Celebrato il Mercoledi delle Ceneri in Santa Maria degli Angeli

Il messaggio di Don Franco Catrame per la Quaresima 2021: «E' giunto il momento di cambiare mentalità, di voltare le spalle ad una “religiosità” vuota, di imboccare la strada della novità del Vangelo». 

E’ iniziato, con il rito del Mercoledi delle Ceneri, celebrato in Santa Maria degli Angeli la mattina e la sera del 17 febbraio, il cammino quaresimale 2021.

«Ci incamminiamo sui passi di un nuovo tempo di grazia: la Quaresima. L’austerità di questo tempo -scrive Don Franco Catrame nel messaggio ai fedeli- è quella di farci riscoprire la gioia vera e la misericordia senza fine del Padre.
In questo tempo di Quaresima, accostiamoci con fiducia alla Misericordia divina per riscoprire e ricevere la pienezza della gioia e della grazia Battesimale, dono del Risorto all’intera umanità.
I tempi che viviamo, purtroppo, ci allontanano dalla Misericordia di Dio e ci orientano ad uno stile capace solo di egoismo e di egocentrismo, cosicché l’uomo si vede sempre più schiacciato dalle tenebre. L’uomo di oggi ha perso il senso del peccato: idee e costumi, oggi, allontanano totalmente l’uomo da Dio, lo concentrano nel culto del fare e del produrre e lo travolgono nell’ebbrezza del consumo e del piacere, senza preoccupazione per il pericolo di “perdere la propria anima”. L'uomo può costruire un mondo senza Dio, ma questo mondo finirà per ritorcersi contro l’uomo!
Forse questo pensiero sembra non adatto a noi, che siamo così assidui nel “Tempio”! Eppure, se esaminiamo bene le nostre coscienze ed il modo in cui affrontiamo la quotidianità, ci accorgiamo che la Parola di Dio, ascoltata e solennemente celebrata nelle nostre Liturgie “tanto perfette”, finisce per scorrerci addosso senza minimamente sfiorarci e penetrare nel cuore. Pertanto, il dono della “Comunione” di cui tanto parliamo, ma che poco o per niente affatto ci impegniamo a costruire, resta solo un’ideologia.
Tuttavia, il Signore Dio, «Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione» (2 Cor 1,3), non smette di amarci e di venire incontro a noi; egli, come il Padre misericordioso della Parabola evangelica (cfr. Lc 15,11-32)corre incontro a noi, figli prodighi, ci accoglie, ci abbraccia e fa festa ogni volta che riusciamo a “rientrare in noi stessi” per capire che “da soli” non possiamo far nulla:  restiamo soltanto prigionieri delle tenebre! Gli affanni della nostra vita, gli stress, le delusioni, le amarezze, le malattie… con cui ogni giorno veniamo a contatto, risultano per noi desiderio di evasione: noi non ce la facciamo più di sopportare queste situazioni, tanto gravose per cui non riusciamo a venirne fuori.
Siamo troppo presi dal materiale, dal chiasso, dal rumore di una vita arida!
Siamo un “popolo biblicamente denutrito, spiritualmente anemico!” (Am 8,11-12).
Siamo tanto bravi a preparare e celebrare Liturgie perfette, a moltiplicarle, ma non le viviamo! Il seme della Parola di Dio non ci tocca!
I nostri cuori sono chiusi a quella Parola che risulta tanto scomoda! Noi siamo bravi soltanto nelle situazioni di comodo, quelle che ci danno tutto e subito! Siamo bravi a spiegare, a proporre ai fratelli l’insegnamento dell’inno alla Carità di san Paolo (1 Cor 13), ma non abbiamo il coraggio permettere da parte noi stessi, il nostro perbenismo, il nostro acconsentire tacito di fronte a tante situazioni di “peccato”! Preferiamo sempre l’espressione: “A me non interessa!”. E così, noi saremmo i bravi cristiani, quelli che ogni Domenica partecipano all’Eucaristia assiduamente il “Tempio”, ma che dimenticano di essere «tempio dello Spirito Santo» (1 Cor 6,19)!

Siamo un popolo spiritualmente anemico!

La frenesia del quotidiano, purtroppo, ci distrae dal profondo senso del nostro stato di creature, in quanto le cose “da fare” sono sempre un’infinità: corriamo tutto il giorno a destra e a sinistra, non abbiamo mai qualche minuto per respirare… non abbiamo il tempo di pensare! Spesso ci ritroviamo ad essere come “macchine”, capaci solo di “fare”, non di “essere”!

Il mondo materiale ci affascina, ci lusinga, ci attrae, ma ci rende superficiali in quanto è incapace di procurarci la Gioia vera, che sgorga dal Cristo risorto. Dal mondo materiale ci vengono forniti due insegnamenti, esattamente opposti a quanto il messaggio del Vangelo ci vuole trasmettere: accontentarsi e rassegnarsi!

Il mondo materiale ci concede soltanto delle emozioni che, nel tempo, vanno scemando fino a scomparire; ci permette di vedere dei bagliori, ma non «la Luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1,9). Da ciò scaturiscono le profonde incertezze e delusioni, di cui ogni giorno paghiamo il conto sulla nostra pelle!

Tanti giovani si tolgono la vita perché non riescono a scoprire il tesoro del “mondo spirituale”, del Regno di Dio già presente in mezzo a noi; Regno che, piuttosto di accogliere e far fruttificare, ci ostiniamo a rifiutare!

È da questo nostro atteggiamento che sgorgano i mali del mondo e della Storia. E noi ne siamo responsabili perché, pur conoscendo la Luce, continuiamo a preferire le tenebre.

In conclusione, è giunto il momento di cambiare mentalità, di voltare le spalle ad una “religiosità” vuota, di imboccare la strada della novità del Vangelo, di rivisitare i contenuti sempre antichi e sempre nuovi della spiritualità cristiana, perché non risultino impedimento insopportabile dentro l’intreccio delle nostre molteplici attività.

Questa Quaresima sia davvero occasione per gustare la gioia del Perdono e dell’Amore senza limiti di Dio, perché è questa l’unica strada che può condurci alla Pasqua e farci riscoprire la dimensione Battesimale, sorgente inesauribile di santità! ».

Di grande profondità l’omelia di Don Franco nella messa delle ore 18.
Dialogata con naturalezza, con spontaneo navigare tra i fascini della Parola, con mitezza e a volte anche benevola severità.
“Grazie di esserti offerto per noi”, ha detto rivolgendosi al crocifisso esposto davanti all’altare.
“Gesù è morto per me. Gesù è morto per noi”.  
E’ qui l’essenza della Pasqua. L’essenza del vero cristianesimo.


IL MERCOLEDI DELLE CENERI 

Con il "mercoledì delle ceneri" inizia ufficialmente il tempo penitenziale della Quaresima, periodo di cammino verso la celebrazione della Pasqua.
Il rito che viene compiuto oggi è, sicuramente, molto suggestivo, anche per chi non è molto vicino alla fede o alla prassi ecclesiale. Il gesto dell'imposizione delle ceneri richiama infatti molti sentimenti: la penitenza, l'umiliazione, la conversione, sentirsi fragili e peccatori.

La celebrazione delle ceneri nasce a motivo della celebrazione pubblica della penitenza: costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del giovedì santo. Molto tempo fa, infatti, la confessione non avveniva in modo ricorrente (cosa che "dovrebbe" capitare oggi tra i cristiani...), ma una sola volta, ed in modo pubblico. Pubblica infatti era anche la "confessione" che avveniva per tutti i penitenti il Giovedì santo.

La teologia biblica rivela un duplice significato dell'uso delle ceneri.

1 - Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell'uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: "Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere..." (Gen 18,27). Giobbe riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: "Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere" (Gb 30,19). In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell'uomo simboleggiata dalla cenere (Sap 2,3; Sir 10,9; Sir 17,27).

2 - Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un cammino verso il Signore. Particolarmente noto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: "I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere" (Gio 3,5-9). Anche Giuditta invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: "Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore" (Gdt 4,11).

La nostra liturgia attuale ha conservato entrambi questi concetti biblici: due infatti sono state le "formule" attraverso le quali veniva (e viene tuttora) imposta la cenere sul capo. "Ricordati che sei polvere..." e "Convertitevi e credete al Vangelo", sono le due frasi che vengono recitate al penitente. La Chiesa continua a dire ad ogni uomo, ad ogni cristiano che tutti siamo continuamente bisognosi di "conversione", (tutti nessuno escluso...tutti oggi ricevono le ceneri....)
Disponiamoci quindi ad iniziare bene questo itinerario di conversione comunitario, per giungere con rinnovata gioia a celebrare la Santa Pasqua.

Don Francesco Catrame 



Tutte le date dalla Quaresima alla Santa Pasqua 2021

-Mercoledì 17 febbraio: Mercoledi delle Ceneri, inizio della Quaresima
-Domenica 21 febbraio: I Domenica di Quaresima
-Domenica 28 febbraio: II Domenica di Quaresima
-Domenica 7 marzo: III Domenica di Quaresima
-Domenica 14 marzo: IV Domenica di Quaresima
-Domenica 21 marzo: V Domenica di Quaresima
-Domenica 28 marzo: Domenica delle Palme
-Giovedi 1 aprile: Giovedi Santo (Fine della Quaresima)
-Venerdi 2 aprile: Venerdi Santo
-Sabato 3 aprile: Sabato Santo

-Domenica 4 aprile: Domenica di Pasqua

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