IMMONDIZIA, SPAZZATURA O MUNNEZZA?

Raccolta differenziata: considerazioni (argute) e consigli (preziosi) di un nostro lettore
Li possiamo chiamare come vogliamo, metterli nei sacchetti colorati, spargerli per i prati oppure incendiarli per le vie. E anche usarli per infiniti dibattiti pseudopolitici.
Resta un fatto incontrovertibile: i rifiuti li creano i produttori con la nostra più o meno consapevole complicità di consumatori.
Eh già. Perché a smaltirli i rifiuti si fanno soldi e propaganda politica (che poi sempre soldi sono). Ma a controllarne la produzione si va solo a dare fastidio agli interessi economici e politici (che poi sempre economici sono) dei "grossi".
Ed infatti, nessuno di quelli cui compete ciò si attiva per agire sul problema dal lato giusto.
Come nelle diete, dove si guarda sia a come il cibo entra (dieta) che a come lo si smaltisce (attività fisica), così per il fenomeno dei rifiuti si dovrebbe guardare a come gli stessi si creano (produzione) e a come li si distrugge ("smaltimento").
Indubbiamente una parte dei rifiuti la generiamo noi persone. Ma, in questo caso almeno, si tratta per lo più di materiali e sostanze per così dire, di "natura naturale".
Qualche esempio degli altri tipi di rifiuti può chiarire l'idea finale.
I famigerati tetrapak e combiblok usati per i contenitori di liquidi come latte, vino e acqua sono assolutamente non riciclabili né facilmente smaltibili perché composti di cartone, plastica e alluminio in fogli strettamente incollati fra di loro.
Similmente le ormai onnipresenti bottiglie di plastica che forse possono essere riciclate, ma solo se raccolte in modo adeguato e non assieme al vetro e al metallo!
Ma andiamo avanti.
Un pacco di crackers o di merendine presenta di norma non meno di tre imballaggi che poi risultano essere materiali diversi non sempre facilmente identificabili o separabili. Poliuretano in fogli, cartoncino ondulato, film plastico alluminato ecc.
Un pacco di detersivo spesso è in uno scatolo di cartone ben inchiostrato con maniglia in plastica morbida e due rivetti metallici. Solo i più attenti comprano le cosiddette ricariche in semplice sacchetto plastico. Solo che nello scatolo di cartone di norma trovi la sopresina tanto accattivante quanto inutile.
Persino gli irrinunciabili spaghetti vengono messi in una scatola di cartone con una "finestra" in plastica trasparente, come se noi, che siamo innanzitutto campani e poi italiani, avessimo bisogno di una conferma su "what's spaghetti"!
E non parliamo di frigoriferi, radio, TV, forni a microonde, divani, materassi ecc.
Ma se agli imballaggi dei prodotti, ai prodotti stessi quando non sono più utilizzabili e ai loro "scarti d'uso" facessimo percorrere la via inversa a quella che ce li ha portati in casa, allora sì che i produttori e i consumatori farebbero un po' più di attenzione.
Perché non far tornare tutti al mitico "vuoto a rendere" oppure fare in modo che il consumatore si porti i contenitori di sua scelta da casa? E' presto detto.
Uno, perché si ridurrebbe la produzione di rifiuti e, quindi, del business dello smaltimento.
Due, perché i produttori dovrebbero farsi carico di come riusare o smaltire contenitori, imballaggi e prodotti usati.
E tre (purtroppo dico io) perché forse sarebbe una cosa troppo intelligente per un popolo come quello Italiano che vuole tutto, subito e facilmente.
Concludere infine con qualche nota sul lodevole sforzo della nostra amministrazione comunale e della cittadinanza verso la raccolta differenziata.
Innanzitutto, per quale motivo il cassonetto della plastica ha le aperture tonde e non lo sportello? Se nel sacchetto ho messo del vetro magari rotto o delle lattine, rischio di tagliarmi nello sforzo di inserire il sacchetto nell'apertura tonda ("pertuso").
Ha qualcuno spiegato alla gente che se la carta e il cartone la buttano raccogliendola in sacchetti di plastica rendono inutile tutto il carico?
(email correttamente firmata in chiaro e per esteso)
Egregio lettore,
le Sue considerazioni mi sembrano talmente argute, oltre che utili per tutti, che sarebbe un delitto non pubblicarle. Anzi, di più. Le vediamo come un prezioso contributo alla campagna di sensibilizzazione in atto...
Grazie per l'attenzione.
Il direttore
(nella foto, la copertina dell'opuscolo informativo pubblicato dal Comune e dal Consorzio Jacta in occasione del lancio, nello scorso gennaio, della raccolta differenziata a San Nicola la Strada, Maddaloni e San Marco Evangelista)
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