Sogno di una notte di fine estate

"Mi scuso prima di tutto con il grande Shakespeare e poi con Voi Lettori per aver osato parafrasare il titolo di una delle più famose commedie del genio inglese" 
-di Renato Perillo , VP WWF Caserta per il Corriere di San Nicola la Strada-

Secondo il calendario astronomico l’estate finisce il 21 settembre, ma per la meteorologia siamo già in autunno dal primo di settembre. Le notti più fresche e tranquille mi hanno conciliato il sonno ed i sogni. Così ho attraversato foreste vergini, allietate da canti di uccelli e rumori di cascate e, tra i cespugli, ho intravisto sgusciare strani animali. Nelle radure aperte dalla caduta dei patriarchi verdi ormai giunti alla fine della loro esistenza, i prati erano fioriti e insetti di ogni colore e forma riempivano l’aria. E dietro un enorme albero, come d’incanto, ma si sa era un sogno, ecco apparire una spiaggia ed il mare infinito, onde maestose e pesci guizzanti sopra di esse, ed ancora uccelli che giocavano nel vento, e solitudine. E poi piccole città abitate da donne e uomini tranquilli e laboriosi, e bimbi sereni con la pelle di ogni colore che correvano assieme. Ma poi la magia onirica, come una bolla di sapone, è svanita, lasciando solo poche goccioline iridescenti.

E, questa volta da sveglio, ho aperto i giornali, ascoltato la tv, letto le notizie sulle testate online. Ed era tutto diverso. Non vi racconterò la cruda realtà, perché la viviamo assieme tutti i giorni. Non vi dirò quindi delle guerre e delle violenze, non vi ricorderò del nostro mare divenuto un cimitero, non vi racconterò delle foreste devastate per foraggiare bovini che dovranno sfamare la nostra insensata ingordigia di carne, non vi descriverò le isole della nostra plastica che ormai punteggiano gli oceani e che stanno creando piccoli ecosistemi dove piante e animali marini oramai vivono e si riproducono (gli ecologi la chiamano  "plastisfera”). No, non voglio annoiarvi con queste tristezze, a cui ormai sembriamo assuefatti.

E neppure vi dirò della strage degli esseri viventi, animali e piante, in giro per il Mondo, che sta assottigliando la biodiversità , tanto che qualcuno prevede una Sesta Estinzione di Massa (vi è ampia letteratura in merito e include l’uomo!) dopo la Quinta che vide la scomparsa dei Grandi Rettili, 65 milioni di anni fa, né mi soffermerò sui disastri economici e sociali correlati ai problemi climatici tanto che le compagnie assicurative, che guardano molto più lontano dei politici, stanno studiando apposite polizze che presto potrebbero essere obbligatorie. Ed allora, insomma, cosa vi racconterò?

Che quel sogno che ho fatto potrebbe, forse lentamente, diventare realtà, se solo ognuno di noi si impegnerà, indipendentemente da ciò che fa il proprio vicino, il sindaco o il capo del governo, a ridurre gli sprechi, di cibo e di acqua ma anche di energia, a riparare laddove è possibile, a riusare, a riciclare, a considerare ogni diversità come una opportunità e non come una insidia, a sperimentare finalmente  la “ biofilia”, termine coniato dal compianto entomologo Edward O. Wilson, che rivela “ la nostra innata tendenza a concentrate l’attenzione verso ciò che è vivo ed , a volte, ad affiliarvisi emotivamente“.

L’Universo, che forse esiste da 14 o 15 miliardi di anni, continua a vivere proprio grazie alle differenze, di temperatura e di pressione e finirà quando tutto sarà ugualmente piatto. Atomi e molecole si tengono assieme grazie alle differenze di carica elettrica, le stelle danno luce grazie a fenomeni che coinvolgono atomi differenti e muoiono quando queste differenze non vi sono più. Gli ecosistemi più vivaci e produttivi sono abitati da migliaia di specie differenti di microrganismi, di piante, di animali, ognuno con il proprio ruolo ( la nicchia ecologica ), ed in armonia fra loro. E guai a togliere anche solo una maglia di questa intricata catena. In apparenza non succede nulla, ma l’edificio, nel tempo, diverrà sempre più fragile e meno “resiliente “, ovvero capace di assorbire i mutamenti ambientali, adattandosi per superare le difficoltà.

Ed allora, esaltiamo le differenze, cerchiamole e proteggiamole come la vera ricchezza di questo Mondo. I prati incolti e piene di “erbacce” non necessitano di nulla se non di un po' di pioggia e dei raggi del sole, proprio perché sono ricchi di “differenze“. Le monoculture inventate dall’uomo, pur se in apparenza più produttive, sopravvivono solo grazie a pesticidi, diserbanti, grandi quantità di acqua e di energia. I matrimoni tra consanguinei sono da sempre vietati proprio perché i geni devono poter andare alla deriva, e i patrimoni arricchirsi di nuove caratteristiche che arrivano da lontano e che potrebbero essere utili in futuro. Così le società troppo povere di biodiversità sociale tendono ad essere autoreferenziali, poco competitive, affette da invecchiamento precoce e tendenzialmente senza futuro. Per tali motivi gli apporti genetici e culturali esterni sono sempre un bene ed una ricchezza per quelle comunità che tendono a chiudersi su sé stesse a causa dei muri alzati dai nazionalismi o dai razzismi. La Natura “ad alta biodiversità“ vive e prospera! Svegliamoci dal sogno e cerchiamo farlo diventare realtà, vivendo in armonia con gli altri passeggeri di questa piccola astronave che chiamiamo Terra e di cui, al momento, non possiamo fare a meno. Anche perché non c’è un pianeta B !   

Renato Perillo,
VP WWF Caserta,
per il "Corriere di San Nicola"  




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