Il mondo a scale

-Racconto di Gerardina Rainone-

PRIMA PARTE


Ci pensava spesso alla possibilità che le cose sarebbero andate diversamente se fosse stata normodotata. Se solo non fosse nata con quella rara malattia genetica che la inchiodava alla sedia a rotelle. Ma poi si diceva che non si sarebbe piaciuta, non sarebbe stata lei, non con quella sensibilità, lucida follia, capacità di trarsi da ogni impaccio. No, lei era diversa, lei era speciale. Quando a sua madre fu notificata la sua diversità Diana aveva pochi mesi. Fu un colpo durissimo per una coppia che attendeva da tempo la gioia della maternità. I suoi occhioni non conoscevano la realtà, nè le conseguenze di una tale sentenza, comunicata ai genitori con delicatezza, ma che produsse comunque nella madre un malore. Si riprese presto però la signora, ora sua figlia aveva bisogno del tutto di lei e Beatrice non si tirò indietro. Seguiva la sua bimba in tutto quello che faceva non risparmiandole nulla. La considerò da subito una persona speciale, solo diversamente abile. I primi anni scolastici non furono un problema, Diana era sempre circondata dall'affetto dei piccoli compagni che, a differenza degli adulti, hanno maggiori capacità di comprensione e una mente  piu aperta. L'ingresso alle secondarie però, non era stato altrettanto positivo. Il padre aveva dovuto chiudere il negozio e trasferirsi in una  nuova città per lavoro, così la moglie e la figlia l'avevano seguito. Avevano atteso l'estate per il trasloco, anche per permettere a Diana di terminare il ciclo di studi. Se il buongiorno si vede dal mattino quella non doveva essere una bella giornata, fu quello che pensò la ragazzina incontrando le persone del nuovo condominio e incrociando i loro sguardi diffidenti.
Aveva imparato ad essere il piu autonoma possibile, era esperta nel vestirsi, espletare i bisogni, cucinare qualcosa ma non si era mai abituata al disagio e all'imbarazzo che provocava negli altri. Aveva tutta la sua forza nelle braccia che allenava quotidianamente sia con lo sport che suonando il violino. Era stata la sua salvezza la musica. Aveva sperimentato il suo potere aggregante facendo parte dell'orchestrina della parrocchia dove risiedeva prima e forse quella era la cosa che le pesava di più. Abbandonare i suoi amici, compagni di tante emozioni che l'avevano vista anche protagonista come violinista e come direttrice del gruppo, nonostante la giovane età,  non era facile. Lei era una personcina dal carattere forte e suo padre meritava ogni sacrificio. Mai lo avrebbe abbandonato. Era sicura che avrebbe trovato nuove amicizie e nuovi interessi. 

(PRIMA PARTE)



(Disegni di Virginia Cioffi)

Gerardina Rainone nasce a Salerno. Diplomata in Violino e Viola, ha sviluppato un percorso che l'ha portata ad eseguire repertori poco frequentati ma interessantissimi, quali il duo violino-chitarra, il duo violino-violino e violino-viola, il trio e il quartetto d’archi e il quartetto barocco (due violini e basso continuo).

È attualmente docente della cattedra di Violino presso la Scuola Media ad Indirizzo Musicale di Caserta.

E’ artista poliedrica, spaziando dalla musica alla letteratura ed ora anche al giornalismo. La sua passione per la poesia nasce in età adolescenziale ma è solo negli ultimi anni che la incanala in brevi ma intensi componimenti.

Ha pubblicato a novembre 2016 il suo primo libro di poesie per Monetti Editore dal titolo “Il Pentagramma delle parole”. La pubblicazione più recente risale al 2019 con la silloge "Frammenti" per la Paradigma Nouu.

E' anche eccellente narratrice, dallo stile molto originale e fuori dagli schemi, premiata in vari concorsi letterari. La sua arte si percepisce come i clic di una macchina fotografica alla ricerca spasmodica degli attimi da raccontare, senza fronzoli formali e con tutta l'essenza concreta del loro snodarsi.

Da circa un anno collabora con il Corriere di San Nicola, dove conduce la rubrica “Ecologia e salute” e si occupa prevalentemente di problematiche ambientali con un occhio, molto particolare, anche alla scuola.

©Corriere di San Nicola