La bambina alla finestra -Parte I-

«Erano entità subdole quelle che lei combatteva, ma sapeva che poteva farcela e inoltre non era sola...»

-Racconto di Gerardina Rainone- 


PRIMA PARTE

Poteva essere il vento, o forse la mamma tornata indietro per qualche motivo. Era tipico di lei dimenticare qualcosa quando si recava al lavoro, sempre senza troppa voglia.
Tuc...tuc... e poi più nulla. Amely era una bambina che non conosceva paura, non dopo quello che le aveva detto la nonna sulla loro famiglia. La tata era nella stanza a fianco e come sempre, al pomeriggio, dormiva sulla poltrona con un libro in grembo. Diceva sempre che la campagna le faceva un effetto soporifero e quella casa dove vivevano, con il lungo viale, l'ampio giardino antistante era l'ideale per riposare.
Il sangue le uscì dal naso in un piccolo rivolo, Amely si guardò allo specchio. Una goccia si allargò sulla maglia bianca: era il segnale. Si recò di corsa nella biblioteca al piano inferiore, non era la mamma né il vento che rompeva il silenzio del pomeriggio. La nonna era stata precisa nell'indicare la traccia di cui aveva bisogno. Si teneva un fazzoletto premuto al naso e freneticamente cercava quel foglio nella sesta pagina del libro degli incantesimi. Doveva fare in fretta, il Male, come lei lo chiamava era lì.
Seguì la procedura, la mano sul simbolo, il cerchio sul pavimento e il ciondolo al collo. Più volte sillabò la formula, anche se non ne conosceva il motivo, ma lei era una Sentinella e non doveva sapere, doveva agire. ”Con questa croce, io, Amely, proibisco alle entità avverse e ostili di entrare. Io vi proibisco la carne, il sangue e l'anima finché non avrete valicato ogni collina e valletta, attraversato ogni corrente e fiume, contato ogni granello di sabbia e tutte le stelle del cielo notturno.”
Il simbolo dell'infinito tardava ad illuminarsi, era scolpito sul ciondolo e le altre volte aveva funzionato subito ricacciando la nebbia prima che si materializzasse. Erano entità subdole quelle che lei combatteva, ma sapeva che poteva farcela e inoltre non era sola, il suo gatto, Medusa, le stava sempre accanto e catalizzava il suo potere. Uscì dal cerchio disegnato sul pavimento e corse alla finestra della sua camera, fissò intensamente il punto luminoso sul vetro, pronunciando sempre la formula. Finalmente il talismano brillò e il paesaggio del giardino sottostante apparve limpido e rassicurante. 

(PRIMA PARTE) 





-Dipinto di Mino Ignomeriello, artista restauratore, pittore per passione. Vive attualmente a Venezia.


Gerardina Rainone nasce a Salerno. Diplomata in Violino e Viola, ha sviluppato un percorso che l'ha portata ad eseguire repertori poco frequentati ma interessantissimi, quali il duo violino-chitarra, il duo violino-violino e violino-viola, il trio e il quartetto d’archi e il quartetto barocco (due violini e basso continuo).
È attualmente docente della cattedra di Violino presso la Scuola Media ad Indirizzo Musicale di Caserta.
E’ artista poliedrica, spaziando dalla musica alla letteratura ed ora anche al giornalismo. La sua passione per la poesia nasce in età adolescenziale ma è solo negli ultimi anni che la incanala in brevi ma intensi componimenti.
Ha pubblicato a novembre 2016 il suo primo libro di poesie per Monetti Editore dal titolo “Il Pentagramma delle parole”. La pubblicazione più recente risale al 2019 con la silloge "Frammenti" per la Paradigma Nouu.
E' anche eccellente narratrice, dallo stile molto originale e fuori dagli schemi, premiata in vari concorsi letterari. La sua arte si percepisce come i clic di una macchina fotografica alla ricerca spasmodica degli attimi da raccontare, senza fronzoli formali e con tutta l'essenza concreta del loro snodarsi.
Collabora con il Corriere di San Nicola, dove conduce le rubriche “Ecologia e salute” e "Musiche originali del Duo Rainone/Chiacchio", e si occupa prevalentemente di problematiche ambientali con un occhio, molto particolare, anche alla scuola.

©Corriere di San Nicola 
(direttore Nicola Ciaramella)