Il dissesto è finito...

...ma non andate ancora in pace!


La Commissione Straordinaria di Liquidazione ha detto Amen. Dopo quasi sei anni di lavoro, ottimamente retribuito, l’organo deputato a gestire i conti del dissesto finanziario del Comune di San Nicola la Strada, dichiarato il 31 dicembre 2014 a poche ore dai botti di Capodanno, ha depositato finalmente il piano di estinzione delle passività.
Le risultanze della liquidazione riportate nel piano di estinzione evidenziano un saldo positivo pari ad €. 959.920,58 così determinato:
-Totale massa attiva 10.149.312,67
-Totale delle spese per la gestione della liquidazione (parcelle dei tre commissari -ndr) 363.753,37
-Massa attiva residua 9.785.559,30
-Totale della massa passiva ammissibile alla liquidazione 8.825.638,72
DIFFERENZA POSITIVA 959.920,58.

Non siamo tecnici della finanza e crediamo, sinceramente, che neanche in amministrazione ce ne siano. 
Anche se di tecnici non c’è affatto bisogno per capire che il dissesto finanziario del Comune di San Nicola la Strada dichiarato alla fine del 2014 è stato un vero e proprio massacro nei confronti dei cittadini contribuenti sannicolesi. Che sono stati gli unici a sacrificarsi, pagando le aliquote delle tasse al massimo.
A subire le pene è stata anche la massa dei creditori, che per realizzare almeno qualcosa ha accettato una cospicua defalcazione della cifra spettante.

L’unica a non aver fatto un cavolo di sacrificio e a navigare felice e contenta è stata l’amministrazione.

Che ha goduto per cinque anni di entrate nettamente superiori a quelle a disposizione della precedente: per le aliquote al massimo pagate dai cittadini; per il regalo a fondo perduto di quasi due milioni offerto dallo stato per aiutare i comuni in dissesto; per aver contratto mutui per il risanamento a comode rate.
E che ora si ritrova con un attivo di un milione, perché i soldi racimolati dai cittadini e dallo stato sono superiori a quelli da pagare per chiudere la partita (anche per questo, evidentemente, non ha avuto bisogno di affrettarsi per intimare ai cittadini di pagare i canoni idrici in tutti questi anni).
E che ha usato il dissesto per cinque anni come alibi per non aver potuto fare granché.

Una sola cosa ora l'amministrazione dovrebbe fare, dopo aver riportato le aliquote delle tasse ai livelli pre-dissesto: restituire i soldi “avanzati” ai cittadini, in termini di miglioramenti dei servizi e dello stato di manutenzione della città.
Aggiustando subito le strade che stanno sprofondando, premiando decentemente e non con mezzo chilo di mozzarella chi fa bene la raccolta differenziata, sostenendo i bisognosi con soldi presi dalle ricche casse comunali e non sfruttando contributi statali, togliendo il volto di bronx alla Rotonda Ovest, creando strutture aggregative al posto dei dormitori, aprendo la biblioteca comunale, dando mazzate ai padroni dei poveri cani portati a defecare sui marciapiedi o a chi butta l’umido quando si raccoglie l’indifferenziato e non ai contribuenti, eccetera eccetera.
Per far sì, insomma, che la città non continui a viaggiare nel buio e nel vuoto come sta facendo.
Per far sì che i sannicolesi non comincino a pensare seriamente di andarsene via da una città che forse non esiste.

Sperare è d’obbligo. Anche se adesso diranno che ci sono altri conti in sospeso, che la papera ancora non può galleggiare e che bisogna continuare ancora a pagare prima di andare in pace.

Ma sperare è comunque d’obbligo.
Perché siamo di fronte ad una amministrazione in cui ci sono ben quattro elementi che furono, nel 2014, tra quelli che determinarono il dissesto, non votando il piano di risanamento proposto dall’allora sindaco. L’allora sindaco che oggi, per ironia della sorte, siede, virtualmente, accanto a loro. Chissà, forse cercheranno tutti di farsi perdonare.

Poi dicono che noi ce l’abbiamo con la politica.

Nicola Ciaramella
©Corriere di San Nicola