Il Consultore Estero per l’Emigrazione della Regione Campania ci informa sulla situazione epidemica nel Paese in cui emigrò nel ’66.
Ovviamente non vede l’ora di fare la solita puntatina a San Marco Evangelista e a San Nicola la Strada...

«Per grazia di Dio sono in buona salute e lo stesso auguro a tutti i sammarchesi e sannicolesi che, come vedo dai frequenti commenti agli articoli postati, seguono molto il Corriere di San Nicola. Ho cercato di mettere assieme le informazioni più rilevanti relative agli effetti del Coronavirus qui in Africa e particolarmente in S. Africa. In ordine cronologico, bisogna dire che effettivamente il Covid-19 è stato portato in Sudafrica da 10 turisti sudafricani che hanno goduto della nostra bella Italia a fine febbraio 2020. Il 5 marzo è stato trovato il primo positivo. Di conseguenza, noi italiani abbiamo dovuto ingoiare la colpa, particolarmente da qualche politico che tuttora ce l’ha ancora con noi italiani e bianchi».

A riferirci della situazione riguardante la pandemia nella Repubblica del Sudafrica è Donato Barecchia, rappresentante della comunità campana in Sudafrica presso la Consulta Regionale per l’Emigrazione.
Originario della sempre sua amatissima San Marco Evangelista, trasferito a Johannesburg da 55 anni, ha risposto con prontezza e cortesia alla nostra richiesta, fornendoci informazioni e dati che la dicono tutta sullo stato della pandemia in una nazione di cui, al riguardo, poco parlano i giornali.

«Sono poi trascorse 3 settimane di incertezza -continua il Cav. Donato Barecchia- prima che il Governo, presieduto da Cyril Ramaphosa, si decidesse di imporre il primo lockdown-Level 5, il 26 marzo 2020. Più o meno, siamo stati sottomessi alle stesse restrizioni come era avvenuto poche settimane prima in Italia. Infatti, consapevoli della situazione del Covid in Italia tramite il Tg1 e Tg2 trasmessi ogni giorno qui, possiamo dire che abbiamo quasi copiato le misure prese dall’Italia, solo con un mese di ritardo.
Il falso miglioramento della pandemia ci ha portati ad altre quattro fasi di cambiamenti, di cui quattro misure successivamente più alleggerite (Level 4: 1 maggio, Level 3: 1 giugno, Level 2:17 agosto e Level 1: 16 settembre). Poi all’ improvviso, siamo tornati al Level 3 il 29 dicembre, quando si è evidenziata la rapida salita della seconda ondata».

Sul vaccino, il punto esclamativo finale è più che eloquente: «Attualmente la nostra peggiore preoccupazione è l’acquisizione del vaccino. Si dice che le prime dosi dovrebbero arrivare all’inizio di febbraio: ci sono dubbi a causa delle mancate prenotazioni/acquisti che avrebbero dovuto avvenire 4 mesi fa. Siamo nelle mani dei governatori!»

Donato Barecchia, vero e proprio anello di congiunzione tra le vecchie e nuove generazioni di immigrati campani in Sudafrica, è da sempre sensibile ed attento alle problematiche sociali (ama autodefinirsi “volontario comunitario”): «Durante questo periodo del Covid-19, -ci dice- noi italiani ci siamo comportati molto solidali principalmente verso i nostri connazionali. Infatti, i membri dei 3 CO.MI.TES (Comitato degli Italiani all’Estero, di cui egli è Segretario a Johannesburg -ndr; vedi anche foto) hanno raccolto nella comunità soldi e prodotti alimentari che hanno donato a centinaia di persone disagiate, disoccupati o affetti dal virus».

Il Sudafrica (un milione e mezzo di casi), come si evince dai dati forniti dalle fonti internazionali (che il Cav. Barecchia ha voluto trasmetterci insieme alla ...“accusa” di Malema) è, con 42mila in assoluto e 72 in percentuale sulla popolazione, al 14.mo posto nel mondo per decessi a causa di Covid.
L’Italia (due milioni e mezzo di casi), ovviamente solo ed esclusivamente per fare un raffronto numerico, è al sesto posto con 87mila e 142%.

Ma Donato Barecchia, ovviamente, non vede l’ora di fare la solita puntatina a San Marco Evangelista, suo paese di nascita, e a San Nicola la Strada, dove vivono suoi parenti e un suo amico fraterno...

Nicola Ciaramella
©Corriere di San Nicola 


DONATO BARECCHIA (a destra nella foto con il Dr. Sabatino Foresta e Nicola Ciaramella al ristobar Quick Break in occasione della sua ultima venuta in Campania per le feste natalizie 2019) è nato a San Marco Evangelista nel 1952. E’ stato amico d’infanzia e compagno di scuola del direttore del Corriere di San Nicola, Nicola Ciaramella, con il quale ha frequentato la gloriosa vecchia “Scuola Media Statale” di San Nicola la Strada (oggi “De Filippo”), prima di raggiungere, nel settembre del 1966, la famiglia a Johannesburg e continuare gli studi che lo hanno portato, nel 1977, alla laurea in Ingegneria con specializzazione in controlli elettronici industriali.
E’ coniugato con Caterina Sparaco, figlia di un altro sammarchese emigrato, e ha due figli, Pino di 36 anni e Claudia di 38.
Dopo essere stato impiegato (statale) per sedici anni come ricercatore e progettista di sistemi di controllo per linee di distribuzione di elettricità, nel 1990, “spinto dalle incertezze create dalla scarcerazione di Mandela sul futuro dei bianchi in ditte statali”, si è dedicato all’attività in proprio aprendo una prima e poi una seconda azienda di vendita ed assistenza tecnica di elettrodomestici (con marchi prestigiosi come De Longhi e Smeg) che oggi impiegano ventidue operai. Con sempre al fianco la sua famiglia, soprattutto il suo braccio destro, il figlio Pino, ha aperto recentemente un’altra azienda che si occupa di costruzione di pannelli di controllo per macchinari per la lavorazione della lamiera (linee di taglio, fresatrice, press, ecc).
Il Cav. Donato Barecchia, oltre alle sue eccezionali doti di ingegnere-imprenditore fattosi da sé in un paese lontanissimo dall’Italia dal contesto socio-politico molto difficile, è da sempre un “volontario comunitario”, come ama definirsi.
Cominciò, insieme alla moglie, negli anni ’90 a promuovere in Sud Africa la cultura italiana e principalmente quella campana, prima come membro e poi come presidente dell’ “Associazione dei Campani nel Mondo - Sezione Sud Africa”, divenendo poi anche presidente del “Circolo Italiano di Johannesburg”.
Nel 1988 fu nominato dal consiglio regionale campano “Consultore per l’Emigrazione della Regione Campania”, carica che ricopre tuttora. In tale sua veste, egli assolve il compito di promuovere e rinsaldare la cultura e le tradizioni della regione all’estero per proteggere i nostri giovani dal rischio di perdere il patrimonio culturale campano.
E’ socio attivo, inoltre, in vari sodalizi quali l’ “Associazione Dante Alighieri”, “Casa Serena” (per anziani) e “Ass. Naz. Carabinieri” (il nonno era un appartenente all’Arma).
E’, infine, segretario della sezione di Johannesburg del “Comites” (Comitato degli Italiani all’estero), organo istituito dal Ministero degli Affari Esteri rappresentativo della collettività italiana, eletto direttamente dai connazionali residenti all'estero nella circoscrizione consolare di riferimento.
Donato Barecchia, anello di congiunzione tra le vecchie e nuove generazioni di immigrati per praticare la lingua, la cultura, le tradizioni campane nelle quali ci si riconosce e che si vogliono trasmettere oltre i confini dell’Italia, difendendole con ardore dal disuso e dall’oblìo: un onore, oltre che un piacere immenso, rivederlo ogni tanto. Ci incontrammo, l’ultima volta, quindici anni fa. Ci siamo riabbracciati, qualche giorno fa, a San Nicola la Strada. Era con noi un amico comune, lo stimatissimo Dr. Sabatino Foresta, un altro con il suo luogo natìo sempre nel cuore. Perché chi ha nel cuore la propria terra e si impegna in tutti i modi per diffonderne il nome e per preservarne i valori e le tradizioni non ha bisogno di cercarsi; prima o poi si incontra e si riabbraccia senza programmare appuntamenti. E’ anche questa una delle forze più irriducibili che alimentano la passione.

TESTING RATES IN AFRICA

Of the bigger countries, South Africa has been doing the most and Nigeria doing relatively few tests per capita, according to Our World in Data, a UK-based project which collates Covid-19 information.

However, in some countries there are insufficient or no data available on testing to know how much is being done.

According to the Africa CDC on 17 January, there'd been an decrease of 22% in the total number of tests done over the previous week.

Ten countries accounted for 70% of the tests conducted - South Africa, Morocco, Ethiopia, Kenya, Nigeria, Egypt, Uganda, Cameroon, Rwanda and Zambia.

The King's Global Health Institute, which tracks the pandemic in sub-Saharan Africa, says that testing activity in some countries fell back after the first wave of the virus had subsided.

"Those countries that cut back on testing after the first wave will...have had less extensive and timely intelligence from surveillance," it says.

How do death rates in Africa compare?

The reported death rate per capita on the continent has been low compared with other parts of the world, despite the weak health infrastructure in many African countries.

There could be a number of reasons for the relatively low figures:

• The relatively young population - more than 60% are under the age of 25
• Experience in epidemic control from tackling other diseases
• Cross-immunity from other coronaviruses
• Low rates of travel and more outdoor living might also help*Deaths per 100,000 people
• data in detail

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This information is regularly updated but may not reflect the latest totals for each country.

** The past data for new cases is a three day rolling average. Due to revisions in the number of cases, an average cannot be calculated for this date.

Source: Johns Hopkins University, national public health agencies and UN population data

Figures last updated: 27 January 2021, 08:33 GMT

data in detail

*Deaths per 100,000 people