“Ad Onor del vero”, la verità segue tutte le strade

Il nuovo libro di Vincenzo Monti è una lettera appassionata, un racconto documentato di uno dei periodi più bui della storia

 

È un documento storico, il nuovo libro di Vincenzo Monti, ma anche un messaggio appassionato alle nuove generazioni. Nel testo sono presenti foto e documenti, che testimoniano e cercano di fare luce su un periodo storico fra i più bui che l’umanità abbia mai conosciuto: il fascismo.  

Ad onor del vero” inizia con un prologo, che in parte si riferisce allo scrittore e giornalista Gino Barbieri, autore de “La fuga verso la libertà”, un libro nel quale vi è un racconto non veritiero del periodo fascista sull’isola d’Ischia, secondo quanto afferma Vincenzo Monti con queste parole: Caro amico, giornalista, scrittore Gino Barbieri, le fonti orali e le fonti scritte devono essere interpretate le une alla luce delle altre. La maggior parte di coloro che hanno vissuto la guerra non ci sono più e non potranno raccontarci quello che hanno visto, vissuto e provato. Perché, per scrivere il tuo libro, hai aspettato che la maggior parte di coloro che c’erano non potessero più parlare?

Vincenzo è figlio di Angelo Monti, segretario del partito fascista sull’isola di Ischia. Nonostante l’iscrizione al partito, obbligatoria per continuare a svolgere la professione di Maestro, egli aveva l’ammirazione dei suoi concittadini. Molte lettere dimostrano, infatti, la sua distanza dalle dinamiche facinorose fasciste, nonostante ricoprisse una carica tanto importante. Altrettante missive sono elogi e attestati di stima nei suoi confronti. Il periodo fascista e le sue atrocità non sono tanto lontani da noi, e sbaglia, chi pensa il contrario.

“Ad Onor del vero” fa un buon lavoro e accende un riflettore anche sul ruolo del giornalismo nel nostro paese, tema, di recente anche al centro di un discorso di Papa Francesco.

Un giornalista onesto deve guadagnarsi la fiducia del lettore dicendo sempre tutta la verità e, se ci si sbaglia, chiedere scusa immediatamente – è quanto afferma Monti nel suo prologo.

Poi continua: Il giornalismo non attiene alla letteratura ma alla storiografia. Il giornalista non opera come un romanziere, ma come uno storico, che deve attenersi ai fatti e saperli raccontare con chiarezza.

“Ad onore del vero” è un atto attraverso cui, Vincenzo Monti racconta la sua verità, è il grido di un figlio che difende la memoria di suo padre e lo fa scandagliando documenti, atti, lettere e testimonianze di chi aveva conosciuto il segretario del partito. Chi tenta di raccontare una verità diversa, non getta fango solo sul segretario fascista, ma anche sulle persone che lo stimarono e che lo difesero fino alla fine. Il libro è una narrazione precisa, di una verità ricercata nei piccoli gesti; oltre alle lettere scritte da Angelo Monti, con le quali egli tentava di difendere alcuni cittadini per atti o parole contro il regime (quando avrebbe potuto prendere direttamente provvedimenti), vi sono articoli di giornali che testimoniano l’impegno di Monti e dello stesso Podestà Conte a favore della cultura, dell’arte e del turismo sull’isola. Vincenzo Monti da bambino ricorda molti ebrei che si rifugiavano sull’isola, e che con il tempo stringevano con la sua famiglia rapporti di sincera amicizia.

Il periodo fascista a Ischia fu anche occasione per promuovere numerose attività sportive e ricreative, tutte documentate dalle testate giornalistiche dell’epoca. Il professore fu anche il primo a portare la televisione sull’isola, grazie alla grande passione per l’elettronica. Nonostante Casamicciola fosse un paesino di circa tremila anime, gli alberghi e le pensioni accoglievano ogni anno centinaia di turisti, meravigliose ville valorizzavano ancora di più il posto, che poteva considerarsi, nonostante tutto, un’isola felice.

“Ad onor del vero” s’immerge in una quotidianità, spesso da noi troppo lontana, ma che vale la pena scoprire e comprendere fino in fondo. Erano anni duri, quelli del fascismo; presto nuove leggi vietarono agli ebrei di lavorare in pubbliche amministrazioni, di frequentare le scuole, furono eliminati libri scolastici scritti da ebrei, furono rinominate strade a loro intitolate, come anche lapidi e monumenti.

Dopo la caduta del fascismo, il segretario del partito fu sollevato dall’incarico di maestro e lasciato senza stipendio, in attesa di essere giudicato. Iniziò per tutta la famiglia un durissimo periodo di povertà. Molti compaesani rilasciarono spontaneamente tantissime dichiarazioni per scagionare il Professore da tutte le accuse (alcune delle quali pubblicate nel testo). La storia è il racconto della verità, e quest’ultima può essere riconosciuta solo attingendo a tutte le fonti a disposizione, e il lavoro fatto in questo libro è una chiara e limpida ricerca della verità.

La commissione, dopo aver esaminato gli atti, revocò tutte le sanzioni disciplinari a carico del Professor Angelo Monti. Ogni anno, nel mese di gennaio si ricorda l’Olocausto; tutta Italia celebra attraverso eventi e manifestazioni la pagina più orrenda della nostra storia. Ma dobbiamo comprenderla fino in fondo la storia, entrarci dentro senza pregiudizi. Nelle scuole numerose iniziative celebrano questa ricorrenza, che a volte sembra solo, vuota apparenza. Proviamo a riempire quel ricordo di sostanza e verità, mettendo in campo tutta la nostra intelligenza e il buon senso. È fondamentale continuare a passare il testimone alle nuove generazioni perché non dimentichino, perché facciano tesoro del passato, perché comprendano la pericolosità di atteggiamenti aggressivi e di parole d’odio, che circolano ancora oggi, purtroppo, anche sui social. “Ad onor del vero” è un tuffo nel passato, ma ci induce a riflettere sul nostro percorso. Infine, il testo fa un’eccellente operazione con due importanti sviluppi; da un lato mettendo al centro il ruolo del giornalista (alcuni hanno dimenticato qual è), che deve attenersi a fonti veritiere, dall’altro facendoci comprendere un’altra parte della storia, che non è solo quella scritta sui libri o rappresentata in qualche film. La storia è verità, solo imparando a riconoscerla possiamo costruire il futuro.


Giovanna Angelino

©Corriere di San Nicola



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