Sulle tracce del Salvator Mundi

L’opera più costosa mai acquistata all’asta da un privato …si chiama anche gioco delle tre carte...trova le differenze, trova l’originale, o, in fondo, tutti abbiamo la copia di noi stessi.

 

 

Il Salvator Mundi è un dipinto attribuito a Leonardo, anche se alcuni esperti nutrono ancora forti dubbi. Nel 2011 è esposto per la prima volta alla National Gallery di Londra, dopo un delicato lavoro di restauro e numerose perizie tecniche. Il dipinto riprende l’iconografia d’arte bizantina del Cristo Pantocratore (immagine di Dio in Gloria).

Nel 2017, il dipinto è aggiudicato a un’asta Christie’s al dipartimento di Cultura e Turismo di Abu Dhabi per la somma di 450,3 milioni di dollari. Fino a pochi anni fa non si era a conoscenza dell’opera, il cui passato è avvolto nell’ombra. Secondo il Wall Street Journal, il dipinto ora si troverebbe sullo yacht (in attesa della costruzione di un museo a Riad, capitale dell’Arabia Saudita) del principe ereditario Mohammed Bin Salman Al Sa’Ud, il protagonista di una recente intervista da parte di un nostro Senatore della Repubblica, al centro di aspre polemiche.
Il Salvator Mundi è stato al Metropolitan Museum e al Museum of Fine Arts di Boston. Nel 2018 avrebbe dovuto essere esposto al Louvre di Abu Dhabi e anche a Parigi, ma il celebre dipinto ha mancato entrambi gli appuntamenti, facendo perdere clamorosamente le sue tracce.
Il mistero che s’infittisce, sembra legato, almeno idealmente, alla scomparsa di una copia del Salvator Mundi custodita nel Museo Doma di San Domenico Maggiore a Napoli. Sarà un caso che l’opera napoletana sia sparita (poi ritrovata durante il primo lockdown) proprio quando gli occhi di tutto il mondo erano puntati sull’originale e magari ci sarebbe stato bisogno di studiarne i dettagli artistici?

Chi è Mohammed Bin Salman, primo ministro ed erede al trono saudita e perché acquista il Salvator Mundi, simbolo d’ispirazione cristiana?

Molti attenti osservatori, negli ultimi tempi, hanno registrato un cambiamento nella politica araba, anche se tale mutamento sembrerebbe solo apparente. Il principe erede al trono ha tutta l’intenzione di diversificare l’economia del paese basata fino a poco fa solo sul petrolio, per cui costruisce parchi, città e acquista opere d’arte. Sembra che abbia acquistato perfino Chateau Louis XIV, il castello di Luigi XIV, per 300 milioni di dollari. Il giovane Mohammed (31 agosto 1985), rilascia interviste all’Economist e ad altri importanti giornali, interviene in conferenze nella Silicon Valley; è chiara, insomma, una strategia di cambio immagine, come quando modifichiamo la foto del nostro profilo social, magari ritoccandola un po’, però poi restiamo sempre gli stessi.
Il monarca vuole cambiare pelle e mostrare al mondo un paese democratico e liberale, aperto alle sfide, anche se la realtà sembrerebbe un’altra. Le ombre avvolgono presunti omicidi, come quello del giornalista Jamal Khashoggi e la reclusione di donne attiviste. Le ombre oscurano la libertà d’informazione e la condizione dei lavoratori, in Arabia Saudita il lavoro è schiavismo diffuso e persistente.

Cosa c’entrano tali scenari e certi personaggi con noi, cittadini di piccole città o province? Perché dovrebbe interessarci cosa accade in un paese lontano da noi non solo geograficamente? Un principe miliardario, un Senatore della Repubblica italiana, un presunto Rinascimento arabo, il Salvator Mundi leonardesco. Infine, il Cristo Benedicente napoletano, che con una mano benedice, con l’altra regge una sfera di cristallo (il mondo).

Tutto è riconducibile all’immagine cristiana del Salvatore del Mondo, l’enigmatica figura che sembra svelarci quel mistero, che non riusciamo a comprendere fino in fondo.

Un’opera di grande valore, attribuita a Leonardo (o in ogni caso proveniente dalla scuola Leonardesca) andrà ad adornare un museo in un paese di religione islamica, dove i cristiani sono perseguitati. Il principe continuerà la sua campagna di Restyling con l’aiuto di chi lo vorrà intervistare o adulare, continuerà a citare frasi di Winston Churchill in giro per il mondo e a promuovere il suo Rinascimento arabo, come se ne conoscesse il significato!

Non sappiamo se il Sovrano arabo o chi ne loda le doti conoscano davvero la corrente, che nell’occidente segnò la fioritura delle arti e delle lettere, dei valori più profondi dell’uomo. Potremmo, però, da provinciali, analizzare l’accezione letterale di Rinascimento e Rinascita. Seguendo una deduzione logica e nessuna arte erudita, potremmo ritenere che per rinascere bisognerebbe prima morire. Possedere l’estro di Leonardo e di Raffaello, ma questa è un’altra storia. Rinunciare al proprio egoismo e alle manie di grandezza, alle strategie di potere e ai propri interessi. Le ombre e i giochi degli umani sembrerebbero intrecciarsi con il mistero di un dipinto che arriva dal passato, ma è solo suggestione, lui pare volerci dire qualcosa, mentre sorregge e salva il mondo. Sta a noi capire.

Giovanna Angelino

©Corriere di San Nicola

LifeStyleSlow.com