Dedicato a te, Andrea, che te ne sei andato per sempre

Alle prime luci dell’alba è volato in cielo
ANDREA DE SIMONE, amico fraterno, emblema di generosità.
Lavorò nella storica Olivetti.
Conosciuto e stimato da tutti, con lui viene a mancare un pezzetto di cuore della vecchia Rotonda.


“Nicò, tu sei il mio unico amico”. Unico, non “migliore”, come spesso si dice per dare enfasi all’affermazione. Me lo ha detto per quasi mezzo secolo, sin dal primo giorno in cui ci conoscemmo per intercessione di un amico che mi aveva venduto la sua 500. L’avevo comprata con i soldi che mi ero guadagnato col mio primo lavoro in quell’estate del ’71, dopo essermi diplomato. Aveva bisogno di una guardatina generale di controllo. Lui, competente meccanico per diletto e passione, si accorse subito della mia frenesia, della mia ansia di guidare la mia prima macchina. Gli bastò uno sguardo per decidere di accontentarmi. Era appena tornato dal suo turno di lavoro alla storica Olivetti. Ci si dedicò tutto il pomeriggio fino alle prime ore della notte per consegnarmela la mattina successiva.

Diventammo amici improvvisamente. Colpiti contemporaneamente, senza renderci conto, da un fulmine che ci folgorò gli animi, il cuore, i sentimenti.

Nulla di ogni passo della mia vita non è stato da egli vissuto con partecipazione; nulla di ogni istante della sua esistenza non ha coinvolto la mia.
Casa sua era casa mia. Mi voleva sempre lì. Se ci mancavo solo un giorno, mi rimproverava e mi diceva “ti sei scordato di me?”. La sua adorata famiglia mi ha sempre voluto e mi vuole un sacco di bene. La moglie Carmela, i figli Mimmo, Antonio e Michele. E le sorelle e i cognati, poi i nipoti. Tutti che abitavano in quel “cortile" di Via Cairoli, dentro il quale alloggiano ancora, con i mai smunti colori della nostalgia, incancellabili miei affetti.

Se n’è andato alle prime luci dell’alba di oggi, 17 novembre. Aveva incredibile voglia di vivere. Riusciva a trasmetterla a tutti senza sforzarsi, gli era genuina.

Andrea era un generoso, uno che non ti abbandonava mai nei momenti difficili, un’ancora di salvezza quando avevi bisogno di parlare, di sfogarti su qualsiasi cosa. Avvertiva che lo cercavi e te lo vedevi accanto all’improvviso senza mai chiamarlo. Io non so quanti amici come lui esistono. Io non so come definire la sua onnipresenza spontanea nella mia vita. La sua amicizia è stata un miracolo divino. Dopo i suoi affetti familiari venivo io, dopo i miei affetti familiari veniva lui, ma essi tutti si confondevano. Non è mai esistita una netta separazione. Ad Andrea non ho voluto bene solo io, ma tutta la mia famiglia, le famiglie dei miei fratelli, i miei compianti genitori. A me non ha voluto bene solo Andrea, ma tutta la sua famiglia, le famiglie delle sue sorelle, la sua adorata mamma.

Andrea era uno buono come il pane. Amava raccontare, ma come pochi sapeva soprattutto ascoltare. Si, ascoltava con partecipazione. Quante le volte che gli dicevo: “Ma Andrè, come fai a sapere quello che ti sto raccontando se tu non c’eri?”. Mi sbagliavo. Perché lui con me c’era sempre. Con il cuore, con l’animo, con lo spirito; esserci presente anche con il corpo diventava un dettaglio insignificante.

Il suo segreto era la semplicità, quella cosa che nessuno, se in essa non ha vissuto, mai potrà capire.

Sono sconvolto. Sono in crisi. Andrea per me era tutto quello che l’amicizia può avere. Andrea era per me tutto quello che all’amicizia si può chiedere.
Ci sono persone che entrano nella nostra vita e se ne vanno in fretta. Altre diventano amici e restano per poco tempo. Andrea De Simone entrò nel mio cuore e da allora non è più uscito, perché mi ha dato in dono una presenza amica.
E’ stato per me sorgente di gioia. La sua morte dà più senso e maturità ai miei sentimenti, la sua amicizia è stata un segno di pienezza per la mia vita. 

Mi diceva sempre “Nicò, tu sei il mio unico amico”. Era il suo saluto che mi rivolgeva all’inizio e alla conclusione di ogni nostro incontro. Era il suo buongiorno e la sua buonanotte per me.
Ed ora che queste parole come campane di un giorno tristissimo mi risuonano continuamente nella mente, non posso che gridargli di nuovo anch’io, come spesso facevo, ma forse non con la sua stessa grandiosa intensità emotiva, “Andrè, anche tu sei stato il mio unico Amico”.

Nicola Ciaramella