5 anni fa morì Fausto Mesolella

E' stato il più grande chitarrista casertano.
Lo ricordano il giornalista Nicola Ciaramella e il cantautore Ubaldo Di Leva
con un video esclusivo di un'intervista e di una eccezionale esibizione al Pirandello di San Nicola la Strada il 23 febbraio 2014. 





Sono trascorsi cinque anni da quando,
il 30 marzo 2017, Fausto Mesolella, uno dei più grandi musicisti casertani della storia, si spense prematuramente, lasciando nello sconforto la famiglia e tutti gli appassionati che lo avevano sempre seguito.
Ancora una volta, vogliamo ricordarlo rendendo omaggio alla sua memoria con questo video esclusivo (pubblicato sul canale Youtube e nella VideoGallery del Corriere di San Nicola) contenente un'intervista ed alcuni eccezionali momenti della sua esibizione durante la quinta puntata della trasmissione televisiva “UbiTvMusicTalkShow”, andata in onda su Ubi Tv il 23 febbraio 2014 dal Teatro Pirandello di San Nicola la Strada.

Nicola Ciaramella e Ubaldo Di Leva


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Raccontai l’evento sul Corriere di San Nicola con un articolo di cui mi piace riportare alcuni passi:
 
«Fausto Mesolella, uno dei più grandi chitarristi italiani, conosciuto in tutto il mondo, sangue casertano nelle vene, emblema artistico della nostra terra, era già sul palco della “Toscanini” quando Di Leva ha dato inizio alla trasmissione. Fausto ha deliziato gli spettatori in sala e on line con due originalissime versioni di “’O sole mio” e della mitica “Libertango”. Alla fine, il giornalista Nicola Ciaramella, richiesto da Di Leva, lo ha definito “una delle grandi eccellenze dell’arte casertana esportata in tutto il mondo”. “E’ un onore per Caserta avere tra i suoi artisti Fausto Mesolella; -ha continuato il direttore del Corriere di San Nicola, che ha conosciuto Fausto la bellezza di quarantacinque anni fa, quando, agli albori degli anni settanta, era il leader del gruppo La Prima Pagina- il suo nome è tra quelli che in Italia più ci invidiano;dobbiamo essere orgogliosi di questo. Mesolella ha portato in alto il desiderio di fare musica, di diventare artista, il tutto con una naturalezza incredibile. Mentre suonava non vedevo in lui un musicista, ma una persona che praticamente vive in quell’atmosfera in cui si è calato. La sua non è arte imparata sui banchi di scuola; Fausto ha nel sangue e nel dna una cosa che si chiama talento e che non è da tutti”. ... Fausto Mesolella guadagna la platea: “Mi fa piacere di essere qui. Mi fa piacere che qui c’è una cellula culturale che si muove e che si muove proprio dalla provincia. Culturalmente è un momento di pigrizia. Un momento in cui il senso della cultura, della curiosità non è più prioritario. Un fenomeno che è andato via via a crescere dagli anni 70 in poi. Non ci si può nascondere soltanto dietro la parola crisi. Anche se non ci sono soldi, si possono fare tante cose; ci sono gli uomini di buona volontà, che ci sono sempre stati da quando esiste il mondo; tutte le religioni sono basate sulla buona volontà; il futuro deve sempre basarsi sulla buona volontà, nel senso che gli uomini devono accomunarsi e partecipare alle cose. La pigrizia comunque condanna anche i musicisti che lo fanno solo per diletto, perché non è che non ci sono spazi, ma non c’è la cultura dello spazio. Iniziative come queste servono anche a far capire a tante persone che esistono anche altre possibilità”. Poi si è parlato …della qualità della musica moderna e di Sanremo appena finito. Fausto Mesolella vi è stato quattro volte: nel 98, nel 2000 con gli Avion Travel (vittoria assoluta), poi come autore della canzone di Tricarico “I tre colori”, infine lo scorso anno come autore della canzone di Maria Nazionale. Nicola Ciaramella, estasiato, lo interroga con curiosità: “Come fai, Fausto, a collimare la naturale semplicità del tuo carattere con la complessità, nel senso di variegata costruzione artistica, della tua musica?” Mesolella risponde con impagabile serenità: “Io metto insieme il ricordo del passato, il presente e cerco di dare il futuro alle mie sensazioni. Questa per me è la musica. Nel senso che mentre sto suonando O sole mio' ci metto il traffico di Napoli e mi incazzo all’improvviso con le distorsioni, poi ritorno di nuovo al 'Sole mio' sussurrato...”. Non mancano lezioni di saggezza: “Non tutti sanno che la musica di questa grande canzone che è 'O sole mio' è stata ispirata da una splendida alba del 1924 sul Mare di Odessa, il Mar Nero, in Russia. Chi l’ha scritta sono però due autori napoletani. Una canzone scritta da napoletani su territorio russo. Io dico sempre: se due immigrati fanno un figlio in Italia, questo figlio è di nazionalità italiana; quindi, se una canzone nasce su un altro territorio è figlia di quel territorio. Ci scherzo sempre su questa cosa. Per far capire che comunque bisogna abbattere il senso della frontiera. Anche in un altro territorio ma con un’anima portata da un’altra parte si può avere la creazione artistica. Questo è un discorso che io faccio sempre nei concerti per far capire che bisogna accettare il diverso anche se sei sul tuo territorio; e alla base di questo c’è il rispetto della regola fondamentale della vita e dell’umanità. Se noi non rispettiamo gli altri non saremo mai delle persone dotate di umanità”. Poi, sollecitato da Di Leva, ha spiegato il perché del termine “insanguinata” attribuito alla sua “storica” chitarra, una delle sue trentuno chitarre...: “Questo nome l’ha dato Samuele Bersani, qualche anno fa, nell’occasione in cui stavo per suonare una sua canzone. Nel tirare la chitarra dal fodero, egli disse …'mamma mia, pare l’insanguinata’. E il nome è rimasto. Questa chitarra ha vinto il festival di Sanremo nel 2000, premio della critica come miglior arrangiamento sempre a Sanremo nel 98, Ciak d’Oro nel 2007, il Premio Ennio Morricone e due nominations al David di Donatello per due colonne sonore. E’ giusto che continui a fare il suo percorso insieme a me. Lei ha vinto, io ancora no. Non ha nessun valore economico. Se me la rubano, non capirebbero, la butterebbero direttamente nel camino”. Non capirebbero il valore affettivo che l’ “insanguinata” ha per Fausto. E’ parte della sua vita.» 

(Nicola Ciaramella, «Grande “quinta” di UbiTv Music Talk Show”», Corriere di San Nicola, febbraio 2014)

Voglio ricordarlo ancora una volta così. Eravamo nel Teatro Pirandello di San Nicola la Strada. Suonò, come sempre, immergendosi nel regno magico della sua chitarra. Vissi momenti di grande emozione. Lo rivedevo dopo moltissimi anni. Lo intervistai scavando a fondo nel suo animo. Disse: “Io metto insieme il ricordo del passato, il presente e cerco di dare il futuro alle mie sensazioni. Questa per me è la musica”. Ricorderò sempre queste parole, che hanno dato senso alla sua vita, non solo di grande artista. Ciao, Fausto, lo so che hai portato con te la tua “insanguinata”. Continuala a suonare. Tu non ti stancavi mai. Continua a deliziarci.

A Fausto Mesolella la città di Caserta ha dedicato una scultura luminosa donata dal suo autore Marco Lodola. L’opera, inaugurata il 16 settembre 2018, è collocata nel centro storico della città, in Piazza Correra, luogo dove Fausto è cresciuto e ha mosso i suoi primi passi da musicista. 
A Fausto Mesolella è intitolato il Premio speciale della Critica nell’ambito del concorso nazionale Premio Bianca D’Aponte di Aversa.

Nicola Ciaramella
©Corriere di San Nicola 

VIDEO
https://youtu.be/8d-kqQzfCSg
(23/2/2014: Fausto Mesolella al Teatro Pirandello dell'Accademia Musicale Toscanini di San Nicola la Strada nel corso del programma "UbiMusicTalkShow" in onda su UbiTv)