Grandissima partecipazione all’assemblea di Macrico Verde
Non si era mai vista in occasioni del genere.
Il Circolo Nazionale di Piazza Dante affollatissimo di cittadini e di qualificati relatori. Tutti a ribadire l’importanza e l’impegno del Comitato che vuole difendere il destino del verde a Caserta.
-servizio di Pietro Scola-
Non c'era posto neanche in piedi all' Assemblea del Comitato Macrico Verde, svoltasi lunedi 2 dicembre al Circolo Nazionale in Piazza Dante a Caserta, per la copiosa partecipazione di cittadine e cittadini che hanno voluto testimoniare, con la loro presenza, l'attenzione e le preoccupazioni sul destino dell'area ex Macrico. Almeno un centinaio di persone sono intervenute dando un segnale forte a chi, in questi mesi, diffondeva notizia della scomparsa o affievolimento di impegno del Comitato.
Ha introdotto i lavori il prof. Sergio Tanzarella, storico portavoce e co-fondatore del comitato, che ha ricapitolato, per coloro che non la conoscevano, la vicenda Macrico e la storia del comitato.
Battaglia più che ventennale quella del Comitato che ha permesso di preservare l'area ancora integra.
Altri hanno provato, nel corso degli anni, con tanti progetti e tentativi di speculazione, a far entrare il cemento in questo ultimo polmone verde. Nei 33 ettari di area verde, in pieno centro città, sono stati previsti, ad esempio: le torri di residenze abitative, il parco aerospaziale, parcheggi, terminal bus, il nuovo teatro e il nuovo Duomo. ecc. Grave è la mancanza politica di non classificare urbanisticamente l'area ed attendere le volontà del privato, cosa o per meglio dire, cortesia non prevista per i semplici cittadini.
In successivi interventi il prof. Tanzarella ha posto l'accento sulla funzione sociale della proprietà privata, già citata, nel lontano 1891, nella Rerum Novarum. In questo caso, trattandosi proprio di bene della Chiesa, questo aspetto dovrebbe essere ancora più rilevante e maggiormente praticato.
E’ intervenuta poi l'architetto Maria Carmela Caiola, portavoce del Comitato, che ha informato sui falsi dati diffusi inerenti i volumi, presenti nell' area, che circolano in città. La Fondazione Casa Fratelli Tutti infatti parla di 525mila m3, mentre i volumi all' atto della restituzione del bene dal Demanio Militare all' Istituto Sostentamento del Clero non raggiungevano i 500mila (tra l'altro più della metà costituiti da lamierati, in parte già rimossi). Ha tra l'altro ricordato che trattandosi all'epoca di area Militare, l'amministrazione della Difesa non sottostava a permessi ed altre autorizzazioni per le costruzioni, per il segreto militare, ribadendo che l'area intera è sottoposta a vincoli e che gli stessi riguardano solo i manufatti in muratura; quelli ancora recuperabili (circa 200mila m3), quelli ridotti a ruderi, non costituendo alcun pregio, vanno abbattuti e trasformati a verde. L'impegno del comitato rimane quello per la classificazione urbanistica più giusta ed utile ai cittadini: la F2. La prof.ssa Caiola ha poi denunciato l'enormità dei fondi previsti nel Masterplan, una vera amoralità, dicendo, senza possibilità di smentita, che con una simile cifra si costruisce un ospedale.
Nel successivo intervento la d.ssa Buonomo, rappresentante di Medici per l'Ambiente, ha posto in evidenza l'aumento esponenziale delle casistiche di neoplasie, sul territorio, che negli ultimi decenni riguardano in egual misura tutte le fasce di età. Questo costituisce una vera anomalia ed è diventato oggetto di studio da parte importanti centri di ricerca internazionali. Patologie riconducibili, nella maggior parte dei casi, agli alti livelli di inquinamento dell'area Napoli Nord e Provincia di Caserta, tristemente nota come Terra dei Fuochi. A riprova dell'alto tasso d'inquinamento, la dottoressa ha evidenziato come una centralina di rilevamento della qualità dell'aria, dell'Agenzia regionale ARPAC, posta nei pressi dell'Eremo di San Vitaliano, in zona boschiva, media altitudine e lontana da fonti inquinanti, nonostante ciò, ha sforato diverse volte, nel corso degli ultimi tempi, i limiti di soglia rischio accettati. Ha quindi spiegato che la brezza marina spinge l'aria inquinata dalla zona fortemente industrializzata della cintura di Napoli Nord verso Caserta. Una soluzione efficace, ha poi suggerito, è costituita da massicce piantumazioni di alberi di alto fusto che costituiscono un ottimo filtro naturale. Soluzione che non prevede grossi costi in termini economici ed efficace ai fini della prevenzione. Alberi, ha ricordato ancora la relatrice, che oltre alla funzione di filtro producono ossigeno, elemento di temperatura fredda, contribuendo così a mitigare il clima. A tal proposito ha ricordato uno scempio perpetrato presso l'Azienda Ospedaliera di Caserta, presso la quale è dirigente medico, dove per costruire un nuovo padiglione è stata sacrificata una grossa aiola e soprattutto numerosi grossi pini domestici, la cui assenza si fa sentire proprio in termini di microclima.
Forse -e questo è il parere del cronista- come spesso accade, si poteva trovare altra soluzione. Nell'area ospedaliera insiste un esteso spazio già impermeabilizzato costituente il parcheggio dipendenti. Si poteva utilizzare una parte dello stesso per allocarvi il nuovo padiglione. Gli spazi del parcheggio persi si potevano recuperare con struttura, anche metallica, che sovrapposta nello spazio di parcheggio residuo avrebbe consentito di recuperare i posti auto persi. Un silo in metallo, come l'ho visto presso Le Scotte, ospedale di Siena.
Di grande spessore anche l’intervento del Dr. Renato Perillo (WWF) sull' importanza del verde e la cronica carenza di verde pubblico nella nostra provincia e nel comune capoluogo, sugli standard urbanistici, non rispettati, che prevedono un minimo di 9 metri quadrati di verde pubblico per cittadino (“ne mancano oltre 600mila; anche se con tutta l'area Macrico non si riuscirebbe a sanare la carenza, comunque si compirebbe un buon recupero e giusto risarcimento alla cittadinanza”).
Perillo ha sottolineato anche l'impropria percezione del verde pubblico, tant'è che per la gestione si usa quasi sempre la frase "manutenzione del verde" come se fosse una realtà non viva: “E’ come se portando i nostri animali domestici dal veterinario si fa manutenzione. Così non è in quanto in questi casi si parla di cura e così deve essere per gli alberi. Importante è anche abbandonare la convinzione che per la gestione si parli di costi. Gli impianti di alberi, la creazione di nuove aree verdi devono essere considerati investimenti che producono benessere, difesa della salute, contrasto al riscaldamento globale del clima, salvaguardia dell'ambiente e pericoli di natura idrogeologica. Investimenti di pubblica utilità alla stessa stregua degli ospedali”.
Tra gli interventi anche quello della d.ssa Iacono, consigliere nazionale di Italia Nostra, che, affrontando gli aspetti urbanistici, ha ricordato come sia attualmente in discussione presso il Parlamento un disegno di legge che rischia di essere approvato, il cosiddetto Salva-Milano, che andrebbe a sanare dei veri e propri abusi perpetrati nel capoluogo lombardo e divenendo apripista in tutto il territorio nazionale. In pratica si tollererebbe la edificabilità in verticale. A Milano sono presenti costruzioni che si sono sviluppate in altezza oltre il consentito ed ora si vuole porre rimedio, contraddicendo lo strumento urbanistico principale vigente.
Secondo il nostro modesto parere, i grattacieli oltre che a creare inutili rischi di sovraffollamento urbano, contribuiscono, forse in minima parte, ai cambiamenti climatici tirando giù correnti fredde di altitudine. Chi è stato, qualche volta, al Centro Direzionale di Napoli, sa di cosa parliamo. Anche in giornate non ventose, lì c’è sempre vento.
L'intervento del prof. Pietro Di Lorenzo ha riguardato gli aspetti storici dell'area. L'area, antico giardino del Palazzo vescovile, la ex Caserma Sacchi, fu la prima sede vescovile della città di Caserta (nuova). Per questo i vincoli apposti hanno funzione di preservare l'aera nella sua interezza. Caserta potrebbe, con la realizzazione del parco pubblico nell'area Macrico, diventare città giardino, occasione di attrattore turistico oltre la Reggia. Ha poi osservato: “i Borboni ci hanno lasciato una bella eredità, ma cosa lasceremo noi alle future generazioni?”
Vi sono stati, inoltre, altri brevi interventi da parte di Dolores Peduto, rappresentante locale dell'associazione Greencare, che si è detta convintamente schierata a difesa della Foresta urbana già presente e per la F2; dell' Ing. Elia Calabrò, di Banca Etica (sulla responsabilità ambientale e sociale).
Il Dr. Mimmo Marzaioli, referente del Movimento delle Agende Rosse, si è soffermato sui pericoli del malaffare, che spesso vede co-protagonisti imprenditori, criminalità organizzata e alcuni amministratori, attratti dal fiume di soldi previsti. Ha ricordato come la classificazione F3 abbia consentito la strabordante colata di cemento in viale Borsellino con la nascita di tante medie imprese, in primis i supermercati, frutto di mancata programmazione urbanistica ed economica che ha causato la morte del settore commerciale nel Centro Città.
Tanzarella, tra l'altro, ringraziando gli intervenuti, ha rilevato che “partiti, associazioni e movimenti, di livello nazionale, faticano a radunare in una sala più di venti persone in occasione di riunioni ed assemblee come questa; la difficoltà del Comitato è stata quella di trovare uno spazio che ospitasse la riunione. Diffficoltà che se da un lato è dovuta alla penuria di spazi in città, d'altra parte è perché qualcuno ha evitato di ospitarci”.
Ci si è lasciati con la constatazione dell’ottima riuscita dell'assemblea e l'augurio di tenere acceso questa ritrovata partecipazione attiva.
Pietro Scola
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