LE DIMISSIONI DI MOTTA


Interpretando la sconfitta elettorale quale segno di sfiducia anche nei confronti del suo operato, il segretario dei Comunisti Italiani rimette il proprio mandato di segretario cittadino



“Tanti fattori, ma uno più di tutti: il vantaggio personale rispetto a quello collettivo!” ,ha affermato il leader di Via Bronzetti, analizzando, in un articolo pubblicato sull’organo di stampa del Circolo E. Berlinguer, le ragioni della recente sconfitta elettorale.

“La cocente sconfitta del candidato a sindaco Lucia Esposito e delle liste che l’appoggiavano è rimbalzata su tutti i mass-media come un evento inspiegabile e sensazionale. Ci si interroga come è stato possibile che una cosa del genere sia potuta accadere, nonostante la presentazione ai cittadini della forte personalità di Lucia e della presenza di tanti partiti alternativi alla cattiva gestione amministrativa delle liste civiche (con il rincalzo di Forza Italia e AN) capeggiate dal sindaco uscente. La risposta è che non esiste una sola e ben precisa motivazione, ma la sconfitta (che ci poteva stare tutta, anche se non di tali proporzioni) è stata scaturita sicuramente da una serie di fattori che sommati, e facendo leva anche sulle specifiche difficoltà o disagi dei cittadini, hanno determinato una scelta in controtendenza alle aspettative”.

Motta, quindi, spiega quali possono essere stati alcuni di tali fattori.

“Le tante false promesse, ossia il voto chiesto e ricevuto in cambio di un impegno di un eventuale trasferimento o di una nuova occupazione lavorativa, di una licenza commerciale o edilizia, di una ridestinazione, attraverso il nuovo Piano Urbanistico Comunale che verrà redatto, del proprio terreno da agricolo in lotto edificabile, di un qualsiasi altro beneficio o vantaggio personale. E poi i forti interessi sul territorio, che hanno stuzzicato l’appetito di molti, tanto da ricorrere per la campagna elettorale, pur di avere una sicura e personale affermazione, ad onerosi investimenti economici o all’utilizzo di forme di convincimento molto dirette e persuasive. Da non trascurare, inoltre, l’assidua ricerca del voto di preferenza da parte dei molti candidati, che ha penalizzato fortemente il voto ideologico accordato in altre occasioni ai partiti storici; infatti, tutti i partiti, almeno quelli presenti nella tornata elettorale del 2001 (sia di centro-sinistra che di centro-destra), hanno avuto un calo elettorale di voti (DS – 0,2%; Rifondazione – 2,5%, Comunisti Italiani – 0,5%; Forza Italia – 9,4%; AN – 5,0%) a scapito di nuove liste civiche (I Moderati + 1,0%; Intesa Democratica + 9,5%) e formazioni politiche prima assenti (La Margherita + 10,9%; Verdi-SDI + 3,5%; nPSI + 0,3%) o presenti in parte e divise (UDC, ex CCD-CDU e DE, + 1,7%). Infine, la strumentalizzazione pre-elettorale della gestione amministrativa, che il sindaco uscente ha messo in atto, come la realizzazione di opere ordinarie (rifacimento dell’asfalto di molte strade), la ripresentazione per l’occasione di progetti sospesi (piscina, palazzetto dello sport, edifici scolastici, sistemazione delle piazze, pseudo-riqualificazione della zona Michitto) e la stabilizzazione provvidenziale del posto di lavoro dei precari e degli LSU”.

“Comunque, un dato politico è bene precisare, -conclude Motta- a dispetto di quanti hanno accusato di scarso impegno i partiti della Sinistra. Nonostante i vari fattori negativi predetti e il numero superiore di liste in competizione, la Sinistra ha ben tenuto. Infatti, nel 2001, con PRC, PdCI e DS, la Sinistra ottenne il 17,9%. Attualmente, con la presenza anche dei Verdi e dello SDI, e su cui sono ricaduti molti consensi, la Sinistra ha ottenuto il 18,2%, ossia lo 0,3% in più. Per quanto riguarda, invece, il dato specifico dei Comunisti Italiani, esso è da ritenersi fortemente negativo, non tanto per la perdita dello 0,5% di voti, ma per le considerevoli potenzialità in seno al partito, che, per inspiegabili motivi, sono rimaste volutamente inespresse, e che di fatto non hanno certamente aiutato ad aumentare i consensi e, quindi, contribuito a far crescere il partito. La qualcosa verrà debitamente affrontata sia in sezione che in federazione, ove in tali sedi il sottoscritto, interpretando la sconfitta come segno di sfiducia anche al suo operato, preannuncia, quale atto consequenziale, che presenterà e rimetterà il proprio mandato di segretario cittadino”.