confluire in questo sito. In pratica tutto il territorio della piana casertana e del nord di Napoli si troveranno in un' area ancora più malsana, già compromessa dal triste fenomeno dei roghi, conosciuto come Terra dei Fuochi. Gli abitanti si troveranno a vivere in mezzo ad un territorio infernale, con a Est l' inceneritore di Acerra ed a Ovest il Digestore di Gricignano. La cosa grave è, come già verificatosi ad Acerra, che il tutto avviene, oltre che sulla testa dei cittadini anche senza il consenso dei sindaci, con una perdita di sovranità e diritto alla gestione del territorio. Tante le fasce tricolori presenti a sottolineare l' avversità di tutte le amministrazioni del circondario rispetto a questa mega opera. È evidente che la gestione dei rifiuti con i relativi impianti non può e non dovrebbe essere ad appannaggio decisionale di singole amministrazioni, come nel caso di Caserta, o di privati, come nel caso di Acerra e Gricignano.L' ambito di competenza e decisionale è quello provinciale. E' l' Ente Provincia che detta le linee guida, coinvolgendo tutti i soggetti interessati nell' ottica del minor impatto ambientale, di limitare i disagi ai cittadini, di termini di efficienza ed economicità. In questo caso, come d' altra parte anche nel caso Caserta, le critiche riguardano le grandi dimensioni e l' ubicazione dell' impianto. Se anche fosse costruito con tutti i crismi previsti, rimane la criticità delle centinaia di camion che transiteranno per le aree adiacenti per raggiungere il sito, la quantità dei rifiuti che stazionerà all' esterno prima che venga caricata nell' impianto ed i rischi che ne deriveranno nelle fasi di gestione, come da più studi effettuati in materia. Diverse notizie si hanno di incidenti verificatisi, in realtà del Centro e Nord Europa, dove simili impianti sono stati adottati. Anche nell' archivio del Corriere di San Nicola sono presenti studi ed articoli al riguardo. La vicinanza ad una grande conurbazione, come quella in cui ci troviamo, non avrebbe dovuto rappresentare elemento positivo nella valutazione dell' iter di approvazione all' accesso al finanziamento, come invece è stato, per la realizzazione della struttura.

Il mondo delle associazioni e degli attivisti è spesso tacciato di sindrome Nimby (acronimo inglese di Not in my backyard), per indicare "non nel mio giardino". Invece sono tante le soluzioni che vengono indicate dagli stessi "cittadini consapevoli". Queste indicazioni riguardano come affrontare una corretta, sana e poco impattante gestione dei rifiuti.

Per quanto attiene, ad esempio, la gestione della frazione umida virtuosa, la stessa dovrebbe vedere l' attivazione di varie fasi che consentano di diminuire se non dimezzare il quantitativo conferito per lo smaltimento. Un sistema capillare di compostiere domestiche per i residenti che sono proprietari di giardini e/ o cortili, con un adeguato sistema di incentivi destinati allo sconto sulle relative tasse di smaltimento, è un primo e semplice passo.Una dislocazione di compostiere di comunità, anch'esse diffuse, ad esempio negli spazi condominiali o pubblici che le potrebbero ospitare, con conferimento controllato da addetti o volontari, limitato a determinati orari. 

La parte residua potrebbe essere gestita, a quel punto, con impianti di compostaggio di piccole dimensioni, dislocati sul territorio della provincia, nelle campagne lontane dai centri abitati.

Queste buone pratiche sopra descritte consentirebbero di imitare a grandi linee la gestione dei rifiuti umidi delle passate generazione che, senza saperlo, praticavano la tanto citata buona scuola dei "rifiuti zero". Gli scarti alimentari erano facilmente gestiti, grazie al modello contadino che,attraverso vari passaggi, eliminava del tutto gli scarti alimentari. Scarti utilizzati come cibo per gli animali da cortile e con conferimento in campagna, generando compost attraverso il decadimento della frazione umida residua. 

Pietro Scola 
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