Con Maria Natale a parlare di scuola e commercio in tempo di Covid

Intervista alla ri-confermata assessora della seconda giunta Marotta: “Sarebbero tantissime le iniziative, ma nella concretezza attuale c’è un blocco perché i progetti si fanno quando c’è la presenza degli alunni”.
Sul commercio: “
Anche le piccole cose aiutano le attività a stare in piedi, come i bambini che vanno a scuola e comprano la merendina, il genitore che all’uscita attende il figlio fuori scuola e ottimizza i tempi facendo la spesa...”.


Abbiamo incontrato, giovedi 19 novembre, all’interno degli uffici della Casa Comunale di San Nicola la Strada, l’Assessore alla scuola, università, commercio e attività produttive, che ci ha rilasciato un’intervista al fine di poter dare voce agli studenti e ai commercianti, alla luce soprattutto del duro periodo che stanno vivendo.
La rieletta Maria Natale ha espresso grande solidarietà per i ragazzi che sono costretti alla DAD da ormai lungo tempo, sottolineando che ciò che serve oggi è tornare ad avere la tangibilità delle cose.
«Stiamo vivendo -ha detto- all’interno di una bolla d’aria sospesi nel vuoto e siamo in attesa che si rompa e che possa farci tornare con i piedi per terra, così potremo riattivare il concetto di concretezza».

-Cosa s’intende con la definizione “Assessore all’università”, visto che a San Nicola la Strada una vera e propria Università non c’è?...

«In realtà a San Nicola la Strada noi abbiamo la succursale dell’università di Caserta “Luigi Vanvitelli”; si chiama “Circe” ed è la facoltà di matematica e fisica sita in viale Carlo III n.153 (presso Ex-CIAPI); inoltre è una delle università più importanti in quanto dispongono di macchinari molto all’avanguardia, è frequentata molto anche dagli stranieri e ha perfino collaborato con la scientifica per analizzare reperti riguardanti scene del crimine. Si era infatti pensato di creare una forma di College all’interno dello stabile, così da poter dare ancora più valore a questa facoltà.
Abbiamo mantenuto i rapporti anche con l’Unitre Caserta, l’università della terza età seguendo e presenziando a stupende manifestazioni e percorsi che si sono tenuti fino all’anno scorso; infatti è stato tutto molto interessante perché sono stati progetti fatti con molta passione. 

Certo, sul territorio non abbiamo università come potrebbe essere Caserta, che ha tante succursali della Centrale di Napoli, però anche mantenere rapporti con loro che sono comunque limitrofe al nostro territorio può essere un dato importante, anche perché i ragazzi che escono dal nostro liceo hanno bisogno comunque di indirizzi disponibili. All’interno della nostra Biblioteca Comunale ci sono stati degli universitari che hanno fatto piani di studio e analisi dei libri ed è anche questo un dato che ha la sua importanza
».

-Su che progetti sta lavorando in questo periodo?

«Questa è una domanda complicata perché, nell’immaginario, ci sarebbero tantissimi progetti; ma nella concretezza attuale c’è un blocco perché i progetti si fanno quando c’è la presenza degli alunni; lavorando in DAD non si può far nulla che possa coinvolgerli senza stancarli ulteriormente. Io credo che il vero progetto sul quale si debba lavorare è cercare di rendere concreta la speranza di riportare i ragazzi all’interno delle scuole; loro hanno ampiamente dimostrato il bisogno di tornare a una frequentazione normale; l’esperienza scolastica vissuta fra i banchi dove il contatto umano è alla base di tutto è qualcosa di imparagonabile a cui i nostri ragazzi non vogliono più rinunciare».

-Abbiamo visto che durante il primo lockdown sono stati consegnati tablet e computer per permettere la Didattica A Distanza anche agli studenti meno abbienti. Come ci si sta muovendo durante questa nuova chiusura?

«Per quanto riguarda i tablet che noi abbiamo dato precedentemente in sincronia con le presidi delle scuole, essi sono stati ridati anche durante questa chiusura; quest’oggi la scuola Mazzini ha completato la diffusione di questi mezzi per gli studenti meno abbienti, per loro stiamo anche cercando di provvedere, sempre in base alle decisioni del governatore della regione, a poter dare anche la connessione in qualche modo, così da poter facilitare quello che è l’andamento della DAD. Diciamo, però, che sembra che ci siano buone possibilità che i ragazzi tornino all’interno delle scuole e quindi, se così fosse, non ci sarebbe più necessità di provvedere a fargli avere la connessione».

-Ci sono possibilità di arrivare a una digitalizzazione scolastica di alcune attività anche per il futuro?

«Digitalizzare vorrebbe dire imporre un percorso di studi fatto a distanza e penso che noi non siamo pronti e che, anzi, in realtà sia controproducente per quello che è il rendimento scolastico dei nostri ragazzi. Credo, inoltre, che l’esperienza attuale della DAD abbia portato a una sorta di rifiuto di usare il digitale come fonte di apprendimento che, fino a poco tempo fa, era stato sempre usato solo e unicamente come fonte di svago».

-Cosa ci può dire per quanto riguarda il commercio?

«La situazione è molto difficile e si ripercuote in pieno su quello che è il commercio e l’attività produttiva che viaggia di pari passo con quella scolastica; infatti non si può di certo dire che una vada bene e l’altra sia invece in difficoltà: lo sono entrambe. Il commercio bene o male riesce a sopravvivere perché comunque le necessità della popolazione ci sono in ogni caso, anche se comunque le vendite sono ovviamente ridotte al 50% delle normali possibilità. La situazione, come è oggi, ha forse destabilizzato di più il commercio sotto alcuni aspetti, perché la decisione di tenere le attività aperte, limitando però così tanto l’affluenza delle persone nelle strade, porta comunque e in ogni caso un grave danno agli esercenti. Se pensiamo a come era il commercio prima di questa emergenza, basti pensare che soprattutto le piccole cose aiutano le attività a stare in piedi, come i bambini che vanno a scuola e comprano la merendina, il genitore che all’uscita attende il figlio fuori scuola e ottimizza i tempi facendo la spesa, ecc. Queste sono tutte cose che al giorno d’oggi ci vengono impedite creando alla lunga delle problematiche molto gravi, che speriamo di poter risolvere nella maniera più giusta possibile».

Maria Ottaviano

©Corriere di San Nicola