La giornata internazionale contro la violenza sulle donne, anno 2021

È arrivato il momento che istituzioni, associazioni e gente comune inizino a dare concretamente una risposta

Il 25 novembre si celebra la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

E' strano parlare ancora di violenza o di rispetto di genere nel 2021 e soprattutto doverlo fare anche in paesi che si dicono civili e avanzati.

C’è chi pensa sia una questione di cultura o di educazione, ma la realtà dura e cruda è che è necessario fare uno sforzo continuo per mettere fine a un fenomeno che non può più essere tollerato. Vi sono i reati di chi picchia o uccide una donna, ma la società tutta ha delle enormi responsabilità. Ciascuno di noi alimenta nel suo piccolo una cultura “maschilista”. Certamente non tutti si macchieranno di reati punibili con la galera, ma certi concetti, alcuni atteggiamenti che approvano una mentalità che mette in secondo piano le donne, talvolta, considerandole oggetto di proprietà privata non può più esistere nel Ventunesimo secolo.

Che Cosa accade quando una donna é uccisa dal compagno? Cosa succede agli orfani?

Nei casi dove non arrivano le istituzioni, né la società “civile” il web può dare una mano, è ciò che sta accadendo oggi. Infatti, i disagi legati alle violenze che spesso i mass media non raccontano sono tantissimi. Le problematiche che ruotano intorno alla violenza sulle donne riguardano non solo la volontà e la forza di ciascuna donna di ribellarsi al suo aguzzino. Si tratta principalmente di trovare risposte e aiuti concreti; spesso, una donna non sa a chi rivolgersi, non sa cosa e come fare, e quando un figlio resta senza i genitori, nessuno penserà a lui.

È arrivato il momento che istituzioni, associazioni e gente comune inizino a dare concretamente una risposta a queste domande. In rete si trovano per fortuna tante associazioni e sui social, alcune fanpage, che tentano di sopperire alle mancanze di chi dovrebbe fare ma non fa.

Cosa può fare una donna per sfuggire alla violenza?

Dalle pagine del corriere di San Nicola, sempre attento a delicati temi di ordine sociale, tenteremo di dare qualche risposta, grazie a un elenco di associazioni, pagine social e istituzioni cui potersi rivolgere.

Noi Orfani Speciali, La Rete del femminicidio, Contro il femminicidio, Non ti amo da morire – Campagna contro il femminicidio, Basta al femminicidio, Stop al femminicidio sono solo alcune pagine presenti sui social a sostegno delle vittime di violenze di genere.

Violenza sulle donne: A chi telefonare?

Il 1522 è un servizio pubblico promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità. Il numero, gratuito è attivo 24 h su 24, accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking.

Sul sito del Ministero della Salute sono presenti importanti informazioni, una mappa dei consultori, un elenco dei centri antiviolenza, dati statistici, App realizzate dalla polizia di Stato e altre notizie utili.

Il telefono rosa che risponde al numero 06 37 51 82 82 aiuta donne che hanno subito violenza fisica, psicologica, economica, sessuale, mobbing e stalking. Il centralino telefonico si occupa di ascolto e accoglienza, vi è la possibilità di avere una consulenza legale gratuita, un supporto di aiuto psicologico; è possibile, inoltre, tramite l’associazione entrare in gruppi di auto-aiuto, di sostegno alla genitorialità, usufruire dello sportello antistalking e di altri servizi.

Esistono i numeri, come esistono anche gruppi di persone organizzati o specializzati, che si occupano di aiutare concretamente donne vittime di violenze. Nonostante le numerose iniziative, le belle parole e le buone intenzioni, è necessario fare di più. Non serve girare la faccia dall’altra parte, quando si sospetta una violenza; molte volte un femminicidio potrebbe essere evitato, se conoscenti e vicini di casa denunciassero alle autorità comportamenti anomali. Nella maggior parte dei casi, vi sono dei segnali inconfutabili, che, purtroppo, portano inevitabilmente verso l’irreparabile.

Dobbiamo combattere la mentalità del “se l’è cercato”, “è colpa sua”, “L’uomo, in fondo è stato provocato”.
Quando una donna subisce una violenza, in buona parte dei casi deve dar conto, subisce un processo mediatico, avverte su di sé lo sguardo indagatore, accusatore e giudicante della gente. Tutto questo deve cambiare.

Infine, molte scrittici arrivano in aiuto con alcuni capolavori letterari, che analizzano la condizione della donna alla radice, che incoraggiano il sostegno e che ci regalano una speranza per il futuro.

Giovanna Angelino 
©Corriere di San Nicola