Il debutto di Pansa: “LoUttaro? Va tutto ok!”...


Fatto il “guaio”, Bertolaso se ne va e ... torna alla protezione civile. Il nuovo commissario all’emergenza rifiuti in Campania esordisce alla grande: “La discarica funziona benissimo!”... Il Comitato si presenta e gli manda una lettera di aggiornamento sulla famosa “storia di una bugìa”...



Riceviamo dal Comitato Emergenza Rifiuti di Caserta e pubblichiamo integralmente

«
COMITATO EMERGENZA RIFIUTI – CASERTA

IL COMITATO EMERGENZA RIFIUTI SCRIVE AL NEOCOMMISSARIO PANSA CHIEDENDO UN INCONTRO URGENTE E INTERVENTI ADEGUATI:
A LO UTTARO DI CASERTA FUNZIONA SOLO UN ENORME DISASTRO

Il Comitato Emergenza Rifiuti di Caserta ha scritto ad Alessandro Pansa, neocommissario per l’emergenza rifiuti in Campania:

«Qualche giorno fa, in un’intervista, lei ha dichiarato: “Dirò sempre la verità, d’altro canto quando dico le bugie subito mi sgamano”. Noi le vogliamo credere e collaborare nonostante alcune incaute affermazioni circa la discarica illegale. “Lo Uttaro funziona bene”, lei ha affermato. Dottor Pansa, le cose non stanno così».

Un commissario se n’è andato e un altro è arrivato, ma l’area maledetta de lo Uttaro sta sempre lì, con un a discarica a pochi passi dai quartieri abitati di quattro comuni (Caserta, San Nicola La Strada, Maddaloni, San Marco Evangelista), con la cappa di puzza che grava sulla popolazione, con i mostruosi siti annessi di stoccaggio e di trasferenza, con controlli che fanno percolato da tutte le parti, con veleni che si diffondono liberamente in aria, terra e acqua. A lo Uttaro ci sono gli elementi per un grave allarme sanitario. Il tutto avvolto ancora in un’enorme bugia.

Perciò il Comitato Emergenza Rifiuti di Caserta, anche per conto di altre associazioni per l’ambiente della provincia, ha inviato al nuovo commissario Pansa la sua lettera con notizie e certificazioni aggiornate sul disastro e un’allegata “Storia di una bugia”. Chiedendo provvedimenti adeguati e un incontro urgente.

Per ripristinare le condizioni minime di sicurezza sanitaria e ambientale la discarica lo Uttaro è da chiudere al più presto, tutta l’area è da bonificare e da mettere in sicurezza.

Il sito è stato scelto nel’autunno scorso, e riaperto ad aprile, complici gli amministratori e la prefettura locali, con procedure del tutto irregolari. Già per legge l’area doveva essere bonificata e messa in sicurezza. Per giunta varie visite ispettive dei rappresentanti tecnici di un “comitato di garanti” hanno evidenziato che l’allestimento e il funzionamento dell’attuale impianto di discarica non rispettano norme importanti per la tutela della salute pubblica».


«COMITATO EMERGENZA RIFIUTI

Caserta, 10 luglio 2007

Alla c.a. del Prefetto Alessandro Pansa
Commissario Delegato per l’emergenza rifiuti in Campania

Oggetto: azioni poste in essere anche a seguito controlli ispettivi del Comitato dei Garanti presso la discarica abusiva di Lo Uttaro. 

Sig. Commissario delegato per l’emergenza rifiuti in Campania,

l’11 giugno u.s. abbiamo scritto al dr. Bertolaso, nella qualità, e gli avevamo chiesto, alla luce dei controlli effettuati dal Comitato dei garanti (nominato da codesto Commissario) della discarica illegale di Lo Uttaro, alcune rassicurazioni appresso riassunte:

1) di fornire garanzie e assicurazioni all'opinione pubblica che lo Stato, nelle sue massime ed autorevoli espressioni, voglia salvaguardare la salute pubblica senza apparirne nemico, dimostrando, invece, la capacità di superare “l’emergenza dell’emergenza”, ripristinando la legalità con rispetto e salvaguardia igienico-sanitaria dell’ambiente e delle popolazioni. Occorre pertanto procedere ad una bonifica immediata del sito illegale ed inquinante, unica scelta ragionevole e tecnicamente corretta perché, essendo il sito in trattazione tra l’altro abusivo per le ragioni ormai a lei ben note, si possa e si elimini il pericolo cogente e continuo per le cittadinanze e le specie viventi;

2) di adottare semplici e standardizzate operazioni atte a impedire la presenza delle migliaia di gabbiani che frequentano assiduamente quel sito abusivo, così mal gestito;

3) di riconsiderare la gestione dell'ACSA, affidando l’esercizio anche postchiusura al Genio militare, coadiuvato dall'ENEA, ISS e Servizio Geologico Nazionale e/o altro organismo tecnicamente e istituzionalmente più affidabile;

4) di far cessare immediatamente l'attività di sversamento, al fine di non aggravare l’enorme e gravissimo degrado e inquinamento derivante dalle attività in parola, attesa la completa inadeguatezza del sito e la compromissione “ultraventennale” di tutte le matrici ambientali;

5) di organizzare un corretto confronto pubblico, indispensabile e indifferibile.

Di quanto richiesto codesto Commissario di Governo non ha ritenuto di attivare nessuna delle proposte avanzate né dare alcuna risposta a questo Comitato che rappresenta oltre 100 associazioni operanti sul territorio e diverse migliaia di cittadini interessati alle sorti della propria terra.

Nella visita ispettiva del Comitato dei garanti del 27 giugno u.s. oltre a quanto rilevato e denunciato nelle precedenti ispezioni si è constatato che:

a) E’ stato impedito ai rappresentanti del comitato l’accesso al sito per oltre 3 ore;

b) Anche i fogli della geomembrana del 3° anello non sono perfettamente saldati per tutto il perimetro della discarica illegale;

c) Sul lato ovest della discarica illegale è stato rilevata e fotografata un’enorme quantità di percolato mentre le cisterne che dovrebbero prelevare il percolato, per avviarlo a smaltimento c/o impianti di depurazione, continuano ad essere vuote in quanto tutto il sistema non ha mai funzionato;

d) Il piano operativo non viene rispettato;

e) Vengono sversati rifiuti tal quali;

f) Ai problemi interni dell’incapace gestione dell’Acsa si aggiungono problemi gestionali per cui i camion che sversano nella discarica illegale non vengono lavati e disinfettati, come prescritto dalla legge e dal buon senso, uscendo in pessimo stato sulle strade pubbliche e nei centri abitati.

Appare del tutto evidente che la situazione è andata al di là di ogni plausibile “scusante dettata da un’emergenza”, che sappiamo ormai artefatta, e che lungi dall’essere generata da una situazione oggettiva, appare invece frutto di palese incapacità, strumentalizzazione e coacervo di interessi vari, così come lo è stata la scelta del sito di Lo Uttaro, frutto di false e interessate dichiarazioni di pubblici dipendenti.

In merito codesto Commissario, così come il sindaco di Caserta, il presidente della provincia e il prefetto sono stati edotti subito dallo scrivente Comitato, in tempo utile per scelte alternative possibili, esistenti e già a conoscenza di codesta struttura, come dalle altre autorità preposte. Nessuna ragion di stato o sanitaria dunque ma solo affari. Affari sulla pelle di una popolazione inerme, confusa e disorientata. I rifiuti, infatti, continuano a stare in mezzo alle strade e la discarica abusiva e illegale ad inquinare; nessuna bonifica dei siti (trasferenza, cosiddetto panettone, ecc.) né tanto meno il piano provinciale per lo smaltimento dei rifiuti è stato elaborato, nonostante la supposta emergenza rifiuti, così come la chiamate voi, nonostante un protocollo d’intesa sottoscritto ormai da circa otto lunghi mesi.

Non possiamo non rilevare ancora il silenzio di un prefetto che si era impegnato, in più occasioni, a rappresentare la situazione in Terra di Lavoro e a chiedere specifici incontri con la società civile della quale, si dice, “abbia fallito il suo ruolo”. La società civile fallisce quando rimane inascoltata laddove i problemi rimangono sul tappeto e i decisori dicono bugie per mantenere posizioni impossibili.

Con le scelte di codesto commissariato di governo e con l’avallo di autorità locali si è prodotto:

- Il ritiro dell’autorizzazione europea e la conseguente chiusura del macello comunale di Caserta, unico della regione Campania, per un’utenza di oltre 6 milioni di abitanti e con un danno economico rilevantissimo. La scelta di realizzare e mantenere la stazione di trasferenza accanto al macello ha generato il totale abbandono della struttura lasciando anche gli ingressi aperti al vandalismo e ai furti, producendo un danno erariale di oltre 7 milioni di euro;

- La chiusura e trasferimento di una delle più importanti società informatiche operanti a livello mondiale, con oltre 550 occupati e una struttura chiusa e abbandonata;

- Un inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo e sottosuolo le cui conseguenze sanitarie e sull’ambiente sono allo stato difficilmente valutabile ma già percepito nei suoi effetti;

- un’incompatibilità ambientale con altre possibili iniziative intraprese quali lo stesso policlinico, le attività alberghiere, i pubblici uffici e le abitazioni private.

E’ stupefacente che il sindaco quale massima autorità sanitaria della città e membro del Comitato dei Garanti e il presidente della Provincia nella qualità di sub-commissario per l’emergenza rifiuti, commissario consorzio Acsa CE3 e membro del comitato dei Garanti non abbiano mai sentito il dovere civico e istituzionale di portarsi presso la discarica illegale, controllare e verificare quanto più volte denunciato dagli altri membri del Comitato dei Garanti e riportato ampiamente dalla stampa.

Qualche giorno fa, ad un’intervista Lei ha dichiarato: “«Dirò sempre la verità, d'altro canto quando dico le bugie subito mi sgamano». Noi le vogliamo credere e collaborare nonostante alcune incaute affermazioni circa la discarica illegale «Lo Uttaro funziona bene, lei ha affermato. Dott. Pansa, le cose non stanno così.

Per questi motivi, le chiediamo un incontro urgente e, previa accurata verifica dei fatti esposti, riproponiamo con forza la necessità e l’urgenza che la S.V. nella qualità provveda ad horas a chiudere la discarica illegale e abusiva, allontanare l’enorme quantità di percolato onde attenuare l’inquinamento della falda freatica, mettere in sicurezza tutta la zona e ripristinare le condizioni minime di sicurezza sanitaria e ambientale.

Grazie per l’attenzione.

Per il Comitato Emergenza Rifiuti: Giuseppe Messina – Giovanna Maietta – Antonio Roano - Massimo de Gregorio – Giovanni Di Fresco – Lorenzo Tessitore – Maria Adele Del Vecchio – Borghi Roberto – Nicola Tiscione – Antonio Rossi».



«
ALLA C.A. DEL DR. ALESSANDRO PANSA

LO UTTARO: STORIA DI UNA BUGIA E DI UN DISASTRO AMBIENTALE ANNUNCIATO

Nell’ottobre scorso, il Commissario di Governo per l’emergenza rifiuti dr. Guido Bertolaso richiede per la Provincia di Caserta l’individuazione di un sito da adibire a discarica per la FORSU (Frazione Organica Rifiuti Solidi Urbani) – per capirsi, quella che più crea problemi sanitari, cattivi odori e attira gabbiani, ratti, ecc. ecc. - proveniente dall’impianto di Santa Maria Capua Vetere (ex C.D.R.)

Il Prefetto di Caserta, sig.ra Stasi istituisce, d’intesa con il Presidente dell’Amministrazione Provinciale, un apposito gruppo di lavoro (Arch. De Biasio, geom. Pirone, arch. Pignalosa e dr.ssa Totano) coordinato dal Vice Prefetto Vicario dott. Francesco Provolo.

Il gruppo di lavoro, sulla base di un’analisi delle circa 40 cave censite in provincia e contemplate nel Piano regionale di bonifica delle aree inquinate, elaborato dal Commissario di Governo per l’emergenza bonifiche e tutela della acque ed approvato dalla Regione Campania il 9 settembre 2005, individua sul territorio provinciale n. 5 cave ritenute idonee per accogliere la suddetta FORSU e, incredibilmente, indica la cava abusiva Mastropietro in località Lo Uttaro e dichiara le seguenti motivazioni:

-“Il sito risulta protetto da un telo in HPDE (geomembrana) della superficie di mq 15.000;

-Per una volumetria complessiva di mc 400.000 (utilizzabile per circa 8 anni);

-Non interessato dalla presenza di rifiuti”.

Sull’argomento giova osservare che: il telo posto abusivamente è un colabrodo, in particolare sulle tre sponde verticali; il quarto lato, riempito già da una quantità enorme di rifiuti, non è impermeabilizzato ed è collegato alla discarica preesistente (Rossi Giuseppina e/o Ecologica Meridionale). La volumetria utilizzabile - se la matematica non è un’opinione - non può essere superiore ai 250.000 mc al massimo, atteso, come attestato dall’ARPAC (rapporto del 9 marzo 2007) che la superficie del fondo invaso non è di 15.000 mq ma appena di 9.900 mq (la riduzione della superficie è dovuta ai rifiuti già conferiti a fine 1993 – la Provincia dov’era? Quali rifiuti sono stati illecitamente sversati?).

ALCUNI ATTI PRECEDENTI

1) In ordine alla volumetria dell’invaso abusivo

L’A.P. di Caserta, con nota prot. n.3613/EC del 12 giugno 1996 a firma del dirigente del servizio geom. Alfonso Pirone, indirizzata al Prefetto di Napoli, di Caserta e la sub commissario per l’emergenza rifiuti presso la Prefettura di Caserta, in ordine alla volumetria del sito Mastroianni, sulla base di una specifica perizia tecnica dell’arch. De Luca Ciro, effettuata su incarico della stessa A.P. in data 2/3/1994 rileva che la volumetria dell’invaso in parola è di mc 316.646 e non, come dallo stesso Pirone dichiarato nel 2006 di 40.000 mc

2) Sulla presenza di rifiuti nell’invaso abusivo

-  Il 16 febbraio 2001 dalla Prefettura di Caserta e a firma dell’ing. Gennaro Spasiano, nella qualità di sub commissario prefettizio per l’emergenza rifiuti e all’epoca dei fatti, responsabile del settore ecologia della Provincia, informa il Prefetto di Napoli e quello di Caserta che a proposito dell’invaso Mastropietro destinato a discarica ”sono stati eseguiti lavori finalizzati all’utilizzo dello stesso come discarica [..] senza la dovuta autorizzazione”, che “sono stati conferiti in esso rifiuti di cui non si conosce allo stato, la natura”, e che la profondità dello scavo è di circa 30 metri dal piano di campagna, ed in merito a ciò si aggiunge che “si evidenzia che da indagini effettuate da questa struttura Sub-commissariale, la massima profondità della falda, valutata nelle immediate vicinanze, è di circa 27 metri dal piano di campagna”.

- Il 4 aprile 2007 va su RaiNews24 e vista in tutto il mondo, un’intervista ad un rappresentante del Comitato e trasmesso un video (www.finotti.info); il capo cantiere della costruenda discarica afferma e dichiara che nel sito ci sono rifiuti, che si produce percolato e che la ditta non è stata incaricata di fare né la messa in sicurezza né tanto meno la bonifica.

TALE SCELTA È AVVENUTA, QUINDI, NONOSTANTE LE DENUNCE E L’AMPIA DOCUMENTAZIONE AGLI ATTI E, IN PARTE, COME SI E’ VISTO, ANCHE PRODOTTA DALLA STESSA PREFETTURA E DALL’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI CASERTA.

Il 28 ottobre 2006 la individuazione Cava Mastropietro è inviata al dott. Bertolaso.

L’11 novembre 2006 è sottoscritto un protocollo d’intesa fra Bertolaso, il sindaco di Caserta, Petteruti e il Presidente dell’Amministrazione Provinciale De Franciscis. Nessuno degli amministratori ha avuto mandato a sottoscrivere l’atto dai rispettivi organi decisionali (consiglio comunale e consiglio provinciale).

La localizzazione avviene in un’area già interessata da 4 discariche, di cui una per rifiuti industriali, un sito di trasferenza, due siti di stoccaggio, per un totale di oltre 6 milioni di tonnellate di rifiuti. Il tutto a circa 700 metri dal costruendo policlinico universitario, a circa 500 mt da uffici pubblici, alberghi e residenze per diverse migliaia di cittadini.

Per effetto della presenza di discariche e siti di stoccaggio la nota multinazionale EDS (oltre 550 informatici) chiude, licenzia 200 dipendenti e si trasferisce a Pozzuoli. Il Macello comunale, unico autorizzato in Campania dall’U.E., su disposizione dell’autorità sanitaria è costretto a chiudere.

Il 6 dicembre 2006 è pubblicata la legge n. 290 che, di fatto, vieta al Commissario di localizzare discariche in siti come quello di “Lo Uttaro”;

Il 9 settembre 2005 la Regione Campania e il Commissario di Governo per l’emergenza bonifiche e tutela delle acque nella Regione Campania, approvano il Piano Regionale di bonifica delle aree inquinate. Per il gravissimo stato di degrado e inquinamento l’area Lo Uttaro (in particolare la cava abusiva Mastropietro o Ecologica Meridionale, quella cioè interessata dalla nuova discarica abusiva) è dichiarato Sito di Interesse Nazionale, dove l’unica attività consentita, mediante opportuna valutazione di impatto ambientale e caratterizzazione accurata, è la messa in sicurezza e la bonifica.

Il 12 gennaio 2007 il Commissario di Governo, con ordinanza n. 3 indica la cava abusiva Mastropietro - località Lo Uttaro - quale discarica e, con la stessa ordinanza, approva il progetto preliminare;

Il 19 gennaio è nominata la commissione di gara che, in pari data, si riunisce e procede all’aggiudicazione e all’affidamento alla ditta vincitrice, praticamente senza alcuna pubblicità od evidenza pubblica;

Il 16 febbraio 2007 il prof. De Medici dell’Università di Napoli Federico II consegna a Bertolaso uno studio del tutto gratuito nel quale sono indicati diversi siti alternativi alle scelte di  Serre e Lo Uttaro;

Il 12 marzo 2007 il Commissario Bertolaso nel corso di un’audizione riservata presso la Commissione ambiente della Camera dei deputati, dichiara che il suo staff ha individuato “purtroppo” solamente 665 siti in tutta la regione che potrebbero essere destinate a discariche.

PERCHE’ ALLORA LO UTTARO?

Il 16 marzo con ordinanza n. 75 - a lavori pressoché ultimati - è approvato il progetto definitivo della discarica abusiva di Lo Uttaro;

Il 29 marzo audizione con Bertolaso. Gli vengono poste 17 domande sul sito abusivo. Non risponde a nessuna delle domande;

Il 31 marzo manifestazione con oltre 2000 persone in corteo e la partecipazione del Vescovo S.E. Nogaro. Richiesta alla Prefettura di verifica degli atti e richiesta di partecipazione del ministro dell’ambiente, inspiegabilmente attivo su Serre, totalmente assente su Caserta, nonostante il conclamato ventennale impegno per l’ambiente;

Il 3 aprile collaudo della discarica abusiva nella cava abusiva, l’intervento, come si evince dalla documentazione, ha subito modifiche sostanziali, di un progetto raffazzonato, senza alcuna conoscenza dell’effettivo stato dei luoghi e del pauroso inquinamento ancora in atto;

Il 4 aprile il TAR del Lazio boccia la richiesta di sospensione dell’ordinanza n. 3/2007 del Commissario di Governo, sulla base di quanto affermato dall’A.R.P.A.C. (l’agenzia regionale per l’ambiente) e cioè che esisterebbero“le condizioni essenziali richieste per il rispetto dell’ambiente”. In merito si evince la palese contraddizione con il rapporto dell’ARPAC del 9 marzo in cui: - si attesta la presenza di rifiuti e si rappresenta il pericolo di conferire rifiuti speciali, tra l’altro non stabilizzati. In tale rapporto si coglie anche la falsa affermazione della stessa ARPAC che i lavori di impermeabilizzazione della cava abusiva che si vuole utilizzare, sarebbero stati realizzati solamente nel 1994-95. In realtà gli stessi sono stati realizzati ben prima e già nel 1993 sono stati illecitamente conferiti rifiuti. Tale affermazione probabilmente nasce per coprire la colpevole connivenza dell’A.Provinciale che doveva controllare.

LA BUGIA È SVELATA, IL RE È NUDO

10 aprile 2007 l’assemblea decide di compiere forme di resistenza non violenta a Lo Uttaro per affermare la legalità anche in Terra di Lavoro, dove la camorra ha permeato anche la pubblica amministrazione e una classe politica incapace di creare condizioni di sana amministrazione.

24 aprile la Polizia sgombera i resistenti che si fanno trascinare fuori dall’area della discarica abusiva.

13 maggio grande manifestazione popolare con oltre 3000 persone e messa con Monsignor Nogaro

15 maggio i due tecnici indicati dal movimento e nominati con decreto dal Commissario di Governo non sono fatti entrare nella discarica per esercitare il diritto di controllo in un sito protetto da 11 guardie giurate, dalla polizia e dai carabinieri.

16 maggio il Comitato annuncia che è pronta la proposta del ciclo dei rifiuti per la Provincia di Caserta mentre si aspetta quella della Provincia dall’11 novembre 2006.

19 maggio manifestazione nazionale a Napoli organizzata dalla rete “rifiuti zero” per una corretta gestione dei rifiuti in Italia con oltre 10.000 manifestanti. Silenzio della stampa nazionale.

21 maggio il Comitato dei Garanti si porta alla discarica abusiva per effettuare un controllo. Risultato: la discarica per come è stata realizzata non risponde ai criteri di legge; la gestione è del tutto carente con diverse violazioni alla normativa vigente.

26 maggio I cittadini di san Nicola La Strada, esasperati per i cattivi odori che ha infestato nella notte l’intera comunità, si portano per protestare presso la discarica abusiva, constatando e facendo constatare alla Polizia scientifica che i camion non trasportano FOS ma rifiuti tal quale in parte tritati; che i camion viaggiano in difformità alla legge, che in discarica vi sono diverse irregolarità nella gestione così come hanno potuto verificare un gruppo di giornalisti e fotoreporter di diverse testate del Centro-Nord. 

29 maggio Il Comitato Emergenza Rifiuti scrive al Presidente della Repubblica e chiede di intervenire nei confronti della magistratura samaritana affinché faccia presto prima che il disastro ambientale di Lo Uttaro diventi irreversibile. Si attende la risposta.

11 giugno Il Comitato scrive a Bertolaso e chiede fra l’altro che la gestione della discarica illegale passi almeno al Genio militare.

14 giugno Il Comitato avanza 5 proposte minime al Consiglio comunale per affrontare l’emergenza. Approveranno, invece, tutti insieme un documento che lascia le cose come stanno.

22 giugno Il Comitato scrive a tutti i consiglieri comunali chiedendo loro di assumersi precise responsabilità in ordine al problema smaltimento e alla vicenda Lo Uttaro. Tale atto viene inviato alla Procura della Repubblica. Nessuno può dire che non sapevano.

27 giugno Nuova ispezione del Comitato dei garanti. Rilevano che:

- è stato impedito ai rappresentanti del comitato l’accesso al sito per oltre 3 ore;

-anche i fogli della geomembrana del 3° anello non sono perfettamente saldati per tutto il perimetro della discarica illegale;

-sul lato ovest della discarica illegale è stato rilevata e fotografata una enorme quantità di percolato mentre le cisterne che dovrebbero prelevare il percolato, per avviarlo a smaltimento c/o impianti di depurazione, continuano ad essere vuote in quanto tutto il sistema non ha mai funzionato;

-il piano operativo non viene rispettato;

-vengono sversati rifiuti tal quali;

-ai problemi interni dell’incapace gestione dell’Acsa si aggiungono problemi gestionali per cui i camion che sversano nella discarica illegale non vengono lavati e disinfettati, come prescritto dalla legge e dal buon senso, uscendo in pessimo stato sulle strade pubbliche e nei centri abitati.

2 luglio Il Comitato scrive a Bertolaso e a tutte le autorità di controllo ai quali viene richiesto un intervento ad horas sulla discarica.

4 luglio. Tutti gli atti ispettivi vengono inviati per conoscenza e con la richiesta di intervento ai sindaci di Maddaloni, San Marco Ev., San Nicola L.S.

IL NOSTRO IMPEGNO PER LA LEGALITA’ CONTINUA E PER RISOLVERE LA QUESTIONE RIFIUTI IN CAMPANIA CHE LA SI VUOLE FARE APPARIRE, UNICA REGIONE DEI PAESI DELL’OCSE, COME UNA QUESTIONE TECNICA.

Caserta, 10 luglio 2007                                                                 

                                                         COMITATO EMERGENZA RIFIUTI CASERTA          

Italia Nostra; Legambiente Caserta; LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli); WWF Caserta; W.W.F. Aversa; Terra Nostra; CO.AS.CA.; Co.De.Par.; Comitato Civico in difesa dell’acqua CE; Comitato contro il Megainceneritore di Acerra; Comitato mamme e famiglie di Marcianise; Unart Group Marcianise; Viviamo la Scuola CE; Casa Zaccheo (Padri Sacramentini CE); Comitato “Lo Uttaro” S.Nicola La Strada; Comitato di Lotta alla Piattaforma di Pignataro M.; Verdi Maddaloni; Verdi S.Nicola La Strada; Comitato “Macrico Verde”; Vivereinsieme; Comitato “Caserta Città di Pace”; Coop. New Hope; A.V.O.; Auser Filo d’Argento; Amici di Beppe Grillo “Cittadini attivi” Caserta; A.D. Scacchistica CE; Laboratorio Millepiani; Centro Sociale ex Canapificio CE; Movimento per la Pace; Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE Italia); Associazione Diotima; ACLI.
Comitato Emergenza Rifiuti - via Galilei,12 - 81100 Caserta Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – 3476472516 – 3338619118 -  3383545634
».




La Presidenza del Consiglio ha avviato la fase di uscita dall'emergenza rifiuti in Campania. In seguito all'approvazione e alla conversione del decreto legge n. 61 dell'11 maggio 2007 sugli interventi straordinari per lo smaltimento dei rifiuti nella Regione Campania (per le cui finalità sono stati stanziati 80 milioni di euro), la Presidenza del Consiglio comunica che questa fase transitoria, in vista del passaggio alla gestione ordinaria della Regione Campania - previsto per la fine del 2007 – è affidata al prefetto di Napoli, Alessandro Pansa (nella foto). Proprio al fine di favorire un più rapido passaggio all'ordinarietà, questa fase sarà gestita di concerto con la Regione Campania. Nello svolgimento delle sue attività il prefetto Pansa sarà assistito e coadiuvato, oltre che dalla Regione stessa, anche dal Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio, dal Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio, nonché dal Dipartimento per lo Sviluppo delle Economie Territoriali attraverso l'Unità speciale di concertazione per lo sviluppo economico dell'area metropolitana di Napoli. (AGI)



Guido Bertolaso, capo della protezione civile nazionale e commissario uscente.
Al di là dei meriti e/o demeriti (che non sta a noi giudicare) acquisiti nel corso della sua ormai cessata funzione, di lui ricordiamo soprattutto il tono arrogante con cui ha affrontato (al cinema comunale di Caserta nel marzo scorso) l'unico incontro pubblico che ha concesso. Un uomo, a quanto è sembrato, molto lontano dalla gente che avrebbe dovuto ascoltare e, possibilmente, proteggere.