Lo Uttaro, giustizia è fatta!


Abbiamo rischiato seriamente di affogare nei rifiuti. Ora, si dia inizio ad una seria bonifica!

Il tribunale di Napoli accoglie integralmente le ragioni del Comitato e decreta la chiusura della megadiscarica voluta dal commissario all’emergenza con l’avallo dei sindaci e del presidente della provincia. Sconfitta una classe politica "indegna di rappresentarci”. Molti cittadini chiederanno il risarcimento dei danni biologici.


Quando è squillato il cellulare e da Napoli è rimbalzata la notizia della sentenza emessa (ex art. 700) dal Tribunale, decima sezione, giudice la dottoressa Fausta (mai nome fu più “azzeccato”!) Como, riguardante la chiusura della mega discarica Lo Uttaro da
450.000 metri cubi di spazzatura, un urlo di liberazione è sgorgato spontaneo. La notizia ha fatto in breve il giro di tutta San Nicola con piena soddisfazione da parte dell’avv. Tiscione, di Antonio Roano, di don Oreste Farina, della “star della pace” Agnese Ginocchio e di tutti gli altri componenti del comitato civico che, nonostante le enormi insidie incontrate sul loro cammino, non hanno mai smesso di lottare per ridare dignità, oltre che salute ed igiene, a duecentomila cittadini dilaniati da quel maledetto “protocollo d’intesa” sottoscritto a Caserta l’11 novembre 2006.
Mesi e mesi di battaglie, muro contro muro con le forze dell’ordine all’esterno della discarica, decine di marce di protesta, migliaia di persone in piazza a manifestare tutta la loro rabbia contro il commissario Bertolaso e contro tutti quei politici (dal centrosinistra -soprattutto- al centrodestra e ...alle fasce laterali), che ora, prima che si prendano qualche “merito” (la faccia tosta per farlo ce l’hanno e come!), bisogna assolutamente affidare all’ultima ...discaricata prima della rinascita.  
Sono tutti sconfitti: da Petteruti a De Franciscis, da Bertolaso a tutti gli amministratori locali che nulla hanno fatto per impedire il massacro.
La verità ha trionfato. Quella verità che non era stata detta: e cioè che la discarica Lo Uttaro non doveva aprire, perché Lo Uttaro era una bomba ecologica pronta ad esplodere, che Lo Uttaro era stata già dichiarata sito proibito dalla stessa regione Campania di quell’Antonio Bassolino ora indagato per reati gravissimi, nonostante le innumerevoli quanto patetiche attestazioni di stima dei suoi sodali del centrosinistra.
È anche la vittoria del Vescovo di Caserta, Monsignor Raffaele Nogaro, che non ha mai fatto mancare la sua voce e la sua presenza accanto a quella della gente, in prima fila a protestare contro il perpetrarsi del più grave disastro ambientale della storia di Terra di Lavoro. È la sua vittoria anche nei confronti del suo “bacchettatore”, quel tale Monsignor Betori, segretario della CEI, che lo rimproverò ufficialmente per ...il coraggio e la determinazione con cui era sceso in campo al fianco della popolazione, criticando i tenutari del potere...
Nonostante la fausta decisione della magistratura, i comitati sono comunque molto preoccupati. La paura è che la sentenza di chiusura della discarica non venga applicata, anche perché oramai manca poco per riempire definitivamente Lo Uttaro. Probabile, invece, che ci sia la corsa all’allestimento di una nuova discarica che l’amministrazione provinciale avrebbe già dovuto individuare. Speriamo solo che sia lontana chilometri dalla Uttaro.

Ecco il comunicato ufficiale del Comitato Emergenza Rifiuti

«
BONIFICA DEL SITO E DELLE ISTITUZIONI LOCALI. ORA!
Il Tribunale Civile di Napoli, decima Sezione, ha accolto il ricorso ex art.700 c.p.c. presentato dal Comitato Emergenza Rifiuti e ha verificato la fondatezza circa l’individuazione e utilizzo di un sito illegittimo, illegale, inquinato e inquinante. Tale sito è stato offerto al commissario Bertolaso da un pseudo comitato tecnico scientifico. Il commissario, senza alcuna verifica seria e affidabile, circondandosi, infatti, di personaggi ben noti e agli onori delle cronache giudiziarie, ha dilapidato tempi e risorse finanziarie enormi perpetuando e aggravando il vasto inquinamento ambientale e tutte le sue matrici, in particolare le falde acquifere e l’aria. Vale la pena ricordare che tale sito è stato scelto e caldeggiato, contro ogni logica ambientale e ingegneristica, dal Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Caserta, di concerto con il sindaco della città capoluogo e dal sig. Prefetto, con la conseguenza di tentare di sanare situazioni pregresse di illegalità nonostante i commissari delegati, prefetti di Napoli e Caserta avessero più volte, a partire dal 1994, rappresentato tali illegittimità e informato la stessa Autorità giudiziaria.
Nelle prossime ore il Comitato Emergenza Rifiuti provvederà, come per legge, ad effettuare le procedure per far porre in esecuzione il provvedimento del sig. Giudice.
Il Comitato Emergenza Rifiuti, che riunisce oltre 100 associazioni della Provincia di Terra di Lavoro e diverse migliaia di cittadini, esprime la sua profonda soddisfazione e gratitudine alla magistratura che, ancora una volta, ascoltando le ragioni della società civile, ha fatto trionfare la verità e posto un punto fermo sulla cosiddetta emergenza rifiuti.
Il Comitato ringrazia innanzitutto i legali e i cittadini che con la loro professionalità e partecipazione hanno consentito di raggiungere un tale obiettivo.
E’ necessario ricordare che il Comitato, sin dalla firma del protocollo d’intesa (11 novembre 2006) si era preoccupato di informare le autorità sul reale stato delle cose, delle scelte interessate del sito effettuato sulla base di dichiarazioni false di pubblici dipendenti e del successivo stato di assoluta precarietà e illegalità della discarica e di come essa è stata gestita da personale scelto incautamente dal dr. De Franciscis e dal vice prefetto dr. Provolo nella qualità di commissario e vice commissario del Consorzio ACSA Ce3 cui il dr. Bertolaso aveva delegato la gestione.
La Magistratura, ancora una volta, è stata costretta a fermare scelte illegali e pericolose effettuate da una classe politica incapace e non degna di gestire la cosa pubblica, esponendo le popolazioni e l’ambiente, in ragione di un’orchestrata e funzionale emergenza rifiuti, a pericolo sanitario certo.
Vale la pena precisare ancora che sia il dr. Bertolaso, sia il Prefetto sig.ra Stasi, sia il sindaco e il Presidente della Provincia furono subito edotti da questo comitato sullo stato reale del sito di Lo Uttaro, delle sue pregresse vicende e del suo stato di illegalità, grazie alla connivenza di quegli stessi funzionari incaricati poi a indicare il sito nella commissione di cui faceva parte pure l’arch. De Biasio. Il Comitato, così come l’Università Federico II (prof. De Medici) sin dal febbraio 2007 avevano indicato siti alternativi e ipotesi di lavoro diversi dalla discarica. Il Comitato ha inutilmente sollecitato la Provincia ad elaborare il Piano provinciale per lo smaltimento dei rifiuti, in attesa da oltre 9 mesi. Lo stesso Comitato ha elaborato, inascoltato, delle precise proposte per superare la crisi in corso, ha cercato di supportare anche la fase della gestione della discarica, nonostante le posizioni contrarie, proprio per arginare e controllare che almeno la gestione fosse corretta e rispettosa della legge e del buon senso. Neanche questo. Nella discarica si è sversato di tutto, anche materiale pericoloso oltre che ai fanghi di depurazione. Il Comitato giudica scandaloso e preoccupante che le sollecitazioni e gli inviti a fare qualcosa da parte del Comitato dei Garanti siano rimaste costantemente inascoltate e dove, l’unica risposta dai decisori politici è stata, invece, quella di nominare nel comitato dei garanti altri politici senza alcuna competenza e volontà di garantire che a Lo Uttaro la legge venisse rispettata; eletti evidentemente solo con la precisa idea di controllare e frenare l’operato dei tecnici operanti all’interno del Comitato dei Garanti, unici presenti nel gruppo e indicati dal Comitato Emergenza Rifiuti.
In tutta questa situazione, nonostante la presenza della discarica sul territorio, mentre la raccolta differenziata a Caserta è precipitata a percentuali ridicole, la TARSU è aumentata ed è la più alta d’Italia, i rifiuti rimangono in mezzo alla strada e le aree da bonificare sono rimaste come un monumento al disinganno e all’incompetenza di amministratori arroganti quanto inefficaci.
Adesso chiediamo giustizia. Fino in fondo. Una bonifica generale, dalle istituzioni al sito abusivo illegale e pericoloso di Lo Uttaro, deve iniziare. Occorre rapidamente ridare fiducia nelle istituzioni democratiche, alla gente e alla popolazione campana cui è stata tolta anche l’onorabilità da affaristi, colletti bianchi e da una classe politica non meritevole della fiducia accordata.
Per questi motivi il Comitato Emergenza Rifiuti chiede:
-Al Prefetto Pansa 1) l’immediata bonifica sia del sito Mastropietro sia di tutta la zona Lo Uttaro già dichiarata Sito di Interesse Nazionale che si sarebbe già dovuta attuare sin dal 1994 in funzione di quanto rappresentato ufficialmente dal Prefetto di Napoli e dal 2005 in funzione di quanto stabilito dal Presidente della Regione Campania Commissario per le bonifiche; 2) l’immediata chiusura della discarica abusiva, illegale e pericolosa di Lo Uttaro; 3) la predisposizione di un accurato studio di caratterizzazione e messa in sicurezza avvalendosi di professionalità universalmente riconosciute come tali. Tutto ciò prima che la giustizia faccia il suo corso e, nelle more, si chiede di sostituire ad horas la gestione della discarica affidandola al Genio militare con la consulenza degli organi dello Stato di cui in precedenza si sono avvalsi i prefetti Improta e Catalani;
-al sig. Ministro degli Interni il trasferimento del prefetto sig.ra Stasi e del vicario dr. Provolo, nonché le dimissioni del sindaco Petteruti e del presidente della Provincia dr. De Franciscis.
Adesso.
Grazie per l’attenzione.


COMITATO EMERGENZA RIFIUTI                                                                 
-via Galilei,12 - 81100 Caserta Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. – 3476472516 – 3338619118 -  3383545634»

Questa, invece, la lettera inviata al prefetto e commissario delegato per l’emergenza rifiuti in Campania, Alessandro Pansa, in cui il dr. Giuseppe Messina, in rappresentanza del Comitato civico, invita la massima autorità in materia a chiudere ad horas la discarica illegale, abusiva e pericolosa de Lo Uttaro e ad avviare azioni di bonifica del sito:

«
Come Le è noto, il Tribunale Civile di Napoli, decima Sezione, ha accolto il ricorso ex art.700 c.p.c. presentato dal Comitato Emergenza Rifiuti e la discarica abusiva, illegale e pericolosa il cui sito è stato fatto adeguare dal suo predecessore, scelto dal Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Caserta, di concerto con il sindaco della città capoluogo e dal sig. Prefetto, dovrà immediatamente chiudere.
Il Comitato, appena Lei si è insediato, si è preoccupato di informarla dello stato delle cose, delle scelte interessate del sito effettuato sulla base di dichiarazioni false di pubblici dipendenti e del successivo stato di assoluta precarietà e illegalità della discarica e di come essa è stata gestita da personale scelto incautamente dal dr. De Franciscis e dal vive prefetto dr. Provolo nella qualità di commissario e vice commissario del Consorzio ACSA Ce3 cui il dr. Bertolaso aveva delegato la gestione.
La Magistratura, ancora una volta, è stata costretta a fermare scelte illegali e pericolose effettuate da una classe politica incapace e non degna di gestire la cosa pubblica, esponendo le popolazioni e l’ambiente, in ragione di una orchestrata e funzionale emergenza rifiuti, a pericolo sanitario certo.
Vale la pena precisare e ricordare che sia il dr. Bertolaso, sia il Prefetto sig.ra Stasi, sia il sindaco e il Presidente della Provincia sono stati subito edotti da questo comitato sullo stato reale del sito di Lo Uttaro, delle sue pregresse vicende e del suo stato di illegalità, grazie alla connivenza di quegli stessi funzionari poi incaricati a indicare il sito nella commissione di cui faceva parte pure l’arch. De Biasio. Abbiamo indicato siti alternativi e ipotesi di lavoro diversi dalla discarica. Abbiamo inutilmente sollecitato la Provincia ad elaborare il Piano provinciale per lo smaltimento dei rifiuti, in attesa da oltre 9 mesi. Il Comitato stesso ha elaborato, inascoltato, delle precise proposte per superare la crisi in corso, ha cercato di supportare anche la fase della gestione della discarica, nonostante le nostre posizioni contrarie, proprio per arginare e controllare che almeno la gestione fosse corretta e rispettosa della legge e del buon senso.
Neanche questo. Nella discarica si sversa di tutto, anche materiale pericoloso come è a lei ben noto.
Abbiamo trovato incredibile e scandaloso, oltre ogni accettabilità e sopportazione, che le sollecitazioni e gli inviti a fare qualcosa da parte del Comitato dei Garanti siano rimaste costantemente inascoltate e dove, l’unica risposta dai decisori politici è stata quella di nominare nel comitato dei garanti altri politici senza alcuna competenza e volontà a garantire che laggiù la legge venisse rispettata, ma eletti evidentemente solo con la precisa idea di controllare e frenare l’operato dei tecnici operanti all’interno del Comitato dei Garanti, unici tecnici presenti nel gruppo.
In tutta questa situazione, nonostante la discarica, mentre la raccolta differenziata a Caserta è precipitata a percentuali ridicole, la TARSU è aumentata, i rifiuti rimangono in mezzo alla strada e le aree da bonificare sono rimaste come un monumento al disinganno e all’incompetenza di uno Stato cieco.
Adesso chiediamo giustizia. Fino in fondo. Una bonifica generale, dalle istituzioni al sito abusivo illegale e pericoloso di Lo Uttaro deve iniziare. Dobbiamo rapidamente ridare fiducia nelle istituzioni democratiche alla gente e alla popolazione campana cui è stata tolta anche l’onorabilità da affaristi, colletti bianchi e di una classe politica non meritevole della fiducia accordata.
Tutto questo deve finire subito. Prima ancora che “le carte” della Giustizia le saranno notificate, sig. Prefetto invitandola a rinunciare a reclami o presentare “difese” indifendibili e ad ascoltare invece quanti, in questi ultimi tempi hanno cercato, inascoltati e messi da parte, di contribuire a superare questa difficile fase, con precisi apporti scientifici a cominciare da scienziati della nostra università partenopea.
Le scriviamo questo poiché riconosciamo nella sua persona un degno rappresentante delle istituzioni che vuole la verità e che vuole risolvere i problemi della nostra comunità, ma insieme ad essa, non sopra di essa. Ed è per questo motivo che reiteriamo la nostra volontà di contribuire, come Comitato Emergenza Rifiuti, in tale direzione. Ma adesso è lo Stato che deve ridarci fiducia. Ne abbiamo il diritto».

Ed ecco, infine, una preziosa nota dell’ing. Giuseppe Nuzzo, valente membro del Comitato sannicolese, da cui abbiamo ricevuto con grande tempestività la più bella notizia degli ultimi tempi.

«Come si vede, esiste ancora la giustizia. Il tribunale di Napoli (non abbiamo ancora la sentenza, ma l’ha letta l’Avv. Adinolfi nella sede di Italia Nostra) ha sentenziato la chiusura della Uttaro, con decorrenza immediata, dando ragione a tutto quanto denunciato dai comitati sull’illegalità e pericolosità di quel sito. Ha confermato che le falde acquifere sono tutte inquinate, come denunciato sempre dai comitati, e che le analisi ordinate dalla stessa ACSA CE3 denunciavano la presenza di rifiuti tossici tra quelli sversati, così come verificato dai dott. Lembo e Santagata che, in rappresentanza dei comitati, fanno parte del comitato dei garanti istituito dalla Provincia e presieduto dal Ns. Sindaco Ponzio Pilato Pascariello (che, appena insediatosi, aveva affermato la perfetta efficienza della discarica...).
Quello che è accaduto per Lo Uttaro è, purtroppo, il dramma della ns. società civile, rappresentata da politici indegni che altro non pensano che alle proprie carriere politiche, negando l’evidenza, rifiutandosi di difendere la propria terra, anzi svendendola agli interessi delle lobby politico/affaristiche. Spero che di ciò prendano coscienza tutti gli altri cittadini che ci hanno guardato con indifferenza quando passavamo con la macchina ad annunciare le manifestazioni promosse contro la discarica. Abbiamo chiesto le dimissioni del presidente della provincia e del sindaco Petteruti, che fortemente hanno voluto la discarica, il trasferimento del prefetto Stasi e del vice prefetto Provolo, co-responsabili di quanto accaduto invece che garanti della legalità. Personalmente (ci risulta che anche molti altri cittadini stanno per farlo –ndr), forte della sentenza del tribunale, chiederò il risarcimento dei danni biologici che la legge mi riconoscerà in virtù di ciò che in questi mesi ho dovuto subire in termini di puzza e per l’inquinamento delle falde acquifere, il tutto per colpa di indegni rappresentanti politici che hanno calpestato le più elementari regole per la salvaguardia della legalità e della salute.
E non vengano a dire “adesso dove la mettiamo?". Gli abbiamo proposto (a dire il vero è stato proposto da illustri professori universitari) siti alternativi, loro hanno voluto Lo Uttaro, chissà per quale oscura volontà, per chissà quale interesse da salvaguardare; non certo quello dei propri “concittadini” che hanno ingannato, pensando senza scrupoli solo a spartirsi potere e passando da una parte all’altra degli schieramenti.
Ricordo ancora quando il sindaco a proposito di una sentenza del tribunale che dava ragione all’amministrazione comunale sul cambio di destinazione da zona F a zona D di alcuni terreni, tra i cui proprietari vi erano anche consiglieri comunali oggi promossi assessori, attaccò manifesti in tutta San Nicola per informare, soddisfatto, la cittadinanza (dimenticando ovviamente che il passaggio di una zona da “pubblica utilità” a “commerciale” non è certo una vittoria per la collettività, bensì per i proprietari dei terreni...)...
Chissà se, adesso, spenderà qualche spicciolo per pubblicare la sentenza del Tribunale di Napoli che fa giustizia in una terra dove ormai i tribunali sono gli unici luoghi rimasti agli onesti cittadini per farsi valere contro questa indegna classe politica che li inganna puntualmente.
Ma non c’è problema. Se non lo farà lui, lo faremo noi, a nostre spese, come sempre, come abbiamo fatto per il ricorso che ha ridato vita e speranza a migliaia di persone
»
.