LO “YOUNG DAY” DI SCALERA


Il responsabile provinciale dei Verdi per il lavoro lancia l’interessantissima idea di una giornata dedicata ai giovani, che sia una “grande mobilitazione a favore dell’occupazione giovanile, dell’ambiente e della costruzione di una economia coniugata con l’ecologia”.


Riceviamo e volentieri pubblichiamo, sia per la valenza e l'arguto approfondimento delle argomentazioni che per l’originalità della proposta in esso enunciata, questo interessantissimo articolo di Carlo Scalera, responsabile del settore lavoro in seno alla direzione provinciale dei Verdi:



La nostra Provincia, un tempo terra di lavoro, ma in particolare Maddaloni, Marcianise e Caserta si presentano come città speciali, ovvero, non hanno bisogno di lavoro!
A parte le banche e i centri commerciali non si fa niente per il futuro dei nostri figli e dei vostri figli.
Se non c'è attività lavorativa... Chissà poi a che servono tutti questi Istituti finanziari e questi centri Commerciali.
Mi viene un dubbio, ma forse i nostri cittadini hanno delle ricchezze nascoste?
Mi scervello al punto tale, ovvero non riesco a crearmi una ragione, che persino i comuni, le Asl e la Provincia non hanno bisogno di impiegare i nostri figli, tanto che, preferiscono servirsi dalle agenzie interinali  per fronteggiare alla mancanza di personale, dimenticandosi che esistono i centri per l’impiego che sono Uffici pubblici (e qui si dovrebbe fare un ragionamento molto approfondito, lo faremo un’altra volta).
Facciamo due conti.... se il dipendente preso in fitto, per anni, è sempre lo stesso... se il comune, l’Asl e la Provincia  paga l'agenzia interinale e l'agenzia interinale paga il lavoratore, ovviamente avendo un profitto, significa che il comune, l’Asl e la Provincia pagano di più di quanto avrebbe pagato impiegandolo direttamente, perché mai questo?  Cari disoccupati, politici mi date una risposta, una smentita?
Si e detto e si è fatto, non si è solo parlato,  che qualche Comune, le Aziende Sanitarie Locali di sicuro, la  Provincia hanno chiusO l'ufficio manutenzione o hanno sostituito il personale ausiliario per darlo in convenzione al privato.
Questo che cosa significa ?
Significa che il comune, l’asl e la Provincia non avendo più i suoi dipendenti pagati mensilmente, dovrà pagare ogni tipo di servizio, lavoro, manutenzione alla società, alla cooperativa vincitrice.... che dovrà effettuare il lavoro derivandone un utile, ovvero  un buon profitto. 
Cercando sempre di addurre ragioni ora se il privato impiega legalmente (pagando MENSILMENTE i lavoratori, poi tutte le tasse ...e contributi) come può essere concorrenziale con una struttura pubblica?
Non voglio malignare, ma sono sicuro che  la società, la cooperativa  appaltante, sempre tramite le agenzie interinali, (che bel regalo) sottopaga i nostri figli e riesce, per un certo periodo, ad essere competitiva... poi, una volta che la struttura comunale, l’asl, la Provincia non è più funzionale, si può cominciare a chiedere di più! Non ricordo se già qualcosa del genere è successo dalle nostre parti. Vi devo fare qualche esempio? Ma penso che non ce n’è bisogno.
Non lo so se mi avete seguito in questo ragionamento. Scusatemi, forse mi sono perso... non riesco a venirne a capo... perché il comune, l’asl, la provincia non impiega direttamente questi lavoratori e non si è servito del Centro per l’impiego CHE NON DEVE   REMUNERARE...?
A questo punto è usuale che la sparizione del lavoro fisso viene oggi sormontata da una nuova massa di cambiamenti sociali di grande portata, fino ad assumere nella nostra Provincia di Caserta connotazioni non ancora note e segnare alcune controtendenze.
Primi fra tutte, l’esaurimento del lavoro come “diritto” garantito a tutti; ma anche il nonsenso di una vita lavorativa in cui l’aumento della precarizzazione e quello dell’impegno temporale sembrano destinati a procedere sempre più spesso di pari passo, in una spirale perversa che finisce paradossalmente per affliggere soprattutto laureati e “lavoratori della cultura”, cioè proprio i settori professionali a più elevata specializzazione.
Di fatto, le risposte del mercato del lavoro, un tempo mondo del lavoro, alle provocazioni della modernità registrano caratteri di modesta evoluzione e, in qualche caso, di blocco. Ed è impossibile non chiamare in causa lo scarso sviluppo, l’arretratezza, l’oscurantismo  nel processo di formazione del nostro sistema politico, economico e anche universitario di fronte alla domanda di realizzazione che proviene dai saperi giovanili. A tutto questo si aggiunge una crisi persino più profonda: la progressiva precarizzazione del lavoro, che sembra quasi configurarsi come una espressione alterata e degenerativa della nostra società.
Serve una grande giornata dedicata ai giovani, un vero e proprio Young Day - visto che ormai usiamo i termini all’americana. Abbiamo già avuto il Family Day, mai io credo che il vero Family Day potrebbe essere quello dove le famiglie chiedono ciò che gli interessa di più, e cioè che i giovani possano avere un lavoro duraturo e sicuro.
Perché le vere famiglie italiane non sono quelle che si oppongono ai diritti dei conniventi, ma quelle che con vero amore e generosità pensano ai propri figli ed al superamento del precariato.
Creamo una grande mobilitazione a favore dei giovani, dell’ambiente, dell’innovazione; che chieda di investire sugli ecolavori, sul rilancio dell’energia solare, sulla costruzione di una economia che sia coniugata con l’ecologia.
Dobbiamo chiamare i quattro milioni di precari – che sono soprattutto giovani – a questo grande momento di mobilitazione per far sapere all’Italia che c’è questa grande area dell’arcobaleno che davvero vuole far sentire la sua voce.

Carlo Scalera,
responsabile provinciale dei Verdi per il lavoro