ED ORA, TUTTI A ...DISCARICARSI

“Petteruti e DeFranciscis, dopo il provvedimento che ordina la chiusura della discarica, cercano di sgravarsi delle loro responsabilità”. Per Maietta e Messina “le alternative esistono, ma si preferisce il terrorismo psicologico”



“Il sindaco e il Presidente della provincia, dopo il provvedimento che ordina la chiusura della discarica, cercano di sgravarsi delle loro responsabilità per aver voluto e favorito l’apertura a Caserta di una discarica illegale e altamente inquinante”.

Lo affermano, in un comunicato, due tra i membri più attivi del Comitato Emergenza Rifiuti, Giuseppe Messina e Giovanna Maietta, che aggiungono:

“Sia Petteruti sia De Franciscis dichiarano pubblicamente che la scelta è del commissario di governo e che loro hanno seguito ordini dall’alto. I fatti non stanno così; il commissario di governo ha deciso secondo le indicazioni datogli dal presidente della provincia con la piena e consapevole collaborazione delle prefettura. Adesso vogliono far credere alla cittadinanza che l’emergenza rifiuti non si risolve per colpa della Magistratura e del Comitato che ha denunciato tutte le malefatte perpetrate a danno della salute pubblica. Le soluzioni esistono e sono state indicate già nel febbraio scorso e dallo stesso Bertolaso nell’audizione alla Commissione della Camera dei Deputati il 13 marzo scorso. Perché De Franciscis e Petteruti parlano di caos? Forse perché vogliono distrarre l’opinione pubblica sulla decisione della Magistratura? Ma è su questa che ora bisogna riflettere. Il Tribunale di Napoli ordina l’immediata chiusura di Lo Uttaro con ben sette motivazioni, cosi sintetizzate: 1) La discarica è stata aperta con la mancanza di misure idonee che non rappresentino un danno alla salute e all’ambiente; 2) Nel protocollo d’intesa non vi è alcun cenno sulla sicurezza dell’impianto; 3) La scelta basata sulla fretta e l’emergenza rappresenta una soluzione a discapito della salute pubblica; 4) Il sito è assolutamente inidoneo, in quanto inquinato; 5) Le acque di falda risultano tutte inquinate. 6) I rifiuti sversati sono altamente pericolosi da non potersi smaltire in discarica; 7) La discarica è stata aperta sui rifiuti sommersi e abbancati. Il giudice ha deciso sia in base alle prove fornitegli dal difensore dei cittadini ricorrenti, residenti nel villaggio Saint Gobain, sia attraverso la documentazione fornitegli dalla controparte, commissariato di governo e Acsa Ce3. Ciò significa che il danno è talmente evidente che per quanto si siano sforzati di occultare, il Consorzio Acsa ce 3 e il commissariato di governo hanno dovuto presentare i risultati di analisi che dimostrano ampiamente il grado di inquinamento causato dalla discarica. Al giudice questo non è sfuggito. I tecnici del commissariato di governo avevano monitorato la falda già prima dell’apertura della discarica, essa risultava inquinata. Consapevolmente il gruppo di lavoro della prefettura con Provolo vice prefetto vicario, Alfonso Pirone dirigente provinciale, De Biasio delegato del commissariato di governo e le rappresentanti del commissariato di bonifica delle acque indicano il sito di Lo Uttaro come ulteriore discarica. Significa che piuttosto che provvedere a tutelare la nostra salute con bonifica e messa in sicurezza, visto l’ennesimo accertamento dell’inquinamento della falda, si decide di continuare a inquinare. L’apertura della discarica viene stabilita da tre persone che, in quanto istituzioni avrebbero, invece, dovuto garantire la sicurezza e la salute pubblica, si tratta di Bertolaso, De Franciscis,  e Petteruti. Le tre figure istituzionali in sintesi decidono di continuare a inquinare laddove è già oltremodo inquinato. Dopo la forzata apertura della discarica in violazioni alle leggi dello Stato e alla nostra Costituzione, si consente lo sversamento di rifiuti pericolosi, probabilmente già agli inizi dell’apertura e cioè quando deliberatamente si sono omessi i controlli e non è stato consentito al Comitato di entrare nel sito ed effettuare controlli. Vale la pena ricordare che circa i tre milioni di euro di denaro pubblico sono stati spesi per inquinarci e danneggiarci forse irreversibilmente. La falda inquinata significa non solo noi ma anche le future generazioni saranno sempre più colpite da malattie tumorali. E ora, il sindaco e il presidente della provincia responsabili di questa vera emergenza, come farisei si strappano le vesti e dichiarano che temono l’immondizia per strada, il caos e quant’altro che loro stessi hanno contribuito a generare e ad alimentare. Le loro dichiarazioni rivelano un terrorismo psicologico che si tenta di fare presso i cittadini, nauseati dalla puzza, dall’immondizia sotto casa e dal brulicare dei ratti. Qual è il disegno che si cela dietro una discarica illegale e un’emergenza che non si vuole risolvere? Per quale motivo nulla si è fatto per la raccolta differenziata e il nuovo appalto del servizio di igiene urbana (dopo 18 mesi) e il piano provinciale (dopo 9 mesi) mentre
la TARSU
è stata già aumentata del 10%? Confidiamo ancora nella Magistratura e specificatamente nella Procura della Repubblica che ha avviato un’inchiesta affinché ci chiarisca questi interrogativi”.