Un ambiente sano passa attraverso l'azione del governo ma anche del singolo cittadino

Dalla “terra dei fuochi” al “triangolo della morte”...

-per la rubrica “ECOLOGIA & SALUTE -a cura di Gerardina Rainone"



La Terra dei Fuochi è un'area abbastanza grande dell'Italia meridionale. La zona si trova in Campania e coinvolge diversi comuni della zona, considerati oggi ad alto rischio per la salute umana.
Il pericolo, derivato da interramento di rifiuti tossici e roghi di materiale plastico, esiste tuttora sia da parte degli abitanti dei luoghi campani interessati, che di tutti quei compratori di cibo che proviene dalle suddette aree. È bene quindi sapere quali sono le aree che appartengono alla cosiddetta Terra dei Fuochi.
Si tratta di un’informazione molto utile, dato che lo scandalo che interessa tuttora quella zona ha riguardato nell’ultimo ventennio la salute di molte persone.
Le aree campane che appartengono alla Terra dei Fuochi sono davvero molte. Ad essere coinvolti nello scandalo dei rifiuti interrati sono le aree delle province tra Napoli e Caserta. La questione risale addirittura agli inizi del 2000 ed è tutt’altro che conclusa.
Il punto più colpito in assoluto, però, è il cosiddetto “Triangolo della morte” della Campania.
Riguarda l’area compresa tra i comuni di Acerra, Nola e Marigliano, che presentano la mortalità per cancro più alta di tutta la regione Campania.

La questione non implica solo la salute delle persone, ma anche l’integrità del cibo.
Parliamo di coltivazioni e mandrie che provengono dalle aree interessate. Un problema che riguarda molti e che è ancora al centro del dibattito nazionale. L’interramento di rifiuti tossici riguarda un po’ tutti i tipi d’inquinamento possibile su suolo campano. Il territorio interessato riguarda 443 aziende coinvolte, 90 comuni, tantissimi roghi di rifiuti tossici.
Tutto ciò significa solo una cosa: malattie e morti.

Il fenomeno in Campania è assurto a caso nazionale nel 2013, quando un rapporto di Legambiente lanciò l’allarme sull’incendio di rifiuti, costituiti, secondo i rapporti dei Vigili del fuoco, prevalentemente da scarti di lavorazioni industriali (plastica, pellami e tessuti).
La popolazione delle province di Caserta e Napoli insorse denunciando un’accentuazione, in alcune delle loro aree, dell’incidenza da neoplasie, poi confermata dalle analisi dell’Istituto Superiore di Sanità, affermando però di non essere in grado di stabilire un nesso di casualità tra inquinamento e insorgenza di tali patologie, ovvero soprattutto malattie respiratorie e neoplasie.

Responsabili dei roghi sono soprattutto le imprese locali dedite alla contraffazione ma anche imprese regolari che tentavano di risparmiare i costi di smaltimento dei rifiuti. Sicuramente il problema della raccolta dei rifiuti è dovuto anche ai pochi impianti italiani che sono oramai saturi e così i nostri centri di stoccaggio si riempiono oltre il limite possibile. Certo anche i cittadini esasperati dai cumuli di spazzatura contribuiscono con altri roghi, dimostrando ignoranza ecologica e comunitaria.
Il problema dell'inquinamento e del conseguente pericolo per la salute si può risolvere con la creazione di un ambiente sano attraverso l'azione del governo ma anche del singolo cittadino che deve maturare una coscienza e un senso civico forte.

Gerardina Rainone
©Corriere di San Nicola

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