37 anni fa morì Giuseppe Palomba

Nato a San Nicola la Strada, fu uno dei massimi scienziati economisti italiani del Novecento.
Al suo nome è intitolata la Biblioteca Comunale. 
Il saggista sannicolese Antonio Dentice è stato il primo studioso in Italia ad abbracciarne per intero il pensiero filosofico, economico e sociologico. 
Di Giuseppe Palomba ha tracciato un emozionante ricordo il dr. Pasquale Gravante, che fu suo allievo presso l’Università di Napoli.

Una data importante della storia sannicolese che il Corriere di San Nicola ama ricordare. 
Trentasette anni fa, esattamente il 30 gennaio 1986, si spense, a Napoli,
GIUSEPPE PALOMBA
personaggio dalla cultura immensa che ha arrecato onore e prestigio anche al nome di San Nicola la Strada, luogo dove il “Maestro” nacque e visse per anni e che oggi lo ricorda grazie alla intitolazione di una strada cittadina, ma soprattutto della Biblioteca Comunale, dove è raccolto l’archivio privato dello scienziato donato al Comune, scrigno di cultura inestimabile, contenente tre secoli di testi appartenuti per generazioni alla famiglia, in discendenza coi Marchesi Palomba di Terra di Lavoro.

Il Corriere di San Nicola ha pubblicato numerosi articoli sulla vita e sulle opere di GIUSEPPE PALOMBA, grazie al saggista sannicolese Antonio Dentice, primo studioso in Italia ad abbracciare per intero il pensiero filosofico, economico e sociologico dell’insigne economista, che proprio su questi temi ebbe ad iniziare, presso il giornale diretto da Nicola Ciaramella, il suo tirocinio che poi lo ha visto conseguire la tessera di giornalista. 
Senza gli approfonditi studi, la particolare attenzione e la costante dedizione di Antonio Dentice, oggi poco sapremmo della sublime figura di cui stiamo celebrando la memoria.

Giuseppe Palomba ebbe i natali a San Nicola la Strada il 9 maggio 1908.
Diplomato in un istituto tecnico di Caserta e poi studente all’Università di Napoli Federico II, fu allievo del matematico ed economista Luigi Amoroso, a sua volta allievo di Pareto. Laureatosi in Economia nel 1929, conseguì la libera docenza in economia politica nel 1935 insegnando all’Ateneo di Catania; nel dopoguerra gli fu assegnata la cattedra alla Facoltà di Economia di Napoli e negli anni Settanta alla Facoltà di Scienze Politiche a Roma. Ha ricevuto molte onorificenze e ha fatto parte di molte prestigiose istituzioni, anche di carattere internazionale. Fu, infatti, socio dell’Accademia Pontaniana, membro dell’Accademia Tiberina e membro dell’Accademia de “i 500”, ricevendo, il 28 gennaio 1984, il titolo di “Professore Emerito” consegnatogli dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini.

«Cominciai a conoscere Giuseppe Palomba -racconta Antonio Dentice, protagonista di un lungo ed accurato lavoro di ricostruzione della biografia e delle eccelse opere scientifiche e filosofiche dell’insigne economista- quando, nel 2010, trovatomi nella biblioteca di San Nicola la Strada per un lavoro legato alla mia tesi in Sociologia del Diritto “Teoretica weberiana applicata ai nuovi mercati asiatici”, mi accorsi che su alcuni testi che stavo consultando ricorrevano spesso delle dediche, che avevano come soggetto un tale Giuseppe Palomba definito anche “Maestro”. Testi molto antichi che la famiglia del Palomba, anni dopo la sua scomparsa, donò alla biblioteca di San Nicola la Strada, esattamente nel 2003, quando essa fu a lui intitolata. Incuriosito da queste dediche, ebbi modo di risalire, da testo in testo, ad alcuni del 1700, del 1800 ed anche di inizio 1900 riguardanti la matematica, la scienza, l’esoterismo, le materie umanistiche e la religione; libri che, evidentemente, il Palomba per la sua formazione aveva consultato».

La “curiosità”, tipica dello studioso, spinse Dentice ad informarsi, a fare ricerche e a scoprire che Giuseppe Palomba è uno tra i massimi economisti del 1900, ritenuto negli anni ’50 molto importante a livello nazionale come massimo esperto al mondo della scuola economica paretiana.

Ad egli vengono attribuite una quarantina di opere, espresse in un pensiero vasto che si collegano a materie diverse che spaziano dall’economia alla filosofia, dalla storia delle religioni alle dottrine orientali, dalla teologia cattolica al buddismo.

«Negli anni ’70 ha inizio il declino del Palomba -ci spiega lo studioso Dr. Antonio Dentice- per motivi prevalentemente politici, perché lui non faceva parte di una specifica scuola di pensiero, come era imposto all’epoca (pur partendo come massimo esponente della scuola paretiana), ma cercava una sintesi nelle varie correnti di pensiero. Solo ora, dopo la sua morte e dopo che molti suoi allievi, ora docenti universitari, sollecitati dalle mie pubblicazioni, lo stanno riscoprendo, ammettendo anche l’attualità delle teorie palombiane. Cito, ad esempio, il professore Angelo Calabrese (residente a San Nicola la Strada), giornalista, critico e storico d’arte, di formazione palombiana; il professore Salvatore Striano, docente di Economia a Napoli, già Direttore del Formez e Direttore dell’Unione Industriali di Napoli, anch’esso di formazione palombiana».

Ultimamente gli studi si sono focalizzati sul modo innovativo del Maestro Palomba nel rileggere il filosofo Karl Marx.

A Milano, negli ultimi anni, hanno riscoperto questo grande economista dedicandogli importanti manifestazioni. Non da meno è stata la Campania, che ha organizzato un evento in collaborazione con l’Accademia Tiberina della quale il Palomba fu membro. Lo "spettro" dell’economista si può inserire in contesti diversi: ad esempio, all’università di Capua il Dott. Angelo Petrella ha presentato la prima tesi completa sul Palomba, collegandosi agli scritti dell’autore.

Fino ad ora, insomma, chi ha studiato il Palomba lo ha fatto prendendo in esame solo le singole materie. Antonio Dentice, invece, lo ha riproposto nella sua interezza, in tutta la sua monumentalità di pensiero: nei fatti scientifici, umanistici, economici, dando interezza ed organicità ai suoi scritti.

Il lavoro completo, ha spiegato dettagliatamente sul Corriere di San Nicola il saggista Antonio Dentice, è composto da cinque testi in totale: "Giuseppe Palomba. Tra scienza ed esoterismo", che mostra in primo piano la culla filosofica e dottrinale del Palomba; "L’Economista Giuseppe Palomba. Metafisica dell’economia", che prende in esame i collegamenti tra la filosofia e l’economia; "Palomba e Marx" (trattante il rapporto tra i due studiosi); "La filosofia palombiana" (la progressione del pensiero filosofico palombiano); "Metodo economico palombiano" (il pensiero scientifico del Palomba nella sua interezza, nell’aspetto sociologico, economico e filosofico).

«Giuseppe Palomba -afferma Dentice- non viene visto solo come un economista molto eclettico, ma lo si riscopre anche filosofo perché crea una sua struttura, un suo metodo logico e dialettico. Palomba tenta di comprendere l’uomo analizzandolo nella sua totalità, per poi capire quali sono i giusti interventi da effettuare in economia e quale è il giusto approccio nella politica. Bisogna studiare l’uomo a 360 gradi, nei suoi aspetti inconsci, psicologici, sacri, politici, scientifici, ecc. Le varie parti non possono essere scollegate, ma devono coesistere tra esse. Quindi, in definitiva, se si vuole capire davvero l’uomo economico come funziona, non bisogna sostare esclusivamente sull’economia, ma analizzare tutto quello che lo circonda, per poi ricondursi alle dinamiche economiche».

Di Giuseppe Palomba ha tracciato un emozionante ricordo un altro collaboratore del Corriere di San Nicola, il dr. Pasquale Gravante, che del Prof. Palomba fu allievo presso l’Università degli Studi di Napoli
(https://www.corrieredisannicola.it/arte-cultura-e-spettacoli/notizie/arte-cultura-e-spettacoli/il-mio-ricordo-del-prof-giuseppe-palomba):

«Correva l' anno 1967, in piena contestazione giovanile; Mario Capanna guidava il movimento studentesco a Milano. Fui catapultato dalla mia famiglia alla facoltà di Economia e Commercio di Napoli, Via Partenope: un ricordo bellissimo della ubicazione di fronte a Castel dell'Ovo.
Per la prima volta sentivo i nomi del Prof. Domenico Amodeo (cattedra di Ragioneria), del Prof. Carlo Ciliberto (Matematica), del Prof. Giuseppe Palomba (Economia politica).
Non avevo idea di cosa fosse l'insegnamento universitario, ma già dalle prime lezioni fui colpito dalla loro professionalità ed autorevolezza.
Non sapevo dell’origine sannicolese del Prof. Palomba, cosa che ho scoperto anni dopo, percorrendo una strada di San Nicola la Strada a lui intitolata.
Di ognuno dei citati professori ho un ricordo indelebile, che vi racconterò sinteticamente.
Il prof. Amodeo, degustatore raffinato di mozzarella di bufala autentica, pretendeva rigore in ogni cosa che ci circonda, volle che la mia tesi fosse incentrata su tale prodotto, rivelatosi, poi, vincente sul mercato internazionale.
Il prof. Ciliberto, che iniziò tutti quelli della mia generazione alla famosa Teoria degli "Insiemi".
Il prof. Giuseppe Palomba ci intrattenne in varie lezioni su un concetto di grande attualità, allora come oggi: «I caratteri distintivi di due aspetti dell' essere umano: l' "homo economico" e l' "homo ecumenicus"».
Il primo guidato in ogni azione dalla legge ferrea del profitto. Il secondo dall' istinto della solidarietà.
“Chi vincerà?”, ci chiedevamo allora.
Ancora non c'è una risposta.
O la parabola di Bill Gates può essere considerata una risposta?
Certo, la Odv Bill & Melinda Gates rappresenta, oggi, la massima espressione dell’ “homo ecumenicus" di G. Palomba, ma quanti B. Gates ci sono al mondo?
Purtroppo, aleggia sinistra, paurosamente, l'ombra dell' "homo economicus", oggi crudelmente interpretato dalla lobby farmaceutica, che, diciamolo senza mezzi termini, sta barattando la morte con il profitto. Chi vuole questo modello di sviluppo?
Nessuno!
Eppure, l' “homo economicus” sembra rappresentare il modello vincente. La caduta del "muro" dell’89 ne è testimonianza.
Tutto questo rappresenta per me il messaggio del Prof. Giuseppe Palomba di San Nicola la Strada.
Ho saputo, con piacere, consultando l'ingente archivio del Corriere di San Nicola, che la città di San Nicola la Strada gli ha intitolato, molti anni fa, la biblioteca comunale: bel gesto di riconoscenza che auspico si associ ad un periodico evento di ricordo del suo pensiero. A questo proposito mi permetto di sollecitare la rimozione dei motivi che ne impongono la chiusura».

©Corriere di San Nicola
diretto da Nicola Ciaramella

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