Urbanistica ambientale ovvero urbanistica di giustizia  

C’è tanto bisogno di verde… come e cosa gli enti pubblici potrebbero fare per migliorare la qualità della vita sul nostro territorio…




Il bisogno di verde, di ombra ed aria pura, è possibile soddisfarlo facilmente con l'impianto di alberi. Un' urgenza che interessa un po’ tutta la nostra provincia, fatto salvo l'alto casertano, che, se declinata in iniziativa politica, può anch'essa essere definita progetto di urbanistica ambientale e, perché no, di urbanistica di giustizia. Questo perché, se vogliamo, oltre agli aspetti ecologici ed ambientali citati, questa buona pratica libererebbe spazi e creerebbe oasi di verde, funzioni per il tempo libero che rimborserebbero, appunto, seppur parzialmente, i ceti medio bassi che, rispetto agli altri, non possono permettersi una gita fuori porta per poter godere la natura e respirare aria pura.
Si andrebbe a realizzare un bene comune, sotto forma di verde pubblico (con i benefici che ne derivano), e, in quanto tale, disponibile per tutti, senza distinzione.

Se sei un ente locale, puoi decidere di procedere di alberare quanti più punti del territorio cittadino con piante disponibili gratuitamente presso i vivai privati convenzionati con la Regione (http://www.agricoltura.regione.campania.it/foreste/vivai_distribuzione.htm).
E' sufficiente compilare ed inoltrare la richiesta. E' possibile farlo ogni anno.

Si dirà: sì, ma ci sono le spese per l'impianto e le casse comunali sono esangui.
È vero, tuttavia si potrebbero coinvolgere per la messa a dimora le associazioni di volontariato, la protezione civile, i carabinieri forestali, gli istituti superiori (suggerendo un progetto di questo tipo a qualche istituto agrario), l'università (con la facoltà di agraria), gli scout, ecc. Una volta stabilita una certa forza lavoro e gli attrezzi necessari, magari utilizzando anche un piccolo escavatore per de-pavimentare e liberare ulteriori spazi, dove ritenuto necessario, si potrebbe procedere con la richiesta e organizzare l'agenda delle attività che, nel giro di un paio di anni, andrebbero a migliorare la città.

Tante le varietà di essenze che potrebbero trovare dimora lungo le nostre strade e coabitare in piazze e slarghi. Sono disponibili lecci, tassi, ibischi, alberi di Giuda, Ligustri, pioppi, aceri, pini domestici, tigli, mirti, magnolie, bossi, canfore, carrubi, frassini, olmi, aceri, ecc. che consentirebbero e costituirebbero un valore aggiunto per la tutela e la promozione di biodiversità, oltre alle vitali funzioni su citate. Un patrimonio vegetale, scrigno di salvaguardia della natura, riserva di ossigeno, da poter lasciare in eredità a chi vivrà il territorio in futuro, garantendo loro una qualità della vita migliore di quella che è stata per l'attuale generazione. Una vasta operazione di forestazione, fatta sicuramente in più fasi, in autunno e inverno, che in un paio di anni potrebbe vedere più che duplicato il numero di alberi presenti sul territorio comunale. Un' iniziativa di urbanistica ambientale, che consentirebbe di mitigare il microclima, depurare l'aria, creare spazi dove godere di ombra e costituire un grande impianto di condizionamento naturale con emissioni esterne di fresco ed ossigeno e non di calore come i tanti condizionatori domestici.

A San Nicola la Strada si potrebbe, ad esempio, procedere con nuovi impianti lungo il perimetro del Teatro Comunale e del parcheggio prospiciente. Altri possono essere impiantati, anche in filare doppio, lungo il perimetro dell'Istituto Comprensivo De Filippo. Da valutare anche se è possibile impiantare tutta l'area verde della scuola, lasciando soltanto gli spazi per le strutture scolastiche per lo sport.
Anche lungo la strada che conduce, dal retro, al nuovo supermercato su viale Carlo III, lungo i perimetri delle aree verdi di via Patturelli, Via Grotta e Viale Italia, lungo il perimetro del parcheggio di via SS. Cosma e Damiano, area piscina, campo sportivo, casermette, ecc.

Solo con interventi massivi, come questo, ridando coerenza di significato al termine viale, visto che spesso ci troviamo di fronte a strade senza alberi, mentre il termine “viale” ne presuppone la presenza, così come è erroneamente utilizzato il termine "parco" per indicare condomini residenziali dove predomina la presenza di cemento ed asfalto: tutt'altro che specie vegetali. Deformazioni linguistiche e spirito di adattamento dei cittadini che si sono visti negare, nel corso degli anni, spazi e verde pubblico di cui c’è davvero bisogno.

Pietro Scola
©Corriere di San Nicola  

Nella foto tratta dall'archivio del "Corriere di San Nicola": Via Grotta a settembre 2001, quando ancora vi si coltivava il granturco.