La dipendenza affettiva: come riconoscere il mal d’amore

-per la rubrica "silenziosaMente" a cura della D.ssa Graziella Vingelli, psicologa psicoterapeuta-

 

 

Il gong è scoccato! Finalmente è giunto il tempo del ritorno alla mondanità e alle relazioni. Questi ultimi due anni sono stati particolarmente difficili. La pandemia, le restrizioni e i bombardamenti di notizie ci hanno disorientato. Abbiamo vissuto mesi pensando che tutto questo sarebbe passato, poi di fatto, oltre al COVID-19, è arrivata anche la Guerra che ha aumentato moltissimo il disagio e l’incertezza nelle persone. I nostri ragazzi finalmente tornano tra i banchi senza mascherina e si “riprendono i contatti”e tutte le attività di aggregazione quali:sport, Azione Cattolica, sagre, etc. Nascono le amicizie, primi amori ed anche le prime delusioni; per questo è importante fare attenzione a non “inciampare” in alcune forme di violenza silenti e di cui si parla troppo poco nonostante coinvolga molte persone , ragazzi, ragazze, uomini, donne: la dipendenza affettiva

La dipendenza affettiva “è come quei quadri appesi nelle case delle persone che tutti vedono storti tranne i due abitanti della casa”. Una forma patologica d’amore denominata “tossica” perchè non porta ad una crescita dei membri della coppia: Le dinamiche che la reggono sono improntate su  necessità di controllo, possesso, dimostrazioni e continue ricerche di rassicurazione. La dipendenza affettiva si può presentare anche come ossessione per un uomo oppure per una donna a cui si dedica gran parte dei propri pensieri durante la giornata. L’amore diventa simile ad una “droga” a cui si deve attingere per riempire un vuoto profondo e stare bene; viene colmato un vuoto, che spesso è legato alla percezione di non avere un proprio valore o alla convinzione di non riuscire a vivere autonomamente.

Caratteristiche della dipendenza affettiva

Vediamo alcune caratteristiche tipiche della dipendenza affettiva:

  • Ebbrezza: la relazione con il partner risulta indispensabile per stare bene. E’ un sentimento passeggero, capace di fornire un’evasione dalla banalità della vita quotidiana.
  • Dose: si cercano “dosi” sempre maggiori di presenza e tempo con il partner: La sua mancanza porta in uno stato di prostrazione e si sente di esistere solo quando c’è l’altro. Non basta pensare alla relazione, si ha bisogno della presenza e di manifestazioni continue e concrete.
  • Circoli viziosi:i partner coinvolti ripiegano sempre nello stesso punto, si prova a cambiare ma si tende a ricadere sempre negli stessi errori.
  • Discontrollo: i tentativi di controllo falliscono sistematicamente e questo provoca un senso di sconfitta, incertezza e insicurezza.
  • Craving:è il disagio psicofisico provocato dall’assenza del partner per l’incapacità di tollerare la mancanza. Si riscontano sintomi di astinenza e di panico incontrollabile paura di un abbandono definitivo.
  • Impermeabilità: Consiste nell’ isolamento dalle relazioni che non includono il partner.

Ambivalenza: La persona dipendente affettiva sente di non poter stare né con né senza l’amato: avverte dolore in seguito alle umiliazioni, maltrattamenti e tradimenti ma il pensiero di perderlo genera paura e angoscia.

  • Difficoltà a riconoscere i propri bisogni e le proprie emozioni: incapacità di prendersi cura di sé stessi. Le proprie necessità sono subordinate ai problemi del partner che richiedono attenzione ed energia. Il timore della solitudine è così intenso che porta a tollerare la violazione dei bisogni personali.
  • Autostima relazionale:l’autovalutazione del proprio valore si fonda sui feedback del partner.
  • Narcisismo Covert:Comprende la capacità di aiutare gli altri ; fomenta il disperato desiderio di vicinanza e permette di alzare l’autostima relazionale.
  • Sessualità strumentale:Il sesso non ha risvolti di intimità e piacere ma è utilizzata per mantenere la relazione.

Nella RELAZIONE DI COPPIA:

La persona dipendente affettiva ha la tendenza a scegliere partner problematici da accudire. E’ possibile individuare tre tipologie di partner tipici della dipendente affettiva:

  • Codipendente: anche il partner ha una dipendenza e collude con la love addiction(condizione psicopatologica in cui c’è un bisogno esagerato dell’altro, che diventa indispensabile per dare un senso alla propria esistenza). La persona dipendente affettiva tenta di curare la sofferenza dell’altro con il proprio amore, sacrificandosi per distrarsi dal percepire la propria. Il patto di coppia si fonda sulla fantasia salvifica che saranno al riparo da angosce, abbandoni e ansie perché immersi in una “bolla”. L’intensità e il coinvolgimento sono molto forti ed è compromessa l’individuazione. Se la persona dipendente affettiva si rende conto di non poter salvare il partner, non riesce a lasciarlo perché sarebbe un fallimento intollerabile.
  • Narcisista: il partner governa la relazione è svalutante e critico mette distanze che pretende siano colmate con amore e devozione. Il/La Narcisista risucchia le energie del partner al punto di svuotarlo pur di nutrire il proprio Io.La persona dipendente affettiva prova in tutti i modi a farsi amare, raccogliendo la sfida di essere come la desidera e non rendendosi conto di esserne vittima. E’ lusingata dal ricevere attenzioni da una persona considerata prestigiosa, la idealizza ed è alla ricerca di rinforzi. Quando la persona narcisista comincia a ritrarsi dal rapporto la persona dipendente affettiva, accecata dal timore della perdita, aderisce a tutte le sue richieste, tollera critiche e svalutazioni e si mette in discussione, incolpandosi dell’insoddisfazione dell’altro ed indebolendo così la sua autostima.
  • Persona impossibile: è già impegnata o distante. La persona dipendente affettiva coltiva la speranza e la sfida di essere scelta. Preferisce credere in un falso amore piuttosto che in un amore doloroso: l’idealizzazione di un falso amore nasconde il timore di vivere un rapporto di coppia con i pericoli che può comportare. La persona dipendente affettiva è abituata a ricevere poco amore fin dall’infanzia;       di conseguenza la spinge ad accontentarsi anche di pochi gesti affettivi.

Incapacità di “dire no”: in conseguenza della mancanza di autostima una delle “strategie” che si sviluppano è quella di essere estremamente disponibili, accoglienti e capaci di soddisfare desideri i bisogni e aspettative del partner per timore che altrimenti possa andarsene. L’incapacità a dire “no” può arrivare a toccare anche punte molto estreme come nei casi in cui ci si acconsente a comportamenti violenti nei propri confronti o in quelli dei figli senza ribellarsi.

Mancanza di un progetto comune: una coppia di questo genere non ha una capacità “progettuale” non ci sono desideri, sogni, interessi e condivisioni ma solo necessità da soddisfare le continua tensioni, sensi di colpa, paura e la necessità di controllare continuamente il partner per mancanza di fiducia.

Come affrontare la dipendenza affettiva?

Il primo passo da compiere è quello di cercare di confidarsi e chiedere aiuto ad amici e famigliari e poi ad una psicologa psicoterapeuta. E’ necessaria una psicoterapia individuale per poter affrontare le radici, il malessere e le dinamiche della dipendenza affettiva.

E’ importante comprendere i sintomi, raccogliere la storia individuale e famigliare e analizzare le modalità di vivere le relazioni di coppia. In seguito si lavora sulla regolazione delle emozioni, sulla gestione della sensazione di vuoto e sulla modalità di reazione all’abbandono. Vengono approfonditi i modelli di amore appresi nella famiglia d’origine e nelle relazioni di coppia. Si dedica anche tempo al timore dell’autentica intimità e di non essere degni di amore e si prova ad abbandonare l’autostima relazionale. Si impara ad esplorare i propri bisogni e desideri mai messi a fuoco e a sperimentare gratificazioni che non dipendono dall’altro. Inoltre vengono rinforzati l’autenticità, l’espressione di pensieri, emozioni e desideri nei rapporti.

La psicoterapia per la dipendenza affettiva è un percorso che può risultare lungo e faticoso ma sicuramente consente di rafforzare e migliorare la qualità della vita individuale e relazionale. Riconoscere le dinamiche tipiche è il primo passo per riacquistare la propria serenità!

Dott.ssa Graziella Vingelli 
Psicologa- Psicoterapeuta in formazione

Esperta in Disturbi Specifici dell'Apprendimento
Iscritta all'albo dell' Ordine degli Psicologi della Regione Campania n°8491


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