Grande “quinta” di UbiTv Music Talk Show
Dalla chitarra “insanguinata” di Fausto Mesolella alla batteria “parlante” di Mimì Ciaramella, dal “pedal steel” di Ferdinando Ghidelli alle trascinanti voci di Vitrone e Raffaele De Seo: quella di domenica 23 febbraio è stata la più grande puntata del programma di Ubaldo Di Leva. Il percussionista degli Avion Travel ha voluto anche ricordare due grandi sannicolesi ai quali i musicisti casertani devono tantissimo: Pierino Fusco e Peppe Battaglia.
“Non so ancora come ho fatto a mettere in piedi una serata con tanti grandi artisti, ma è grazie a loro, alla loro disponibilità, se ci sono riuscito”: Ubaldo Di Leva è giustamente raggiante. Dopo cinque puntate, si può ben dire che ormai il suo programma è nella storia della tv-web. Per qualità, per perseveranza, per la valenza della sua insuperabile squadra di tecnici e collaboratori, per quanto ha saputo mettere su, in un momento così difficile, centellinando le quasi inesistenti risorse finanziarie disponibili.
Tutto in nome della fedeltà alla passione, spinto dalla voglia incessante di dare qualcosa di culturalmente valido alla sua San Nicola la Strada.
Fausto Mesolella, uno dei più grandi chitarristi italiani, conosciuto in tutto il mondo, sangue casertano nelle vene, emblema artistico della nostra terra, era già sul palco della “Toscanini” quando Di Leva ha dato inizio alla trasmissione.
Fausto ha deliziato gli spettatori in sala e on line con due originalissime versioni di “’O sole mio” e della mitica “Libertango”.
Alla fine, il giornalista Nicola Ciaramella, richiesto da Di Leva, lo ha definito “una delle grandi eccellenze dell’arte casertana esportata in tutto il mondo”.
“E’ un onore per Caserta avere tra i suoi artisti Fausto Mesolella; -ha continuato il direttore del Corriere di San Nicola, che ha conosciuto Fausto la bellezza di quarantacinque anni fa, quando, agli albori degli anni settanta, era il leader del gruppo La Prima Pagina- il suo nome è tra quelli che in Italia più ci invidiano; dobbiamo essere orgogliosi di questo. Mesolella ha portato in alto il desiderio di fare musica, di diventare artista, il tutto con una naturalezza incredibile. Mentre suonava non vedevo in lui un musicista, ma una persona che praticamente vive in quell’atmosfera in cui si è calato. La sua non è arte imparata sui banchi di scuola; Fausto ha nel sangue e nel dna una cosa che si chiama talento e che non è da tutti”.
A seguire, uno splendido Vitrone che, insieme alla sua band composta dai bravissimi chitarristi Giampiero Cunto e Dario Crocetta, dal bassista Luigi Gemelli e dall’eccezionale e famoso batterista, colonna degli Avion Travel, Mimì Ciaramella, si è esibito in alcuni brani tratti dall’ultimo disco “Piccole partenze”, nonché nel suo più conosciuto capolavoro, “Inverno”, una stupenda canzone, trascinante, melodicamente aggressiva, dai contorni ritmici e sonori di grande presa sull’ascoltatore.
Fausto Mesolella guadagna la platea: “Mi fa piacere di essere qui. Mi fa piacere che qui c’è una cellula culturale che si muove e che si muove proprio dalla provincia. Culturalmente è un momento di pigrizia. Un momento in cui il senso della cultura, della curiosità non è più prioritario. Un fenomeno che è andato via via a crescere dagli anni 70 in poi. Non ci si può nascondere soltanto dietro la parola crisi. Anche se non ci sono soldi, si possono fare tante cose; ci sono gli uomini di buona volontà, che ci sono sempre stati da quando esiste il mondo; tutte le religioni sono basate sulla buona volontà; il futuro deve sempre basarsi sulla buona volontà, nel senso che gli uomini devono accomunarsi e partecipare alle cose. La pigrizia comunque condanna anche i musicisti che lo fanno solo per diletto, perché non è che non ci sono spazi, ma non c’è la cultura dello spazio. Iniziative come queste servono anche a far capire a tante persone che esistono anche altre possibilità”.
Poi si è parlato, anche con l’assessore Maurizio Santamaria, della qualità della musica moderna e di Sanremo appena finito. Fausto Mesolella vi è stato quattro volte: nel 98, nel 2000 con gli Avion Travel (vittoria assoluta), poi come autore della canzone di Tricarico “I tre colori”, infine lo scorso anno come autore della canzone di Maria Nazionale.
Nicola Ciaramella, estasiato, lo interroga con curiosità: “Come fai, Fausto, a collimare la naturale semplicità del tuo carattere con la complessità, nel senso di variegata costruzione artistica, della tua musica?”
Mesolella risponde con impagabile serenità: “Io metto insieme il ricordo del passato, il presente e cerco di dare il futuro alle mie sensazioni. Questa per me è la musica. Nel senso che mentre sto suonando O sole mio' ci metto il traffico di Napoli e mi incazzo all’improvviso con le distorsioni, poi ritorno di nuovo al 'Sole mio' sussurrato...”.
Non mancano lezioni di saggezza: “Non tutti sanno che la musica di questa grande canzone che è 'O sole mio' è stata ispirata da una splendida alba del 1924 sul Mare di Odessa, il Mar Nero, in Russia. Chi l’ha scritta sono però due autori napoletani. Una canzone scritta da napoletani su territorio russo. Io dico sempre: se due immigrati fanno un figlio in Italia, questo figlio è di nazionalità italiana; quindi, se una canzone nasce su un altro territorio è figlia di quel territorio. Ci scherzo sempre su questa cosa. Per far capire che comunque bisogna abbattere il senso della frontiera. Anche in un altro territorio ma con un’anima portata da un’altra parte si può avere la creazione artistica. Questo è un discorso che io faccio sempre nei concerti per far capire che bisogna accettare il diverso anche se sei sul tuo territorio; e alla base di questo c’è il rispetto della regola fondamentale della vita e dell’umanità. Se noi non rispettiamo gli altri non saremo mai delle persone dotate di umanità”.
Poi, sollecitato da Di Leva, ha spiegato il perché del termine “insanguinata” attribuito alla sua “storica” chitarra, una delle sue trentuno chitarre...: “Questo nome l’ha dato Samuele Bersani, qualche anno fa, nell’occasione in cui stavo per suonare una sua canzone. Nel tirare la chitarra dal fodero, egli disse mamma mia, pare l’insanguinata’ . E il nome è rimasto. Questa chitarra ha vinto il festival di Sanremo nel 2000, premio della critica come miglior arrangiamento sempre a Sanremo nel 98, Ciak d’Oro nel 2007, il Premio Ennio Morricone e due nominations al David di Donatello per due colonne sonore. E’ giusto che continui a fare il suo percorso insieme a me. Lei ha vinto, io ancora no. Non ha nessun valore economico. Se me la rubano, non capirebbero, la butterebbero direttamente nel camino”.
Non capirebbero il valore affettivo che l’ “insanguinata” ha per Fausto. E’ parte della sua vita.
Da sottolineare, infine, il ricordo che Fausto ha voluto dedicare a Francesco Di Giacomo, grandissima voce del Banco del Mutuo Soccorso, scomparso nei giorni scorsi.
Fausto è poi risalito sul palco con Ferdinando Ghidelli: un altro grande artista, che ha impreziosito ancora di più il momento musicale di UbiTv Music Talk Show grazie ai fantastici suoni del suo “pedal still”. Con loro, Mimì Ciaramella alla batteria.
Poi, da eccelsi protagonisti del palco, Mimì Ciaramella e Ferdinando Ghidelli si sono trasferiti in platea, accanto a Vitrone, a conversare con il conduttore Di Leva e Nicola Ciaramella sull’essenza del loro impegno artistico, di tanti aneddoti legati alle loro esperienze musicali, di cultura e dei loro prossimi programmi.
Di grande impatto emotivo si sono rivelate le parole di Mimì Ciaramella.
Cuore metà sammarchese (la sua città nativa) e metà sannicolese (la città della moglie), egli si è offerto al pubblico in ascolto con dosi di umiltà ed intelligenza semplicemente straordinarie, ripercorrendo alcuni dei momenti più significativi dell’inizio di carriera, citando divertenti aneddoti ed episodi che hanno caratterizzato in modo indissolubile la sua formazione come uomo e come artista.
Mimì Ciaramella, più in forma che mai, ispirato dal giornalista sannicolese con il suo stesso cognome che non vedeva da svariati anni, ha voluto citare due indimenticati personaggi di San Nicola la Strada, Pierino Fusco e Peppe Battaglia, “i primi a credere nelle mie potenzialità ed in quelle di tanti altri musicisti casertani. Li conservo sempre nel cuore e sarò a loro grato per tutta la mia vita. Se faccio questo mestiere è anche grazie a loro”.
Nulla di più vero. Con la loro passione e la loro carica umana, essi sono stati indubbiamente tra i pionieri e mecenati dei movimenti musicali che andavano a formarsi a San Nicola la Strada e Caserta in quei favolosi inizi anni settanta.
Pierino Fusco che “rimborsava” i suoi artisti con bustine di sigarette (aveva, come tutti sanno, un tabacchino); lo storico club Piertony in cui campeggiavano i primi organi Hammond, le prime batterie Ludwig, le prime chitarre Fender dell’epoca; il “camionista” Peppe Battaglia che, dopo faticose giornate di lavoro, si armava di saldatore e scotch per riparare fili, prese e iack ed assistere minuto per minuto alle prove dei suoi pupilli musicisti ospitati nel “portone” di casa; le serate spesso gratis perché alla fine dell’ultima canzone il padrone del locale diceva di non voler pagare, accampando come scusa il volume troppo alto al quale si era suonato: a Mimì Ciaramella non è mancato di inumidire i suoi occhi, trasmettendo con i suoi racconti sensazioni genuine ad un pubblico attento e partecipativo.
Un uomo dalla grande caratura morale, un artista nato e cresciuto all’insegna del piacere irrinunciabile di rimanere se stesso. Un percussionista che riesce a dar voce e sentimento anche alla sua batteria. Questo è Mimì Ciaramella. Un altro vanto per la nostra terra casertana, una terra che si incendia giorno dopo giorno di vero fuoco, quello dell’amore per la cultura, per la musica, per l’arte, l’humus del nostro impegno quotidiano.
Dalle sue labbra anche la gioiosa notizia che i mitici Avion Travel stanno per tornare a suonare insieme nella formazione del sestetto iniziale: primo appuntamento il 2 maggio a Santa Sofia in provincia di Forlì.
A segnare ulteriormente una serata memorabile, la bellissima voce di Raffaele De Seo (accompagnato dal virtuoso pianista Genny e dal percussionista Raffaele) nella stupenda esecuzione di “Mano nella mano”, uno dei suoi capolavori di tecnica vocale, ed in alcuni pezzi del suo secondo album “Un pensiero per te”. De Seo si è poi esibito anche in duetto con Ubaldo di Leva in “Io che amo solo te”. Al loro fianco si è poi seduto anche -indovinate chi?- l’instancabile Fausto Mesolella all’ “insanguinata” in “Fiore di maggio” di Concato e nella sempre grande in tutti i repertori “Tu si na cosa grande!”.
Pezzo di chiusura affidato alla magnifica voce di Vitrone, alla batteria parlante di Mimì Ciaramella e alla emozionante chitarra di Ferdinando Ghidelli: un trio eccezionale a suggellare una eccezionale serata di UbiTv Music Talk Show.
Nicola Ciaramella
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