Roano da’ l’esempio...ma ora si attendono le mosse dei “veri” colpevoli!


Antonio Roano e la cantautrice Agnese Ginocchio, due grandissimi paladini da sempre impegnati per la difesa del nostro ambiente e l'affermazione della legalità.

Onore alla protesta: il leader degli ambientalisti sannicolesi e promotore del comitato contro Lo Uttaro è il primo politico ad accogliere l’appello del Vescovo Nogaro. Ma ora si attendono, soprattutto, mosse analoghe dai “veri” responsabili del disastro. Totale sfiducia di Roano nel governo della Provincia, nel quale non si riconosce ed al quale si pente di avere contribuito.


11 febbraio 2007, scene dalla marcia contro Lo Uttaro: un ricchissimo campionario di quanta gente potrebbe seguire l'esempio di Roano



«Per protestare contro la violazione degli ideali che porto avanti coerentemente con quanto enunciato nello statuto del partito dei Verdi per la Pace, ovvero Pace, Ambiente e Diritti, aderendo all’appello che il Vescovo Nogaro ha fatto nei giorni scorsi, mi autosospendo dalle cariche che rivesto nel partito, ovvero di Presidente dei Verdi di San Nicola la Strada e di componente dell’Esecutivo Provinciale del partito».

Inizia così, con questa decisione che arreca ulteriore onore ad un personaggio tra i più stimati che si trovano impegnati nella battaglia contro Lo Uttaro, il comunicato stilato dallo stesso leader degli ambientalisti a conclusione della conferenza stampa tenuta ieri pomeriggio (venerdì 27 agosto) nella sede dell’associazione “Italia Nostra”.

«Chiedo a quanti rivestono cariche elettive o di partito nella mia compagine innanzitutto,  -continua Roano-   ma estendo l’invito anche agli altri, di replicare il mio gesto in segno di dissenso da una azione proditoria e irregolare dall’inizio alla fine che trova la sua riuscita solo nell’uso della forza impiegata contro i diritti alla salute di duecentomila persone e contravvenendo lo spirito enunciato da leggi dello Stato o ignorando disposizioni di bonifica disposte dalla Regione Campania.
Auspico che il Presidente provinciale dei Verdi Enzo Falco, che ha avuto mandato dall’esecutivo di comportarsi secondo coscienza per la questione rifiuti, decida di ritirare immediatamente l’appoggio ad un governo della Provincia nel quale non mi riconosco ed al quale mi pento di avere contribuito, visto che in due anni ha partorito solo un Protocollo d’intesa di cui si è concretizzata unicamente la creazione di una discarica in una zona già fortemente colpita da tumori, malattie del sistema immunitario ed altre. L’altro giorno egli ha fatto una dichiarazione in questo senso ai giornali, ma in giro si vocifera che questa minaccia nasconderebbe solo l’intenzione di forzare la mano al Presidente per ritirare la delega a Maria Carmela Caiola per affidarla a Raffaele Aveta, in modo che questi possa scambiarsi la poltrona di Presidente del Parco con lo stesso Falco. Ora, se politicamente tale azione potrebbe passare sotto silenzio in altri frangenti, se attuata adesso esporrebbe il partito stesso al pubblico ludibrio. Sono certo che però tali illazioni non troveranno la minima conferma e spero nel ritiro dell’appoggio.
Confermo che continuerò a lavorare con rinnovato vigore all’interno dei comitati che stanno operando a tutela dell’ambiente, al fine di tutelare il rispetto della legalità e della salute dei miei conterranei».
Roano, dunque, oltre all’impegno, ora offre anche l’esempio. Ma il “problema” è un altro. Quelli che dovrebbero “veramente” scomparire dalla scena hanno una cosa in più rispetto al nostro amatissimo paladino: la faccia tosta! Che difficilmente metteranno da parte. A meno che qualcuno di costoro non voglia assurgere improvvisamente ad eroe...

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Ecco cosa aveva detto Mons. Nogaro lo scorso 12 aprile, rivolgendosi agli amministratori provinciali e comunali:
«Le nostre terre sono state interessate nei decenni passati dallo sversamento di quantità incalcolabili di rifiuti tossici. Sversamenti illegali in discariche illegali che hanno compromesso quasi definitivamente l'equilibrio ecologico con inquinamento mortale di acqua, terreni e ciclo alimentare. Da questo traffico la camorra ha ottenuto elevatissimi proventi. Si tratta di rifiuti di sostanze letali per gli esseri umani tanto che in vaste aree della provincia di Caserta vi è spaventosa insorgenza di tumori e di malformazioni genetiche, ormai statisticamente e scientificamente provate, con percentuali che ci fanno raggiungere un tristissimo primato europeo.
A questi rifiuti si è aggiunta una assenza di qualsiasi politica di gestione dei rifiuti urbani se non quella di realizzare immense discariche dalle quali la camorra ha tratto ulteriori profitti. Una di
queste discariche si trova nell'area denominata "Lo Uttaro" nel comune di Caserta, ma sul confine dei comuni di Maddaloni, San Marco Evangelista, San Nicola la Strada, al centro quindi di una zona densamente popolata da circa 200.000 persone. A "Lo Uttaro" negli anni passati sono stati sversati, in diverse discariche, milioni di metri cubi di spazzatura, una parte delle quali di residui industriali - anche esteri - e di altissima tossicità. In una di queste discariche, la cava abusiva
Mastropietro, il commissario di Governo per l'emergenza rifiuti, il presidente della Provincia e il Sindaco di Caserta hanno deciso di depositare 450.000 metri cubi di nuova spazzatura.
Le leggi però non consentono né di aprire nuove discariche in aree dove esse sono già
presenti né di sversare altri rifiuti in una vecchia discarica.
Come possiamo accettare tanta illegalità e un tale attentato alla vita?
Si tratta di un errore che potrà avere ulteriori gravissime conseguenze per tutta la nostra
popolazione. Un errore che renderà definitiva la calamità nella quale già siamo costretti, nostro malgrado, a sopravvivere.
Se è giusto che ogni provincia si faccia carico dei propri rifiuti e ancora molto più giusto che si riconosca l'eccezionaiità della situazione nella quale si trova la provincia di Caserta che è stata devastata e continua ad essere sconvolta dal traffico illecito di rifiuti mortali. La Regione e il Governo nazionale dovrebbero riconoscere questo danno permanente che abbiamo subito e provvedere di conseguenza con una azione capillare di bonifica e facendosi carico - per un certo numero di anni - di una gestione esterna dei nostri rifiuti. Intanto le nostre istituzioni locali si impegnino - come ancora non hanno colpevolmente fatto - a far cominciare la raccolta differenziata.
E' mio dovere allora richiamarvi ad un intervento immediato perché il mandato popolare che vi è stato affidato vi impone di agire per il bene di tutti. E' la vita di tutti noi che è in pericolo, soprattutto quella dei bambini destinati ad accumulare nel tempo sostanze altamente nocive. E' a nome loro e a nome dei tanti cittadini già ammalati che mi appello alle vostre coscienze di donne e uomini impegnati nell'amministrazione del bene comune, perché al di là delle appartenenze di partito, oltre qualsiasi calcolo elettorale, personale, di gruppo o di corrente facciate prevalere la legalità e la giustizia per queste nostre terre sfigurate da cave, rifiuti tossici e camorra.
Il mandato di rappresentanza che i cittadini vi hanno affidato è una responsabilità grandissima, ognuno di voi si senta interpellato personalmente in questa ora tanto grave. Nessuno di
voi può delegare ad altri (segretari di partito, capigruppo o capicorrente) la personale responsabilità di fronte al male sia esso compiuto con deliberata coscienza sia esso realizzato per ignoranza o provocato dall'inganno.
La camorra che tutti dicono di voler combattere si sconfigge innanzitutto restituendo ai cittadini fiducia nelle istituzioni che devono mostrarsi coraggiose e libere da condizionamenti e interessi personali. Vi chiedo quindi di manifestare con me il vostro dissenso dalle decisioni che sono state incautamente prese, di trovare le forme opportune di opposizione fino all'autosospensione dagli enti di rappresentanza locale nei quali siete impegnati. Vi chiedo di collaborare con me a quest'opera di giustizia per il bene e la salute di tutti.
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