MESSINA, DOPPIA REPLICA



Giuseppe Messina

Tiene banco il “colpo di mano” dei Verdi ai danni di Roano. Giuseppe Messina, storico fondatore del partito in provincia di Caserta, risponde per le rime a Carlo Scalera (“Anch'io ho un brutto carattere, ma preferirei essere giudicato per quello che faccio”) e al responsabile provinciale Enzo Falco (“Autocriticatevi! L
a gente non vuole neanche sentire che vi si nomini!”)


Sono le risposte che piacciono alla gente. A coloro che stanno soffrendo, giorno e notte, ad infissi “’nserrati” (a dirla con il grande Eduardo di Uomo e galantuomo) e polmoni in apnea.

Giuseppe Messina, valente condottiero di una battaglia senza fine (speriamo nel 22 agosto...), tenace esponente del Comitato Emergenza Rifiuti, fondatore del partito dei Verdi in provincia di Caserta, ha così risposto, senza peli sulla lingua, come è suo apprezzato solito, al portavoce maddalonese e al presidente provinciale del “partito della pace”. Rispettivamente Carlo Scalera e Enzo Falco.

A Scalera

«Sono convinto che certe polemiche non interessino la gente, più attenta alle cose reali che a fatti così lontani dalla quotidianità. Ho letto, tuttavia, la risposta dello stimato Scalera alla lettera di Antonio Roano che critica aspramente il commissariamento della sezione dei Verdi di San Nicola La Strada voluto da Falco, segretario provinciale e mi sono sentito in dovere di intervenire per una serie di ragioni. Primo perchè sono stato fondatore dei Verdi in Terra di Lavoro e, per il clima d’illegalità diffuso, che hanno costretto me e molti altri, prima di andare via, a rivolgerci addirittura alla magistratura per far applicare decisioni unanimi e collegiali stravolte poi da Pecoraro Scanio, il quale ha fatto del partito degli ambientalisti una sorta di proprietà della sua famiglia. In secondo luogo perchè come ambientalista ho partecipato alla stesura del programma di governo della Provincia, ho scritto il patto dei Verdi e delle Associazioni ambientaliste della Provincia, patto sottoscritto dal sig. De Franciscis e completamente disatteso, ignorato e poi tradito da una nuova dirigenza politica della provincia, legittimata da De Franciscis e da una coalizione che ignora il problema politico, rappresentata dalla vecchia DC incarnata dal sig. Menditto e dal suo violino di spalla, avv. Iaselli.
In terzo luogo perchè la decisone di Falco scaturisce da una vicenda, quella di Lo Uttaro, che mi vede impegnato insieme a Roano e qualche migliaia di persone normali che vorrebbero legalità, trasparenza, ambiente integro, ecc.

Occorre dire che, con poca onestà intellettuale, Scalera sfugge la questione e fa, come si dice, uno scavalcamento a sinistra parlando dei grandi temi che certo non possono non vederci d'accordo. Ma parla pure di persone, Roano appunto, manovrate e strumentalizzate, attribuendo a questi una relativa capacità di discernimento e dando un giudizio assolutamente inaccettabile sulla vicenda Lo Uttaro che è prima di tutto una questione di legalità, di salvaguardia della salute pubblica e di ambiente.

Elude il problema, ma un vero ambientalista, tuttavia, si misura prima di tutto sulla capacità di agire localmente in una visione generale della questione "futuro". In Terra di Lavoro l'attuale gruppo dirigente non solo sta dimostrando grande distacco da una vera ipotesi di sviluppo ecosostenibile del territorio ma testimonia nei fatti un attaccamento acritico alle vicende del potere che non aiuta a crescere la nostra società e fornisce un cattivo servizio alla causa ambientalista. Anch'io ho un brutto carattere, com’è noto a tutti, ma preferirei essere giudicato più per il fare che per il dire, per quanto non vedo contraddizione fra quello che dico, quello che penso e quello che faccio. Non mi pare che Roano sia lontano da questo modo di essere, al di là, ripeto, di estremizzazioni verbali legate più all'esasperazione che ad una natura "distruttiva" come afferma Scalera. Non si può non considerare che alla Caiola, così come a Falco, a De Franciscis sin dal primo momento di questa sporca storia, il Comitato Emergenza Rifiuti ha cercato, nello spirito di collaborazione e partecipazione, informato sulla vicenda Lo Uttaro, sulle illegalità di quel sito, sulla strumentalizzazione di funzionari corrotti, sulla pericolosità dell'iniziativa sul piano politico, ecc. Sin dalla sottoscrizione del protocollo d’intesa si sono suggeriti percorsi politici e amministrativi alternativi e che, comunque, avrebbero risolto la cosiddetta emergenza rifiuti. Hanno sempre rifiutato qualunque confronto (si ricorda che lo stesso Petteruti ha votato in consiglio per non far parlare il Comitato) consultazione, ecc. Non hanno mai valutato gli atti e le proposte fornite, rendendosi complici di un vero e proprio attentato alla salute pubblica e a un disastro ambientale annunciato. E ora che la Magistratura (ancora una volta la Magistratura!) ha dato ragione alla società civile, anziché trovare il partito dei Verdi coerentemente schierato dalla parte della ragione, vediamo il suo segretario provinciale, con la mano destra cercare goffamente di appropriarsi del risultato ottenuto e con la mano sinistra epurare chi ha contribuito a svelare l'inganno.
Così non funziona e non si va da nessuna parte. Il partito dei Verdi ha fallito in Italia come in Terra di Lavoro e la soluzione è azzerare tutto e ricominciare daccapo. Non vedo altra soluzione e le prese di posizione di tanti del partito dei Verdi a favore di Roano dovrebbero indurre tutti a qualche riflessione. Ma è pensabile che un Pecoraro, un Falco, un Aveta o una Caiola possano rinnovare i Verdi?».


A Falco

«
Il sig. Falco, nel vano tentativo di dimostrare le sue ragioni per convalidare il commissariamento della sezione dei Verdi di San Nicola La Strada, continua a spostare l’asse dei problemi in due direzioni: da una parte la delegittimazione di Roano e del Comitato Emergenza Rifiuti definendoli “fondamentalisti” (e perché non terroristi? Il passaggio in fondo è breve...) e utilizzando alcuni anche il venticello della calunnia attaccando ora l’uno ora l’altro responsabile della società civile dalla quale Falco prende le distanze. Dall’altro ponendo la cosiddetta questione ambientale di Terra di Lavoro. Vorrei ricordare al fulgido dirigente che i Verdi come le associazioni ambientaliste non solo e da tempo hanno elaborato e prodotto una serie di documenti programmatici su un territorio dove operano ormai da circa trent’anni, ma hanno collaborato alla stessa predisposizione del programma amministrativo provinciale.

Vale la pena a questo punto, ricordare a Falco e a De Franciscis quali erano i primi impegni che il presidente della Provincia avrebbe dovuto realizzare (per carità di patria tralasciamo in questa sede i restanti impegni enucleabili dal resto del programma elettorale e amministrativo) e sottoscritti nel patto con il mondo ambientalista il 28 febbraio 2005 da De Franciscis e da realizzarsi nei primi cento gironi di governo.

1.      Istituire l’ASSESSORATO ALL’AMBIENTE, AL PAESAGGIO E AI BENI CULTURALI con la promozione di atti e azioni che favoriscano lo sviluppo locale sostenibile e la tutela, conservazione, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale, storico, artistico, paesaggistico e ambientale, dotandolo di adeguate strutture amministrative e tecniche;

2.      Istituire, in collaborazione con le associazioni ambientaliste e la SUN, un CENTRO DI DOCUMENTAZIONE, EDUCAZIONE AL PATRIMONIO CULTURALE E FORMAZIONE AMBIENTALE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE, con il compito ulteriore di preparare ogni anno, fra l’altro, il Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia e fornire al Consiglio Provinciale indicazioni prima dell’elaborazione della proposta di bilancio previsionale;

3.      Sottoporre all’approvazione del Consiglio un documento tecnico-amministrativo di indirizzi operativi e vincolanti in materia ambientale, suddiviso per aria, acqua e suolo;

4.       Ristrutturare e riarticolare la COMMISSIONE PROVINCIALE SULLE ILLEGALITÀ AMBIENTALI al fine di favorire in via preventiva anche una verifica delle possibili scelte programmatiche della Giunta e di rilevanza amministrativa attraverso specifici pareri;

5.      Costituire una Consulta Provinciale per l’Ambiente, il Paesaggio e i Beni Culturali e il Territorio, comprendente associazioni di categoria e associazioni ambientaliste riconosciute a livello nazionale effettivamente operanti sul territorio provinciale, con funzioni di organo di consultazione delle Commissioni competenti e della Giunta Provinciale sui temi riguardanti l’ambiente, la tutela, la gestione e la valorizzazione del territorio;

6.      Sviluppare e potenziare il Corpo di Polizia Provinciale aumentando l’organico anche in funzione di quanto stabilito dall’art. 6 della direttiva 92/43/CEE. Poiché spesso i reati ambientali avvengono ad opera di organizzazioni criminose, appare opportuno dotare il Corpo di attrezzature e tecnologie adeguate ad operare un efficace controllo del territorio e a permettere, allo stesso tempo, di perseguire in maniera puntuale gli autori dei reati nella sua qualità di primo presidio territoriale con piena autonomia di servizio. La Provincia potenzierà il servizio per la tutela e il controllo della fauna selvatica nelle aree protette, attribuendo particolari compiti di polizia ecologica;

7.      Favorire l’ingresso di figure adeguate ai compiti della Provincia (laureati in Scienze Ambientali e Conservazione in Beni Culturali, architetti, agronomi e ingegneri), quali portatori di specificità scientifica e professionale nel settore della tutela e valorizzazione ambientale e dei Beni culturali;

8.      Sostenere apertamente la proposta dell’Agenzia Regionale per la Sicurezza Alimentare;

9.      Attivare il metodo della concertazione tra Provincia e Comuni, spingendo per la semplificazione istituzionale e il coordinamento delle scelte comprensoriali.

Sul piano comunale, invece, il sig. Petteruti si era impegnato a realizzare subito, come priorità del programma elettorale prima e amministrativo poi, i seguenti punti:

1.                    realizzazione del Parco dei Monti Tifatini;

2.                    acquisizione dell'area ex‑Macrico e sua destinazione a parco urbano;

3.                     realizzazione di spazi verdi diffusi sia nel centro città che nelle periferie e nei borghi, recuperando un adeguato rapporto verde/abitante;

4.                     redazione del nuovo Piano Urbanistico Comunale, orientato al recupero urbano e all'incremento delle attrezzature pubbliche; il PUC dovrà essere orientato al realistico censimento del fabbisogno abitativo, al fine di evitare consumo speculativo del territorio, e ad una programmazione attenta dell’edilizia sociale;

5.                     completamento dei Piani di recupero;

6.                     salvaguardia dei nuclei più antichi di Caserta Centro, dei Borghi e del patrimonio storico complessivo;

7.                     salvaguardia del patrimonio artistico/monumentale della città, con particolare riguardo alle destinazioni d’uso, escludendo lo sfruttamento speculativo di immobili a vocazione culturale. Esempio tipico il complesso Sant’Agostino;

8.                      chiusura delle attività di cava e dei cementifici mediante una strategia di recupero naturalistico delle aree dimesse;

9.                      organizzazione della raccolta rifiuti differenziata e prevenzione delle disfunzioni dei sistemi di smaltimento, comprensiva delle strutture di emergenza necessarie per evitare l’accumulo dei rifiuti sulle strade;

10.               creazione di un'isola pedonale adeguatamente gestita, condivisa dalle categorie di operatori cittadini;

11.                 promozione di un trasporto pubblico efficiente, con navette, preferibilmente elettriche, puntuali e molto frequenti.


I dirigenti dei Verdi, che appoggiano sia De Franciscis sia Petteruti, comprenderanno subito che gli obiettivi soprariportati se realizzati avrebbero sicuramente avviato un’inversione di marcia e imprimere un’idea diversa di sviluppo per Terra di Lavoro. Quindi un’analisi e una strategia esistono. Comprendiamo le difficoltà ma non l’accondiscendenza, specie quando a sostenerla si pongono illegalità e bugie. La degenerazione dei rapporti e la radicalizzazione della lotta politica, tutta interna a quella parte della società casertana interessata a superare questo situazione di stallo (aldilà degli schieramenti, di fatto superati), stanno nel fatto che sia Petteruti sia De Franciscis, tradendo il mandato e trasformando la dialettica interna nella maggioranza in una vera e propria guerra di posizione, hanno modificato nei fatti programmi e obiettivi politici e, in nome di un frainteso senso della libertà nulla gli alleati dicono sugli impegni mancati come nulla sul fatto che Petteruti in perfetta continuità col sindaco della destra Falco vuol fare di Caserta un grande supermercato (vedi Iperion 2); nulla terzo cementificio della Cacem di Sessa Aurunca, nulla sulla delocalizzazione di Moccia a Pietravairano, nulla sull’inceneritore di Falciano del Massico, nulla sui colletti bianchi diffusamente presenti nelle istituzioni locali, ecc. Ma allora la questione qual è? “Fidatevi dei manovratori che alla fine vedrete il sol dell’avvenire?” Scusate ma perché dovremmo crederci; e se il futuro che intendete realizzare passa dalla discarica di Lo Uttaro, ebbene signori di che cosa stiamo parlando? Non sarebbe il caso di assumere, invece, un atteggiamento autocritico e anziché chiudersi tentare di recuperare un minimo di rapporto con la gente che non vuole sentire neanche che vi si nomini? Oppure la vostra posizione è quella di difendere lo scranno dove sedete?».

Caserta, 18 agosto 2007

Giuseppe Messina