Bombe su Baghdad: la transizione ecologica nella terra dei fuochi...

Ecco il risultato delle telecamere…Campania Felix. 
Termini vecchi vanno, nuovi termini sono coniati.
Da Campania Felix a Monnezzopoli è un attimo! 
Sono poche le testate giornalistiche che si interessano realmente della terra dei fuochi. 

 

Dalle immagini che tutti i giorni arrivano dalla terra dei fuochi, qualcuno potrebbe pensare di essere a Baghdad sotto le bombe, invece si tratta dei cieli fra Giugliano e l’agroaversano.

La transizione ecologica nella terra dei fuochi era arrivata già trent’anni fa, quando la Campania felix è stata trasformata in Campania Infelix. Prima di questi anni tristi e bui, la Campania era una terra fertile, con un clima che la rendeva perfetta per molte colture. Terra felice, dunque, ricca di tradizioni e cultura, di arte e di storia; cosa è stata un tempo, la nostra terra? Qui gli antichi romani e i Greci hanno edificato, piantato radici profonde, amato questo territorio felice e straordinario.

Dall’area flegrea fino a Napoli, Pompei e Sorrento, è qui che si estendeva il territorio battezzato in epoca antica con il nome di Campania Felix, proprio per la ricchezza delle sue risorse e per la sua felice posizione. La Magna Grecia utilizzava l’ampia fascia costiera per i suoi commerci, e un tempo, questa terra ha conosciuto una prosperità e un benessere senza eguali.


Termini vecchi vanno, nuovi termini sono coniati. Da Campania Felix a Monnezzopoli è un attimo!

In questi mesi un nuovo dibattito tiene banco: si tratta dell’impianto di prossima costruzione per le ecoballe di Giugliano, che sorgerà su un’area di oltre 12 mila metri quadrati, con una spesa di circa 19 milioni di euro. Un anno per completare tutti i lavori che permetteranno lo stoccaggio di 400mila tonnellate di rifiuti. Tutto questo sarà il nuovo impianto che sorgerà nell’ex centrale turbogas al Ponte Riccio a Giugliano. Nonostante le proteste l’impianto si avvia verso la realizzazione, fortemente voluta dalla Regione Campania.

La società aggiudicataria dei lavori, Cisa, ha sede legale a Taranto, e il suo presidente è Antonio Albanese, indagato in diverse inchieste, fra cui “Monnezzopoli”, nella quale è accusato di favoreggiamento.  In una terra tanto martoriata, probabilmente un altro mostro ecologico non ci voleva. Alla conferenza per il conferimento dell’incarico partecipò l’ARPAC Napoli, gli esperti dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, l’Ente Idrico Campano e tutti espressero parere favorevole alla costruzione dell’impianto.

L’Asl Napoli 2 Nord, il Comune di Giugliano, il Consorzio Asi, Città Metropolitana di Napoli e il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Napoli, anche se invitati, non parteciparono alla Conferenza.

Oggi, la Campania Felix non esiste più, al suo posto ci sono desolazione e disperazione, corruzione, ignoranza, devastazione ambientale e arricchimento di pochi sulla pelle di molti: moderna declinazione della barbarie più feroce.


Sono poche le testate giornalistiche che si interessano realmente della terra dei fuochi.


Oggi le notizie si concentrano sui contagi Covid e sull’orario di chiusura dei locali, sul numero dei vaccinati, che a dispetto di tutto, raccontano ben altro! Parlano, infatti, delle enormi differenze che esistono ancora nel mondo. Anche i vaccini, ci dicono che il mondo ha due velocità, ci dicono che pensare a una transazione ecologica rappresenta un’assurdità illogica, se guardando dalla finestra il nostro cielo si riempie di fumo nero.    

Parlano della Terra dei fuochi, fra gli altri, il quotidiano Avvenire,  fra le cui firme troviamo quella di Maurizio Patriciello, parroco della terra dei fuochi di Caivano.

Più volte dalle pagine del quotidiano cattolico, il parroco ha rivolto appelli e lanciato allarmi per la Terra dei fuochi, in un tempo lontanissimo, chiamata Campania Felix.

Giovanna Angelino
©Corriere di San Nicola