36 anni di giornalismo per la mia città

Cominciai nel 1987 e il 29 gennaio 1991 fui iscritto all’Ordine Nazionale (come pubblicista, in quanto non ho mai svolto questa attività per professione): 36 anni di giornalismo per la mia Città, per raccontarne la storia e per farne un’ Enciclopedia. 



Sono contento di essere il primo giornalista di sangue sannicolese ad aver fondato e diretto testate giornalistiche.

Sono contento di essere il primo ed unico giornalista ad aver fondato e diretto testate giornalistiche “per” San Nicola la Strada con San Nicola la Strada “al centro”.

Sono contento di aver fondato e di dirigere il Corriere di San Nicola, la più vecchia testata giornalistica “locale” della provincia di Caserta.

Sono contento di aver fondato e di dirigere il primo quotidiano sorto nella storia della stampa di San Nicola la Strada.

Sono contento di aver immortalato, sulle pagine de Il Ponte (la prima testata giornalistica di San Nicola la Strada "per" San Nicola la Strada, nata nel 1987) e poi del Corriere di San Nicola (nato nel 1997), la storia di San Nicola la Strada degli ultimi trentasei anni. Senza nomi e senza bandiere, gratuitamente, con un contributo personale di travolgente passione e sviscerato amore per la mia città natìa.

Sono contento di aver sempre fatto tutto, in quasi quarant'anni di attività giornalistica, solo per amore e passione. 

Sono contento di essere sempre stato a disposizione di tutti, di aver narrato ed immortalato migliaia di avvenimenti nella mia città, dei quali nulla si saprebbe e nulla sarebbe mai stato scritto e consegnato alla storia senza di me.

Sono contento di aver dato voce e spazio a tutte le tante, tantissime, innumerevoli persone che in 36 anni di giornalismo ho avuto modo di incontrare e raccontare, compresi anche coloro (per la verità pochissimi ed insignificanti) che poi hanno dimostrato di non meritare tanta attenzione, in quanto falsi, ipocriti, ingrati, arroganti, presuntuosi, ignoranti e scostumati.

Sono contento di aver creato, con il Corriere di San Nicola, non solo un giornale, ma una Enciclopedia della città di San Nicola la Strada per la vastità del suo archivio e per le sue innumerevoli sezioni (con articoli, video, gallerie fotografiche, dossier) dedicate ai più svariati aspetti della vita, degli avvenimenti, della storia e delle tradizioni della città di San Nicola la Strada.

Sono contento di non essere solo un giornalista, ma anche ideatore, promotore, organizzatore e finanziatore di iniziative socio-culturali a San Nicola la Strada. Credo, al riguardo, di essere l’unico per vastità di numero di occasioni create (circa un centinaio in 36 anni di attività, tutte dettagliate e descritte ne Il Ponte e nel Corriere di San Nicola).  

SONO CONTENTO … PERCHE' ANCORA NON E' FINITA... TANTO LAVORO ANCORA MI ASPETTA … TANTO DEVO ANCORA FARE... PERCHE’ IL MIO AMORE E LA MIA PASSIONE PER LA MIA CITTA' SONO MOLTO PIU' FORTI DI TUTTO... E CERTAMENTE CONTINUERANNO A VINCERE.

Grazie, Grazie, Grazie, Signori Lettori. Non finirò mai di ringraziarvi. Siete Voi il mio sprone per continuare. Senza di Voi nulla avrebbe senso.

Nicola Ciaramella  

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IL MIO PRIMO ARTICOLO

Dicembre 1987: esce, per opera di un coraggioso gruppo di amici riunitisi nella neocostituita "Associazione Culturale Il Ponte" con sede in Vicolo Gianturco (Nicola Ciaramella, Gennaro Sacco, Mariano De Matteis, Giulio Scanarotti, Giovanni Argenziano, Gaetano Lamarca, Michele Li Calzi e Antonio Calazzo), il primo numero de IL PONTE, il primo “giornale di San Nicola per San Nicola”.
Primo direttore responsabile è una delle più grandi firme del giornalismo casertano, Nicola Di Monaco.
A pag. 4 c’è un appello. E’ intitolato “SVEGLIAMOCI !”.
E’ il mio primo articolo.
L’indifferenza regna a S. Nicola” ne è l’occhiello, “Costruiamo a S.Nicola la comunità dei sannicolesi” il sommario.
Comincia così la mia “avventura” giornalistica, il mio incessante impegno per la mia città.

«Non ci vuol molto per capire che tutti stiamo dormendo. I nostri occhi sembrano più appannati che mai. Basta appena guardarli per scoprirne il solito colore, la solita espressione, la solita stanchezza.
Un opaco e terrificante torpore avvolge la nostra città; una travolgente indifferenza regna nei nostri sguardi e nella nostra vita.
San Nicola la Strada è ormai diventata un dormitorio. Non si ha voglia di reagire; l’abitudine all’immobilismo ha svuotato le nostre vene, sostituendo polvere al sangue.
Non ci accorgiamo che, così facendo, rafforziamo la nostra apatia e perdiamo un po’ alla volta la capacità di pensare.
Il momento propositivo, che giace e langue in ogni anima viva, si sta ammuffendo come un buon pane lasciato inutilizzato in balìa dei sazi. E come è un delitto lasciar morire il pane, che tanti potrebbe altri sfamare, così è assurdo lasciar perire la mente, generatrice del nostro progresso e che tanti benefici potrebbe arrecarci.
In questa atmosfera di ristagno ideologico e di latitanza di nuove idee, diventa fin troppo facile, per chi governa, rafforzare il proprio convincimento di ben operare. Ma siamo sicuri che l’assenza totale di critiche costruttive e di proposte innovative dispiace, alla lunga, anche agli amministratori, i quali, invece, sentono incessante il bisogno di essere affiancati, nella loro difficile opera, dalla cittadinanza, pienamente cosciente del proprio ruolo e della propria importanza in un auspicabile processo di rinnovamento e di rinnovamento? E allora, sannicolesi? E allora, svegliamoci!
Proponiamoci all’attenzione dei politici e facciamo sentire la nostra intelligente presenza.
Spazziamo sotto i nostri letti per togliere tutta la polvere che vi si è accumulata in tanti anni di silenzio. Questa polvere ha coperto cose buone e cose cattive, senza distinzione. Invece noi dobbiamo osannare chi ha ben operato e criticare, costruttivamente, chi ha sbagliato e comporre panegirici in onore dei meritevoli o per immettere nel purgatorio gli inetti.
Occorre seriamente partecipare. Bisogna togliere acqua ai nostri giardini per far fiorire il più grande prato della comunità.
Sviluppiamo e diffondiamo la nostra presenza nel processo di individuazione dei problemi che affliggono la nostra amatissima città. Offriamo tutti un gratuito contributo. Eleviamo il nostro grado di solidarietà attraverso la continua ricerca di strumenti partecipativi. Rendiamoci conto, una buona volta, che non siamo ospiti, bensì i veri padroni di San Nicola la Strada, i veri protagonisti.
Le forze politiche, le forze sociali, le istituzioni non sono entità astratte ed irraggiungibili, esse non sono dotate di extra-poteri! Esse sono la nostra vera espressione, la nostra onestà, le nostre idee, la nostra democrazia. Se ci lamentiamo che le cose non vanno bene, o se ci accorgiamo che tutto è perfetto, la colpa o il merito è tutto e solo nostro. Finiamola di mugugnare, standocene comodamente in poltrona o riunendoci occasionalmente in Piazza Parrocchia e alla Rotonda. Invece di centrare il dito sulle piaghe, sforziamoci di trovare le medicine più adatte a curarle. La sonnolenta realtà cittadina va senz’altro bisturata, ma non certamente con il tressette e la “bazzeca”, per quanto utili a chi ha la mente stanca e sceglie di riposarla con gli arguti dettami di Chitarrella.
Non prendiamocela sempre e solo con i soliti politici che ripercorrono i soliti errori. La colpa, Signori, è nostra, perché i politici non sono altro che il risultato dei nostri comportamenti. Prendiamocela, dunque, con noi stessi. Siamo noi a non avere ancora capito che la realtà di San Nicola non è più quella di un centro agricolo e “familiare”. Se, oggi, San Nicola è un polo di attrazione per lo sviluppo economico ed urbano di tutta l’area su cui insiste, non si può e non si deve rimanere chiusi in un’amorfa e frenante consuetudine.
San Nicola la Strada non ha, oggi, i problemi di ieri. Sono problemi più seri, più difficili da risolvere, sono i problemi di una città quattro o cinque volte più grande, sono i problemi di una città in odore di ulteriore espansione.
I problemi dell’acqua, delle scuole, dello sport, della viabilità, dell’urbanizzazione e tanti altri non appartengono più ad un paesotto di cinque o seimila anime. La figuraccia che stiamo facendo nei confronti di molti nuovi residenti, non sannicolesi di nascita, che hanno eletto San Nicola a loro dimora, spinti da un qualcosa di bello che forse non si dice, ma che non è mai stato, è solo l’inizio del nostro tracollo, se non ci svegliamo.
E se ci accorgiamo che i nostri rappresentanti non sono capaci di adeguarsi ai tempi, perché, purtroppo, ancora abituati alla realtà di ieri, costruiamo per loro nuove idee e nuove proposte.
Svegliamoci e diamoci sotto con le iniziative sociali e culturali: partecipiamo alla nostra vita e alle nostre vicende. Solo così potremo accrescere la nostra conoscenza, per eliminare da essa tutto quello che non va. E’ tempo di attraversare insieme questo benedetto “ponte” che ancora divide la nostra apatia dal vero senso di partecipazione sociale. Leggiamo tutti queste pagine, ci appartengono. Il nostro sogno è quello di pubblicarne ventimila, una per ciascuno di noi, dove ognuno si possa esprimere e presentare agli altri, con le proprie idee e i propri limiti.
Serva, questo “giornale di S. Nicola per S. Nicola”, a creare uno strumento di unione e di persuasione, tutto teso al conseguimento di quello che, poi, è il suo vero scopo: conoscersi meglio per meglio risolvere i problemi. Colga, questo giornale, tutti gli aspetti che abbiano rilevanza nel vitale processo di trasformazione e di miglioramento del nostro livello socio-culturale. Critiche, tanto per fare critiche, non interessano a nessuno di noi. Noi vogliamo costruire, non demolire. Vogliamo cercare la solidarietà e la collaborazione di tutti per rafforzare il nostro spirito di sannicolesi.
“Il Ponte” non cerca i responsabili, cerca i sannicolesi!
“Tutti noi saremo alla fine giudicati in base al contributo che avremo dato all’edificazione di una nuova società e alla misura in cui avremo rispettato i nostri ideali e i nostri obiettivi”: così diceva John F. Kennedy, un uomo onesto, leale, intelligente, moderno. Ebbene, noi pure lo vogliamo essere, noi pure vogliamo dare il nostro più valido contributo. Noi tutti dobbiamo trovare la volontà di spolverare la nostra amatissima città, per vestirla di abiti vivi e luccicanti, come le nostre coscienze. L’apatia è un male irrimediabile in una società di assenti. Noi cittadini sannicolesi, invece, vogliamo essere protagonisti nella nostra città. Vogliamo finirla di lavarci sempre le mani nella odorosissima “acqua di rose”, per evitare che essa possa diventare, di questo passo, sporca e puzzolente. Vogliamo guardare bene in faccia la realtà e camminare a testa alta, per essere più vicini alla nostra città e più dentro ai suoi problemi. Se non ce ne siamo ancora accorti, è in gioco il nostro avvenire e quello dei nostri figli, che, un giorno, dovranno essere orgogliosi di averci avuto come loro padri.
Ecco, Signori che ci onorate di leggerci: noi del “Ponte” vogliamo creare, a S.Nicola, la comunità dei sannicolesi, perché crediamo proprio che essa non esiste. Non lasciamoci sfuggire questa grande occasione: partecipiamo tutti, buttiamo fuori quello che di buono abbiamo dentro. I politici saranno nostri amici, certamente ben lieti di ascoltarci e di valutare le nostre proposte. Abbattiamo finalmente le pareti e costruiamo una sola, grandissima casa, in cui tutti dovremo vivere più vicini, per scoprirci ed amarci. Demoliamo l’indifferenza che ci coinvolge e combattiamo per l’unico scopo che ci resta: il piacere di sentirci veramente sannicolesi. Nicola Ciaramella».

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IL MIO REGALO PER LA MIA CITTA'
https://www.corrieredisannicola.it/varie/notizie/varie/il-mio-regalo 

La necessità di dare corpo ad un progetto di stampa locale nasceva nel 1987, grazie all’interessamento del Circolo Culturale Amici del Ponte, di cui mi onorerò sempre di essere stato, con altri amici, fondatore, da due diverse esigenze che si integravano a vicenda: offrire uno strumento di informazione ad una cittadinanza che ne era paurosamente priva e che aveva una grossa sete di informazione; dare, poi, oltre che un corpo, soprattutto un’anima a questo strumento informativo, nel senso di raccogliere proposte dei cittadini, promuovere iniziative finalizzate a recepire le istanze della popolazione, stimolare gli amministratori a ben governare un ex ameno borgo agricolo che aveva fatto ormai passi da gigante sulla strada di diventare presto una città.
Ebbene, attraverso le pagine de “Il Ponte” e poi, dal 1996 ad oggi, del “Corriere di San Nicola”, cartaceo ed online, credo di aver contribuito, anche se nel mio piccolo ed in misura certamente quasi irrilevante, a tracciare la storia di San Nicola la Strada dell’ultimo quarto di secolo e oltre.
L’ho fatto, e continuerò a farlo, finché avrò forza, spontaneamente, gratuitamente, senza nomi da immortalare e senza bandiere da sventolare, con sacrificio personale, intriso di travolgente passione e di sviscerato amore per la mia terra natìa.
Si, perché posso amare in tanti modi la mia città.
Perché il fascino delle sue cose mi coinvolge, perché capisco che è qui l’essenza del mio abitare, il dolce rapimento di ogni mia azione quotidiana. Perché mi sussulta il cuore ad ogni suo mutare, ad ogni accendersi delle sue luci, ad ogni ascolto dei suoi clamori.
Si. Posso amarla perché mi dona desiderio di vivere, smania di programmare, onestà e gentilezza verso i miei conterranei, certezza di non poter mai fare a meno dei suoi lamenti.
La mia città! Mi dice grazie perché l’ ho perdonata, le dico grazie perché mi ha capito.
Viverci è il massimo per chi odia gli imperscrutabili meccanismi della slealtà e si batte per il genuino sapore della schiettezza.
La mia città! Mi guida con affetto e simpatia, si accorge delle mie emozioni, mi riporta alla fanciullezza, mi cosparge i sentimenti di profumato entusiasmo.
Si, posso amare in tanti modi la mia città.
Posso adorarla per tutti questi motivi o, forse, per nessuno di essi. O per il contrario di tutto questo.
La mia città! Più mi odia e più la amo. Più mi vuole distruggere e più la sento mia.
Giorno e notte, mentre vivo, mentre muoio, quando sorrido, quando piango. Il senso della mia vita alloggia qui. Qui sono gelosamente conservati, in un angolino piccolo piccolo, sperduto e caldissimo del mio cuore, tutti i miei più dolci ricordi, la mia nostalgia, i miei rimpianti.
La mia città! Più mi ferisce, più me ne innamoro.
Il mio unico obiettivo è stato sempre la presenza, perché solo se si è presenti ci si può porre agli altri con le proprie idee, i propri intendimenti, le proprie ansie. E le mie, credetemi tutti, miei carissimi lettori, sono le ansie di un cittadino che vuole, fortissimamente vuole, trovare la propria dimensione in una città che abbia soprattutto un’anima.
Certo, questo lo vogliono tutti: ognuno con i propri sacrifici, ciascuno con il coraggio della propria volontà, tutti insieme in un grandioso progetto a salvaguardia della comunità civile e delle singole autonomie di pensiero. Io, come giornalista, altro non posso pretendere se non il diritto di sforzarmi con tutte le mie possibilità nel combattere il disinteresse e il silenzio, quegli oscuri e quasi intangibili fantasmi che si annidano tra i delusi, i derelitti, i demotivati. Per far sì che dall’inerzia non si giunga alla più completa abulia.
Tutto questo, carissimi lettori, o solo questo, se preferite, esclusivamente con l’intento di lanciare delle voci, con la speranza che non ritornino soltanto con i loro echi.
San Nicola la Strada, la “mia” città, è e sarà sempre il mio unico cruccio. Una città cresciuta troppo in fretta e senza ostacoli, che ha smarrito per strada la propria identità tra immensi ghetti di cemento armato senza calore e senza sentimento.
Il meraviglioso progetto di una San Nicola a misura d’uomo, iniziato anni fa per incauta mano di presunti taumaturghi, ha prodotto, nel tempo, una enorme ed ormai quasi incolmabile dismisura tra l’ambiente e le sue reali potenzialità ed esigenze, consegnandoci una città dai lineamenti sconcertanti, dove ad imperare non è più il cittadino, ma tutti i suoi tormenti.
L’ imperversante avanzare della droga e della delinquenza, la carenza delle infrastrutture essenziali, la riduzione degli spazi vitali, l’inquinamento, la latitanza degli armamenti sanitari, la beatificazione dei dormitori della periferia...costituiscono uno spettacolo angosciante in cui il cittadino appare sempre più impotente, sempre più lontano dalla sua città, segregato a vittima di un orrendo massacro.
Parlare dei problemi che lo affliggono è stato e sarà sempre il mio scopo primario.
Senza drammatizzare, anche con ironia, monitorando il silenzio e la negligenza, spronando i politici e le istituzioni a fare molto di più di quanto normalmente richiesto, spinto dal desiderio di intravedere al più presto la mèta ambita da tutti, cittadini e amministratori sannicolesi: costruire, tutti insieme e ciascuno con il proprio contributo (anche se limitato, ma non per questo forse inutile), la “nostra” città, prima che ci sfugga completamente dalle mani.
E vi ringrazio, carissimi lettori e naviganti, di evidenziarmi continuamente il ruolo fondamentale della stampa, convinto che voi vogliate alludere, naturalmente, a quella “libera”.
Sì, proprio a quella che, sovente, viene messa da parte.
Ma che da sempre, io, offro con tutto il mio cuore alla mia città e a tutti voi.
Il Corriere di San Nicola è il primo e unico quotidiano della città di San Nicola la Strada. 
Il suo sito internet è tutto completamente a vostra completa disposizione. Tutti i giorni.
Tutto con la solita umiltà, con il solito spirito di libertà, con il solito senso di partecipazione e di servizio: le armi spontanee e sincere che devono rappresentarci e darci credibilità.
Dovevo assolutamente donare qualcosa di importante alla mia madre terra natia.
Credo di averle fatto un dono autentico, di quelli veri ed originali. Cioè, dettati dal cuore. Per contribuire a scrivere la storia della comunità che mi ospita, i suoi affanni, le sue tribolazioni e, spero spesso, anche i suoi sorrisi. Per essere testimone e partecipe, nel mio piccolo, del nostro progresso e della nostra civiltà. Per continuare a credere e combattere per l’ affermazione degli ideali dell’umiltà, della sincerità e dell’imparzialità, che rappresentano l’essenza della mia vita.
Si, il 9 febbraio del 2005, dopo le lunghissime esperienze de Il Ponte e del periodico mensile Corriere di San Nicola, nacque il primo quotidiano di San Nicola la Strada.
Sembra ieri. Sono già passati più di tredici anni! Ne passeranno ancora tutti quelli che restano da qui alla mia morte.
Lo prometto a Voi, carisssimi lettori, perché siete voi, prima in centinaia ed ora in moltissime migliaia ogni giorno, la ragione del mio impegno e della mia passione.
Su www.corrieredisannicola.it , lo sapete, ci trovate di tutto della vostra/nostra amata città. Ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Basta collegarsi e fare clic sul topolino e tutta San Nicola la Strada è nelle vostre mani.
Il sito è vostro! Oltre a quello che ci scriviamo noi, potete inviarci tutto quello che volete Voi: articoli, osservazioni, foto, avvenimenti, annunci e, soprattutto, suggerimenti. Tutto sarà pubblicato, perché il Corriere è vostro. Fa pubblicità a tutti i cittadini che amano questa città. E sono veramente tanti.

Con immenso affetto.

Vs., Nicola Ciaramella, 2005, 2014, 2016, 2018  

(Nella foto, l'icona storica "DIPINGI ON LINE LA TUA CITTA' del Corriere di San Nicola on line: un pittore che dipinge la città di San Nicola la Strada sul monitor di un pc... -Le foto di San Nicola la Strada dall'alto sono state scattate, in esclusiva per il Corriere di San Nicola, nel 2004) 

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ODE ALLA MIA CITTA' 
https://www.corrieredisannicola.it/varie/notizie/varie/una-citta-il-cuore-la-mente


Si può amare in tanti modi una città.
Si può adorarla per tanti motivi.
Perché è bella.

Il fascino delle sue cose ti coinvolge,
ti eccita fino al punto di non farti desiderare altro.
In ogni particolare del suo volto
cogli l’ebbrezza di un sorriso.
Vedi in lei una dea, una regina,
una giovane principessa
che ti accompagna in una favola senza fine.
Capisci che è lì l’essenza del tuo abitare,
il dolce rapimento di ogni tua azione quotidiana.
Ti sussulta il cuore ad ogni suo mutare,
ad ogni accendersi delle sue luci,
ad ogni ascolto dei suoi clamori.
Tutto ti sembra familiare,
persino quelle realtà inarrivabili
che mai potrai toccare,
mai saprai domare,
neanche con uno sforzo sovrumano
messo in atto dalla tua mente illusa
e fortemente lanciata verso la felicità.

Si può amare in tanti modi una città.
Si può adorarla per tanti motivi.
Perché è buona.

Ti accoglie nel suo seno
quale figlio che si nutre di quella terra.
Ti addolcisce con l’alito del suo respiro.
Ti edifica intorno una cornice di incantevoli immagini.
Ti dona desiderio di vivere,
smania di programmare,
onestà e gentilezza verso i tuoi fratelli,
certezza di non poter mai fare a meno dei suoi lamenti.
Ti vezzeggia di moine e di promesse.
Ti protegge nei tuoi affanni.
Mai si stanca di lenìre i tuoi dubbi,
le tue ansie, di aprirti alla speranza,
di fugare le tue sofferenze.

Si può amare in tanti modi una città.
Si può adorarla per tanti motivi.
Perché è semplice.

Con lei cammini facile, cammini bene,
non vai a corte, non hai bisogno di vestirti da sapiente.
Il suo odore è naturale,
non si miscela di filtri esotici,
poco spazio lascia ai voli contorti della follìa.
Ti dice grazie perché l’hai perdonata,
le dici grazie perché ti ha capito.
Viverci è il massimo
per chi odia gli imperscrutabili meccanismi della slealtà
e si batte per il genuino sapore della schiettezza.
Ti guida con affetto e simpatia,
si accorge delle tue emozioni
e le raccoglie in uno scrigno di ricordi.
Ti riporta nella fanciullezza,
cospargendoti i sentimenti di profumato entusiasmo.
Non parla difficile, detesta i se e i congiuntivi.
Ama il presente, ti slega dai ritmi dello stress,
vuol fare di te una sua tenera creatura,
senza spingerti ad odiare il futuro.

Si può amare in tanti modi una città.
Si può adorarla per tutti questi motivi.
O, forse, per niente di tutto questo. 
O per il contrario di tutto questo.

La mia città! 

Più mi odia e più la amo.
Più mi vuole distruggere e più la sento mia.
Giorno e notte, mentre vivo, mentre muoio,
quando sorrido, quando piango.
Il senso della mia vita alloggia lì.
Lì sono gelosamente serbati tutti i miei più dolci ricordi,
la mia nostalgia, i miei rimpianti.

La mia città!

Più mi ferisce, più me ne innamoro.
Mente mia, abbi pietà di me.
Non permettere ad alcuno di mormorarti infamie.
Mente mia, ti prego, tieniti da parte,
non rispondere al fango e continua a vivere un sogno
che un giorno, forse, ti verrà offerto
e che vedrai innalzato sul podio della realtà.
Non dentro un palazzo.
Ma semplicemente in un angolino piccolo piccolo,
sperduto e caldissimo del mio cuore.

Nicola Ciaramella 

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