LO UTTARO COME CHERNOBYL



La "catastrofe" vissuta e vivisezionata da un cittadino del Parco La Selva: "Vastissima, contrariamente a quanto dice parte della stampa, l’area geografica interessata ai veleni provenienti dalla discarica".

Ci giunge, e volentieri pubblichiamo, una straziante testimonianza di uno dei 200.000 cittadini residenti nella vasta area del cosiddetto “quadrilatero della morte”, in quella sorta di Chernobyl dagli effetti altrettanto devastanti sulla salute soprattutto dei bambini.

Questa la premessa di accompagnamento di Antonio Roano:

«Vi invio questa lettera di Salvo Vitrano, che abita a Caserta in parco la Selva. E' molto toccante  e di semplice comprensione. Diffondetela a tutti coloro che conoscete. Purtroppo oggi si è toccato uno dei punti più bui della democrazia. Un governo cosiddetto di sinistra abdica a favore di un dittatore come Bertolaso, inefficiente, incapace e colluso con i grandi poteri economici. Non si ferma nè davanti alla magistratura nè si fa scrupolo di assalire inermi cittadini, siano essi vecchi o bambini, donne o uomini, sindaci o comuni cittadini.  Non possiamo fare a meno di pensare che ci sia bisogno di un grande e nuovo risorgimento, altro che la stagione di mani pulite, abbiamo la sensazione netta che siano le mani di oggi siano più sporche che mai. Dobbiamo difendere la nostra vita e sentirci di nuovo partigiani, come i nostri nonni».

Ecco la lettera del sig. Vitrano:

«IL PROBLEMA DEI RIFIUTI IN CAMPANIA E’ DRAMMATICO. LA GRANDE PUZZA DELLA DISCARICA LO UTTARO NON E’ UNA SOLUZIONE, E’ UNA CATASTROFE!


Quando sentite la Grande Puzza de Lo Uttaro evitate di respirare.
Respirare abitualmente l’aria de Lo Uttaro può fare molto male. Un recente studio dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha di nuovo segnalato un aumento di allergie, di tumori, di malformazioni genetiche intorno alle discariche fuori controllo. Vi sembra difficile non respirare? Provate a chiedere come si fa agli amministratori che hanno acconsentito a riaprire Lo Uttaro a tempo indeterminato, senza controlli, illegalmente. E chiedetelo al commissario governativo Guido Bertolaso, appena dotato di “poteri straordinari” che gli permetteranno di bloccare anche la nostra respirazione.

I comitati per l’ambiente hanno fatto proposte alternative a Lo Uttaro che non sono neanche state prese in considerazione. I cosiddetti “confronti” con la popolazione e con i comitati per l’ambiente si sono sempre conclusi con ottusi diktat da parte di Bertolaso.

Alessandro De Franciscis, presidente della Provincia di Caserta ha ammesso che Lo Uttaro è “un sacrificio”. Lui ha detto “per uscire da un incubo”. L’incubo è l’assedio della spazzatura nelle strade. Ma chi ha provocato questo incubo? Lo ha provocato la stessa logica dell’emergenza che ora - gestita in molti casi dagli stessi gruppi di potere e dalle stesse persone – spinge a nascondere il malfatto dentro nuovi micidiali “fossi”. Il sacrificio per i cittadini è certo e irreparabile, l’uscita dall’incubo è solo l’ennesima promessa che non trova riscontri in quello che sta avvenendo.

In una vasta area intorno a Lo Uttaro per molti cittadini l’incubo si è aggravato. La puzza cresce ogni notte, nel cielo si vedono stormi di gabbiani attirati dal fetore, a terra fanno festa topi di taglia extralarge. Se si tratta di un sacrificio i condannati avrebbero almeno il diritto di sapere che tipo di sacrificio è, quanto durerà, quali saranno le conseguenze a breve e a lungo termine. I cittadini di Caserta, di San Nicola la Strada. di Maddaloni, di San Marco Evangelista ci riflettano.

Lo Uttaro non è una soluzione al problema dei rifiuti. Quei rifiuti continuiamo a respirarli tutti i giorni. Nessuno può garantirci che non finiscono nell’acqua e nel ciclo dell’alimentazione anche per questa via. Non sono stati fatti i rilievi per controllare cosa avviene in fondo al “fosso”. I nuovi sversamenti impediranno di effettuare questi rilievi. Probabilmente per sempre.

Caserta sta conquistando il primato di capoluogo più puzzolente e avvelenato d’Italia. La puzza e i suoi veleni ammorbano costantemente l’aria nel raggio di oltre un chilometro e in certi giorni arrivano fino a via Roma e a corso Trieste. Secondo i capricci del vento poi si allungano ora fino alla Reggia, ora fino al Parco Gabriella, coprendo così imparzialmente vaste zone della città e di comuni adiacenti.

Parte della stampa continua a ripetere che Lo Uttaro si trova “nei paraggi” di Caserta. Noi sappiamo che invece si trova tra la gente. A poche centinaia di metri ci sono quartieri densamente abitati, nuovi grandi edifici per uffici pubblici, un nuovo grande albergo come il Crowne Plaza, un Policlinico in via di costruzione.

Sarebbe intelligente non comprare più i giornali che non chiariscono sempre a che distanza dalle case si trova Lo Uttaro e quanta puzza invade l’abitato. Leggere quei giornali significa sprecare soldi e tempo. Se vi raccontano bugie su ciò che avete sotto il naso, molto probabilmente vi ingannano anche su tutto il resto.

Lo Uttaro è una soluzione due volte sbagliata. Innanzitutto perché è sbagliata la localizzazione in un’area così fittamente popolata. In secondo luogo perchè - secondo le decisioni prese e annunciate dai nostri amministratori - a Lo Uttaro dovrebbe arrivare solo materiale trattato e “inerte” della provincia di Caserta. Invece - come i comitati per l’ambiente stanno documentando - a Lo Uttaro arriva di tutto e non si sa da dove.  

Sulla malefatta vengono impediti i controlli. È stato bloccato persino il vescovo monsignor Nogaro ben deciso a verificare, a tutela della salute di tutti, cosa sta avvenendo. Non gli hanno permesso di visionare documenti che dovrebbero essere pubblici e che probabilmente non esistono nemmeno. L’ARPAC, l’ente addetto ai controlli, non fa tutti quelli necessari. Per una questione di soldi, ci hanno detto. Però così i responsabili stanno anche preparando l’occultamento di prove e lo scaricabarile per quando le malattie si moltiplicheranno e il crimine diventerà chiaro a tutti.

Vogliamo sapere subito tutto quello che in realtà sta succedendo. Ce lo dicano gli amministratori, ce lo dicano le autorità. Ce lo dica la stampa mandando giornalisti capaci di “annusare” anziché solo di trascrivere le veline ufficiali dell’emergenza.

Sia chiaro che chi si oppone alla falsa e catastrofica soluzione Lo Uttaro è a favore di soluzioni vere per il grave problema dei rifiuti. Opporsi a Lo Uttaro non significa essere contagiati dalla cosiddetta sindrome nimby (not in my back yard, non nel mio cortile), facile formula che ormai politici e media spesso utilizzano per nascondere verità e responsabilità circa i problemi dell’ambiente.

Opporsi a Lo Uttaro significa contestare con validi argomenti una scelta scriteriata che ha effetti devastanti per vivibilità, salute e sviluppo economico di un territorio in cui vivono 200 mila abitanti. Un territorio già martoriato dagli affari della camorra  che andava perciò subito bonificato per la salute e per la legalità. Un territorio che, secondo le promesse degli amministratori, doveva diventare un centro propulsivo per lo sviluppo della provincia di Caserta e dell’intera regione.

La Grande Puzza sta ora provocando un clima da evacuazione. Alcuni cittadini, soprattutto quelli con figli piccoli, stanno pensando a dove trasferirsi. Sono persone che non sanno fare a meno di respirare. Si sono informate sugli effetti della puzza. Provate a chiedere al vostro medico di famiglia quali rischi correte respirando quell’aria fetida.

Chi vorrebbe fuggire dalla Grande Puzza si accorge di uno tsunami nel mercato immobiliare. Persone in cerca di casa che stavano trattando un acquisto in area Lo Uttaro giustamente si sono tirate indietro. Il danno economico è certo per tutti quelli che - spesso affrontando il sacrificio di mutui salati - hanno comprato la loro casa in zone residenziali di Caserta, San Nicola, Maddaloni, San Marco, ora invase dalla grande puzza. Chi ha sottoscritto un mutuo di recente subirà la beffa di dover continuare a pagare rate elevate, per molti anni, a fronte di un bene-casa da cui vorrebbe fuggire e il cui valore effettivo si è in pochi mesi dimezzato o peggio. Per i residenti la zona della Grande Puzza è diventata una trappola avvelenata.

Ma quale persona normale poteva immaginare questa follia del voler piazzare a tempo indeterminato una megadiscarica senza controlli nel bel mezzo di case, nuove zone verdi, Policlinico in costruzione, un albergo gigantesco? La legge anzi prevedeva una bonifica dei danni ambientali già scriteriatamente provocati negli anni passati con la perpetua gestione di emergenze “provvisorie”.

Evidentemente ai nuovi eletti locali gli elettori avevano assegnato il compito della bonifica. Tra loro c’è chi l’aveva esplicitamente promessa. Invece ora - al culmine di 14 anni di inetta gestione della cosiddetta emergenza di cui sono stati corresponsabili amministratori di ogni colore politico - hanno dato l’assenso a una catastrofe che potrebbe essere senza ritorno. Altro che uscire dall’incubo.

La soluzione vera non è usare il primo fosso che capita per farci sprofondare dentro, insieme all’immondizia, la salute e la vita economica e civile di questa regione. Ci sono alternative: la raccolta differenziata, il compostaggio, la trasformazione  dei rifiuti in materiali inerti – non le finte ecoballe – e l’applicazione di norme e controlli tali da tutelare la popolazione.

A Lo Uttaro non vengono rispettate norme  non vengono effettuati controlli. Si fa finta di non sapere ciò che avviene oggi per non pensare al peggio che avverrà domani.

PERCI“ LO UTTARO NON È UNA SOLUZIONE. È UNA CATASTROFE.

(Salvo Vitrano, Caserta, Parco la Selva)


-Chernobyl o Hiroshima non ha importanza. Di catastrofi da portare ad esempio ce ne sarebbero, purtroppo, tante altre. E sempre con i bambini, i più indifesi, in primo piano... Non ci resta che fuggire: lo avevamo detto, esagerando ...per scaramanzia, in un articolo del 31 marzo (clicca qui per leggerlo)...Sì, esagerando...forse...
NC