Celebrato il 50° della storica Marcia della Fratellanza  

Toccante funzione in Santa Maria degli Angeli con Mons. Antonio Pasquariello, che, nel 1972, parroco da poco più di un anno, fu responsabile delle Pontificie Opere Missionarie di Caserta.



Laddove era nata la formazione del Movimento Giovanile Missionario di San Nicola la Strada è stato celebrato il 50° anniversario della storica Marcia della Fratellanza, divenuta nel corso della storia un po’ l’anticipazione della più famosa Marcia di Assisi che ogni anno accentra nel paese del Santo Poverello migliaia di partecipanti provenienti da ogni parte d’Italia.

Era il 1972 ed un giovanissimo Don Antonio Pasquariello, da poco più di un anno parroco della Chiesa Santa Maria degli Angeli, responsabile delle Pontificie Opere Missionarie di Caserta che già negli anni precedenti aveva contribuito a formare giovani con ideali missionari, diede luogo al progetto della Marcia che divenne espressione della cultura missionaria che già all’epoca aveva iniziato a dare scossoni all’apatia su cui si imperniava la società d’allora. Così, partendo dalla Piazza Parrocchia, l’affollatissimo corteo si snodò per le arterie cittadine per arrivare a Caserta e trovare epilogo proprio davanti alla Cattedrale.

Nella Chiesa Santa Maria degli Angeli in San Nicola la Strada, quindi, venerdi 21 ottobre Don Antimo Vigliotta e Mons. Antonio Pasquariello hanno concelebrato una Santa Messa a ricordo sia della marcia che di quelle attività che l’instancabile gruppo sannicolese tutt’uno con quello di Marcianise (che già avevano creato l’organizzazione nel contesto regionale e poi nazionale ed avevano presenziato alle assemblee in Vaticano per la costituzione del Movimento) che poi finì nel fondersi in quanto detenevano la stessa visione, la stessa cultura e lo stesso spirito evangelizzatore.

Hanno fatto da richiamo le foto dell’epoca su due bacheche che ritraevano gli appartenenti al Movimento Giovanile Missionario, dei quali molti presenti alla celebrazione di che trattasi al lavoro in occasione di raccolta fondi e stracci per autofinanziarsi e per provvedere alla urgenti necessità. 

Al termine della celebrazione, l’amatissimo Don Antonio ha riportato tratti di vita vissuta col movimento, esaltando non tanto le attività di raccolta fondi, raccolta stracci, coordinamenti vari e collaborazioni con zone africane da supportare con medicinale e quant’altro poteva essere necessario per combattere le tante difficoltà in cui versavano quelle popolazioni.  E poi, la dovuta raccomandazione: lo spirito missionario è alla base della vita di un cristiano. Portare la Parola di Cristo senza aver vissuto e rapportata la propria esperienza cristiana, si svuota di significato la propria esistenza. E tra i tanti riferimenti, uno particolare è l’indicazione di quanto ci fornisce Papa Francesco nel dichiarare che vorrebbe una Chiesa sempre in uscita, tra la gente, per ascoltare, vivere e condividere i richiami del Vangelo.

A Don Antonio ha fatto seguito uno storico del Movimento Giovanile Missionario, il Prof. Tommaso Zarrillo, che in quelle fasi storiche era già sulle barricate che insieme a tanti altri universitari si recavano in lungo e in largo per l’Italia alla volta di nuove realtà locali da supportare e formare per portare alla luce forze e sostegno alla causa missionaria. Anch’egli ha ricordato i tanti lavori eseguiti e la naturale e conseguente trasformazione, nel corso degli anni, del Movimento che ha posto le basi per taluni cambiamenti non solo di ordine religioso ma anche sociale.

Ovvie, a fine cerimonia, le foto ricordo con Mons. Pasquariello che come sempre, affabile e disponibile, non si è sottratto alla molteplice richiesta di foto con i presenti.

Lo spirito con cui i partecipanti hanno voluto celebrare questa lieta ricorrenza vuole essere di sprone affinché anche le nuove generazioni, ignave di quei sentimenti nobili e altruisti che avevano caratterizzato i giovani sannicolesi e non di allora, possano sperimentare ciò che aveva spinto quei ragazzi, oggi abbastanza maturi ed anzianotti, ad affrontare non solo diversità di vedute ma anche l’ostracismo dell’indifferenza collettiva. La Chiesa di oggi, grazie all’infaticabile opera di Papa Francesco, mira proprio a ciò: riportare le iniziative collettive al centro dell’interesse per poter camminare tutti verso la stessa strada, compiendo quel movimento sinodale che, si auspica, giovi a tutti ed in particolare alla stessa Chiesa.  

Antonio Serino
©Corriere di San Nicola