Il monito di Nogaro


Mons.Nogaro oggi, in uno splendido ritratto del '92 e tra gli ammalati di San Nicola nel '91: un uomo sempre in prima fila per affermare e difendere il diritto alla vita.

La vicenda “Lo Uttaro” si arricchisce di un esaltante contributo offerto dal Vescovo di Caserta. In una lettera dai grandi contenuti civili ed umani, egli esorta al “coraggio” gli amministratori della provincia e dei comuni interessati, chiedendone la partecipazione alla protesta e l’autosospensione dalle cariche ricoperte.


Chiamato dal Comitato Emergenza Rifiuti a sostenere la protesta contro l’ecomostro dello Uttaro, Monsignor Nogaro non si è fatto “pregare” più di tanto. Da sempre in prima fila quando si tratta di difendere, in nome della giustizia divina ed umana, i diritti della sua amatissima comunità e spronare al senso del dovere i governanti stolti ed incapaci, il Vescovo di Caserta è personaggio che spicca per la sua fede, oltre che per il proverbiale coraggio. Dopo aver “esordito” nel corteo anti discarica dello scorso 31 marzo, Nogaro non ha mai fatto mancare, da quel momento in poi, il suo energico contributo alla risoluzione dell’intricata vicenda del nuovo megasito provinciale, criticando con arguzia e cognizione di causa l’operato dei responsabili. L’ultima bacchettata è per il presidente, assessori e consiglieri di Corso Trieste, nonché per i sindaci, assessori e consiglieri comunali di San Nicola la Strada, Caserta, Maddaloni e San Marco, ovvero coloro che hanno realmente in mano le redini del futuro di una comunità di duecentomila abitanti sfiancata da una durissima battaglia per l’affermazione dei propri diritti alla salute e alla salvaguardia di un ambiente ultrainquinato da oltre un trentennio.

Ecco il testo della pregevolissima lettera che Nogaro ha inviato a costoro, nella quale cogliamo una convinta esortazione a manifestare concretamente, anche loro e con il proprio peso istituzionale, il dissenso nei confronti di una decisione assurda, uscendo una buona volta da una situazione di indifferenza e di vergognosa codardìa in cui si sono rifugiati sin dalla firma del maledetto protocollo.

«Le nostre terre sono state interessate nei decenni passati dallo sversamento di quantità incalcolabili di rifiuti tossici. Sversamenti illegali in discariche illegali che hanno compromesso quasi definitivamente l'equilibrio ecologico con inquinamento mortale di acqua, terreni e ciclo alimentare. Da questo traffico la camorra ha ottenuto elevatissimi proventi. Si tratta di rifiuti di sostanze letali per gli esseri umani tanto che in vaste aree della provincia di Caserta vi è spaventosa insorgenza di tumori e di malformazioni genetiche, ormai statisticamente e scientificamente provate, con percentuali che ci fanno raggiungere un tristissimo primato europeo.
A questi rifiuti si è aggiunta una assenza di qualsiasi politica di gestione dei rifiuti urbani se non quella di realizzare immense discariche dalle quali la camorra ha tratto ulteriori profitti. Una di queste discariche si trova nell'area denominata "Lo Uttaro" nel comune di Caserta, ma sul confine dei comuni di Maddaloni, San Marco Evangelista, San Nicola la Strada, al centro quindi di una zona densamente popolata da circa 200.000 persone. A "Lo Uttaro" negli anni passati sono stati sversati, in diverse discariche, milioni di metri cubi di spazzatura, una parte delle quali di residui industriali - anche esteri - e di altissima tossicità. In una di queste discariche, la cava abusiva Mastropietro, il commissario di Governo per l'emergenza rifiuti, il presidente della Provincia e il Sindaco di Caserta hanno deciso di depositare 450.000 metri cubi di nuova spazzatura.
Le leggi però non consentono né di aprire nuove discariche in aree dove esse sono già presenti né di sversare altri rifiuti in una vecchia discarica.
Come possiamo accettare tanta illegalità e un tale attentato alla vita?
Si tratta di un errore che potrà avere ulteriori gravissime conseguenze per tutta la nostra popolazione. Un errore che renderà definitiva la calamità nella quale già siamo costretti, nostro malgrado, a sopravvivere.
Se è giusto che ogni provincia si faccia carico dei propri rifiuti e ancora molto più giusto che si riconosca l'eccezionaiità della situazione nella quale si trova la provincia di Caserta che è stata devastata e continua ad essere sconvolta dal traffico illecito di rifiuti mortali. La Regione e il Governo nazionale dovrebbero riconoscere questo danno permanente che abbiamo subito e provvedere di conseguenza con una azione capillare di bonifica e facendosi carico - per un certo numero di anni - di una gestione esterna dei nostri rifiuti. Intanto le nostre istituzioni locali si impegnino - come ancora non hanno colpevolmente fatto - a far cominciare la raccolta differenziata.
E' mio dovere allora richiamarvi ad un intervento immediato perché il mandato popolare che vi è stato affidato vi impone di agire per il bene di tutti. E' la vita di tutti noi che è in pericolo, soprattutto quella dei bambini destinati ad accumulare nel tempo sostanze altamente nocive. E' a nome loro e a nome dei tanti cittadini già ammalati che mi appello alle vostre coscienze di donne e uomini impegnati nell'amministrazione del bene comune, perché al di là delle appartenenze di partito, oltre qualsiasi calcolo elettorale, personale, di gruppo o di corrente facciate prevalere la legalità e la giustizia per queste nostre terre sfigurate da cave, rifiuti tossici e camorra.
Il mandato di rappresentanza che i cittadini vi hanno affidato è una responsabilità grandissima, ognuno di voi si senta interpellato personalmente in questa ora tanto grave. Nessuno di voi può delegare ad altri (segretari di partito, capigruppo o capicorrente) la personale responsabilità di fronte al male sia esso compiuto con deliberata coscienza sia esso realizzato per ignoranza o provocato dall'inganno.
La camorra che tutti dicono di voler combattere si sconfigge innanzitutto restituendo ai cittadini fiducia nelle istituzioni che devono mostrarsi coraggiose e libere da condizionamenti e interessi personali. Vi chiedo quindi di manifestare con me il vostro dissenso dalle decisioni che sono state incautamente prese, di trovare le forme opportune di opposizione fino all'autosospensione dagli enti di rappresentanza locale nei quali siete impegnati. Vi chiedo di collaborare con me a quest'opera di giustizia per il bene e la salute di tutti.

Raffaele Nogaro, Vescovo Caritas Diocesana 12 aprile 2007»