DONNA oggi e sempre

8 marzo Festa della donna, ovvero “Giornata Internazionale della donna"
 
Le donne hanno saputo imporsi? Sono protagoniste oggi? 
Forse non tutti sanno che solo nel 1946 le donne ottennero il diritto al voto. Tante le lotte del movimento femminile che si è mosso autonomamente fino all’emancipazione della donna e al pieno riconoscimento della parità dei diritti e delle pari opportunità tra uomo e donna.
Vediamo brevemente le tappe che hanno accompagnato le donne verso la parità di genere.
 
Diritti delle donne: le leggi che hanno cambiato il corso della storia.
 
È solo verso la fine dell’Ottocento che le donne in Italia cominciano a vedere riconosciuti alcuni dei basilari diritti umani: quello all’istruzione, ad esempio, viene ottenuto nel 1874, quando alle donne è consentito l’accesso ai licei e alle università. In realtà, molti istituti continuarono a rifiutare le iscrizioni femminili e molte professioni rimasero precluse a laureate e diplomate.
Durante il primo conflitto mondiale, con  gli uomini impegnati al fronte, le donne  prendono il loro posto di lavoro. Il grande contributo femminile durante questo periodo così particolare riaccende il dibattito sulla loro condizione.
Con la Legge Sacchi, nel 1919 viene abolita l’autorizzazione maritale e consentito alle donne l’accesso ai pubblici uffici, esclusi la magistratura, la politica e l’esercito.
Con l'era  fascista si promuove l’ideologia che vede nella procreazione il principale dovere della donna. I diritti acquisiti fino a quel momento vengono declassati e inasprite le leggi che sottomettono la donna alle scelte di padri e mariti.
È solo in occasione del Referendum istituzionale del 2 giugno 1946 che viene consentito per la prima volta alle donne di votare: ai cittadini viene chiesto di scegliere il destino del Paese tra Monarchia e Repubblica.
Finalmente, nel 1948 viene redatto il testo della Costituzione Italiana, che nell’art.3 garantisce pari diritti e pari dignità sociale alle donne in ogni campo.
La spinta femminista intorno agli anni Sessanta, al tempo del boom economico, vede cambiare profondamente le abitudini delle donne e la mentalità collettiva.
Nascono e si sviluppano in Italia i movimenti femministi, grazie anche all’esempio proveniente dagli avvenimenti americani e mondiali: l’obiettivo non è solamente rivendicare i principi di uguaglianza, ma anche quello di porre l’attenzione su temi che riguardano direttamente il mondo femminile come la sessualità, l’aborto, la contraccezione, ma anche il divorzio.
Con la legge del  1963, alle donne è consentito entrare in Magistratura, ma bisognerà attendere il 1981 per vederle partecipare al corpo di Polizia e addirittura il 1999 per l' ammissione nelle Forze Armate.
Mentre alcune leggi si adattano ai cambiamenti della società, incredibilmente la legge per abolire il cosiddetto “matrimonio riparatore” e il “delitto d’onore” arriva solo nel 1981.
Infine, nel 2013 vengono finalmente regolamentati i provvedimenti penali da attribuire alla violenza di genere nei confronti delle donne.
Per promuovere e sostenere il cambiamento per l’emancipazione serve un duplice sostegno a favore della parità, principalmente nell’ambito del lavoro, della famiglia e della violenza di genere: da una parte sono necessarie riforme e regolamentazioni strutturali; dall’altra è importante promuovere un cambio di mentalità.
Fin dall'infanzia va insegnato il concetto di parità, rispetto e valorizzazione della diversità.
Il simbolo di questa festa scelto dall'Italia diventa la mimosa, perché rappresenta la forza e la femminilità. 

Gerardina Rainone 
©Corriere di San Nicola