Lo Uttaro, uno schifo che non finisce mai

COMUNICATO STAMPA DEL ComER: Il Comune di Caserta progetta un impianto per il trattamento dei pannolini mentre la messa in sicurezza, che i cittadini attendono da 15 anni, ancora non c’é.
Il ComER: "prioritario riqualificare l’area!".

Anziché dare priorità alla messa in sicurezza della discarica Ecologica Meridionale in zona Lo Uttaro, per la quale già nel 2022 la Corte dei Conti aveva segnalato gli “evidenti ritardi” nell’attuazione dei progetti con “costi insostenibili in termini di diritto alla salute” dei residenti delle zone inquinate, il comune di Caserta, che entro il 31 dicembre 2022 avrebbe dovuto aggiudicare i lavori e che invece, dopo aver “a lungo riflettuto”, è ancora nella fase degli affidamenti degli incarichi preliminari alla progettazione, inverte la rotta, e, incurante del rischio di poter perdere i 6,5 milioni di euro di finanziamento per la messa in sicurezza, decide di affidare un incarico per la progettazione dell’ennesimo impianto di trattamento rifiuti all’interno dell’Area Vasta di Lo Uttaro. 

Si tratta, non ci stancheremo mai di ripeterlo, di un’area di circa duecento ettari tra i comuni di Caserta, Maddaloni, San Nicola la Strada e San Marco Evangelista, sulla quale insistono ben quattro discariche e molteplici siti industriali dismessi, che da oltre 15 anni è in attesa di un intervento complessivo di messa in sicurezza e di bonifica. Quella stessa area per la quale le autorità italiane sono state recentemente condannate dalla Corte europea dei Diritti dell’Uomo per non aver adottato, a tutt’oggi, le misure necessarie per tutelare i cittadini ricorrenti contro l'inquinamento ambientale, mettendo a rischio la loro salute. Un “inquinamento diffuso”, secondo la relazione dell’ARPAC del 2014, dovuto a manganese (con valori anche fino a 150 volte superiori ai limiti stabiliti dalla legge per le aree ad uso industriale) e ferro (con valori fino a 6 volte quelli di legge) cui si aggiungono superamenti dei limiti di legge per elementi come l’arsenico, l’1,2 dicloropropano e l’1,2,3 tricloropropano. Un superamento dei limiti che interessa soprattutto le acque di falda, certamente nocive per la salute, ma che, se Lo Uttaro non fosse classificata come un’area industriale, riguarderebbe anche la matrice terreno. 

Per l’esame del progetto di messa in sicurezza di quella falda era stata convocata lo scorso 20 dicembre in Regione una riunione della conferenza di servizi tra tutte le amministrazioni interessate, conclusasi con un imbarazzante nulla di fatto. A distanza di 16 anni dal sequestro penale non è stato ancora approvato neppure il progetto di messa in sicurezza permanente della discarica voluta nel 2006 dal commissario straordinario. E nessun intervento di messa in sicurezza risulta a tutt’oggi attuato su un’altra delle discariche dell’Area Vasta, quella dell’ACSA CE3, attiva fino ai primi anni 90. Eppure, basta vederlo dalla mappa, l’area dell’ex Macello, dove dovrebbe essere allocato il nuovo impianto di trattamento rifiuti voluto dal Comune è adiacente alla discarica dell’ACSA. 

Evidentemente la salubrità della zona non rientra tra le priorità dell’amministrazione comunale.

Sembra strano che, come più volte è accaduto in questi anni, non ci sia una voce istituzionale, almeno dei comuni circostanti, che protesti per tale situazione e che non ci sia ancora una risposta della popolazione coinvolta, che sembra oramai assuefatta alle promesse non mantenute da una classe politica del tutto inadeguata al tema del benessere dei cittadini. Non per niente Caserta e la sua provincia sono sempre agli ultimi posti nella graduatoria nazionale della qualità della vita. 

Come Comitato Emergenza Rifiuti stiamo valutando nostro malgrado, ancora una volta, azioni legali nei confronti di chi non si preoccupa della salute dei cittadini posponendo la messa in sicurezza dell’area alla progettazione e alla realizzazione del nuovo impianto, infischiandosene tra l’altro delle normative comunitarie in merito. Ci domandiamo ma all’Assessora alla transizione ecologica non interessa la trasparenza e la partecipazione prevista nel settore ambientale?

COMUNICATO STAMPA
ComEr -Comitato Emergenza Rifiuti 

©Corriere di San Nicola