Biodigestore, una storia infinita

Da quattro anni Marino non trova pace... neanche in tempo di pandemia...

Localizzazione dell’impianto di digestione anaerobica. Dal 12 maggio 2016, quando la Regione Campania pubblicò l’avviso rivolto alle amministrazioni comunali per l’eventuale manifestazione d’interesse, il Comune di Caserta, guidato dal sindaco Marino, non trova pace.
Lo Uttaro, Ponteselice, Cava dismessa in località Mastellone.
I cittadini, non solo quelli di Caserta, hanno un’unica certezza: in data 7 novembre 2016 la VII Commissione Consiliare Permanente Ambiente, Energia e Protezione Civile della Regione Campania bocciò lo Uttaro perché in contrasto con i “criteri del bando” e per le tante criticità dell’area.
Il resto è buio assoluto.
Alla giunta comunale del capoluogo non interessa nulla dei cittadini, delle loro idee o opinioni; della loro salute meno di niente; del turismo già “mordi e fuggi” ancora meno.
Interessano solo i 26 milioni di euro, ora diventati 36.
Per Ponteselice e Mastellone i cittadini, schiavi e sudditi e a volta anche cerebrolesi, non devono essere informati, resi partecipi del percorso che si vuole intraprendere.
Sappiamo solo (gli atti non possono essere oscurati) che in data 12 ottobre 2018 si è proceduto all’affidamento della progettazione per la realizzazione dell’impianto e che in data 10 dicembre 2018 la RTI Tecnosistem SPA ha protocollato presso il Comune di Caserta il progetto definitivo.
Stupisce la rapidità di progettazione: meno di due mesi.
Se la Giunta Comunale di Caserta è convinta che il progetto è realizzabile, perché in data 6 aprile 2020, nel vivo della pandemia da coronavirus, con la determina N° 486 individua una nuova sede in località Mastellone in una cava dismessa, con un impegno di spesa di 44.100 euro per lo studio di idoneità del sito?
Qui c’è lavoro per la Magistratura (quella sana). Siamo alla follia pura. Non si vuole prendere coscienza che il territorio di Caserta per le sue caratteristiche naturali (molto ventilato), per la presenza della Reggia, per i centri abitativi addossati gli uni agli altri, non è idoneo ad ospitare tale impianto insalubre.
Non hanno ancora capito che possono spendere di più per mitigare (se ci riescono) il vincolo paesaggistico, ma per l’ambientale non ci riusciranno MAI, perché non esiste trattamento insalubre a emissione ZERO, perché i cittadini di San Nicola la Strada, Caserta, Recale, Capodrise e Casagiove non sono disposti a respirare sempre aria maleodorante e malsana.


Nicola Santagata

©Corriere di San Nicola