Voce a negozianti di Caserta e San Nicola la Strada dopo la ripartenza
Il fermo delle attività imposto dalla pandemia alla popolazione mondiale per consentire l'appiattimento della curva dei contagi ha colpito tutto il mondo e l'economia ha subito un colpo mortale in moltissimi casi. Un vero tsunami che ha danneggiato i consumi e gli investimenti in tutto il globo con conseguente recessione mai vista prima.
Questo periodo è stato seguito da una ripresa nella seconda parte dell’anno quando è stato possibile allentare le misure più restrittive. Ma la manovra basata su lockdown leggeri e funzionali al contenimento della seconda ondata di diffusione del virus ha rallentato le aspettative di ripresa.
Abbiamo formulato direttamente ai commercianti di Caserta e San Nicola la Strada alcune domande sulla riapertura, tastando il polso della situazione nei centri cittadini e dando voce ai protagonisti della vita commerciale del territorio.
-Cosa è cambiato nell'atteggiamento delle persone, nel comportamento della sua clientela tra il primo lockdown e il secondo?
Anna Vitale, (Caffetteria Raiano): “È ormai passato troppo tempo dall'inizio della pandemia. Le limitazioni, le restrizioni comunque non hanno fiaccato la grande voglia e bisogno di riprendere le abitudini di sempre. Io ho un bar nel cuore di Caserta e la mia categoria commerciale, come tantissime altre, subisce da oltre un anno un calo notevole di presenze e di conseguenza di incassi. Ciò nonostante, ho clienti affezionati e assidui, che rispettano le regole e per i quali il distanziamento, l'attesa, sono ormai divenuti comportamenti ovvi quasi come uno stile di vita. Ma di certo, rispetto al primo lockdown, si è tutti un po' più stanchi e meno resilienti, ma soprattutto si è stanchi dell'illogicità di certe regole, che non hanno avuto poi del tutto i risultati sperati”.
Caprio (elettrodomestici): “Non ho avuto grossi cambiamenti nel mio settore, in quanto ho sempre potuto avere l’esercizio aperto. Ho notato, ultimamente, che le persone sono più attente nel mantenere le distanze e le vendite; per la fretta di uscire dal negozio, sono molto più rapide di una volta. Resta la paura e l’incertezza per il futuro che si riversa sui consumi”.
-E’ comunque fiducioso per il futuro? Crede che la svolta sia da ascrivere al vaccino o intravede e teme altre chiusure forzate?
Maurizio Caprio: ”Sicuramente ottimista. Dobbiamo completare la vaccinazione e continuare ad essere prudenti e responsabili ancora per un po’ per poter ritornare ad una vita normale”.
-Come ha vissuto la ripartenza?
Gaetano (Arco bomboniere): “Oggi esiste una maggiore incertezza negli acquisti, nello specifico del settore bomboniere; le persone chiedono dando per certo, o forse sperando, una disponibilità immediata, una certezza che non si può ancora avere, di ogni articolo e non comprendono eventuali tempi tecnici di approvvigionamento. Un settore, questo, legato al benessere delle persone e al mondo delle cerimonie finora impedite. Per essere sicuri di qualcosa dobbiamo aspettare, ma che ben venga un’apertura anche alla speranza”.
Altri commercianti hanno risposto alla riflessione sulla pandemia e sulla imminente ripartenza.
-Cosa è mancato principalmente nel settore commercio?
Si è risposto lamentando in primis una mancata e reale valutazione dell’impatto pandemico e le conseguenti ricadute sull’economia. Purtroppo i danni causati dalle restrizioni, i periodi di chiusura forzata, hanno causato danni a volte irreversibili all'economia, senza possibilità di recupero alcuno; e gli aiuti concessi dallo Stato non sono stati sicuramente sufficienti a coprire neanche i costi fissi delle attività. In definitiva, nel settore commercio è mancata una politica di salvaguardia delle spese correnti.
Hanno concentrato l'attenzione sui ristori, per lo più, quando sarebbe bastato un intervento su tasse, bollette e fitti regolarmente pagati (ingiustamente). I commercianti sono concordi sulla necessità e volontà di ritornare a quella normalità stravolta e ormai tanto agognata. La voglia di lasciarsi alle spalle la pandemia è forte, ma permane, secondo i più, un freno ai consumi per un altro virus che ci ha regalato il Covid-19, la disoccupazione.
La sfida oggi, concordano tutti, è rappresentata dal successo della campagna dei vaccini: maggiore sarà la velocità di immunizzazione della parte della popolazione più esposta al rischio di infezione o più debole rispetto agli effetti del virus, più veloce sarà la ripartenza delle economie nazionali.
Gerardina Rainone
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