“ED ORA, SVUOTIAMOLO!!!”

Lo Uttaro, una storia infinita. Chiuso il sito, ora c’è da lottare per la bonifica. Assemblea pubblica alla Rotonda. Ricompare lo spettro di una discarica “sorella” a pochi passi dall’Ecomostro...

Indetta dal ComER, si terrà lunedi 26 novembre, alle ore 19, nella sala parrocchiale della chiesa di Santa Maria della Pietà alla Rotonda, un’assemblea pubblica con i cittadini, le associazioni e i rappresentanti politici (mah!...ma che ci fa ‘sta gente? –ndnc) per un aggiornamento sugli ultimi avvenimenti riguardanti Lo Uttaro e per promuovere ulteriori iniziative a difesa della salute e dell’ambiente.

Ecco il testo del volantino diffuso dai promotori:

«SVUOTIAMO LO UTTARO
Abbiamo vinto una battaglia, non ancora la guerra.
La discarica Lo Uttaro è stata chiusa dalla magistratura a seguito delle lotte e delle
denunce dei cittadini e del Comitato Emergenza Rifiuti. Non avevamo trovato ascolto né  tra gli amministratori politici né da parte degli organi di prefettura. Eppure di prove ne avevamo fornite ripetutamente.
Purtroppo non è finita. I danni all’ambiente e alla popolazione continueranno a tempo indeterminato se non si rimedierà alle colpe e agli errori che hanno segnato l’apertura e il funzionamento della discarica. E resta da risolvere il problema dei nuovi rifiuti. Certamente non devono restare nelle strade e non devono essere concentrati in luoghi scelti a caso, accanto a popolazioni condannate a sopravvivere da schifo e a contare prossimamente i morti da inquinamento. Il Comitato Emergenza Rifiuti da tempo ha elaborato proposte concrete per una soluzione. Qualcuno ora le ascolterà?
Il marcio non sta solo nella discarica ma anche in qualche stanza del potere. Al palazzo della Provincia era stato arrestato, a giugno, il direttore generale Anthony Acconcia, per corruzione e turbativa d’asta. Ora sono nei guai con la giustizia, questa volta proprio per Lo Uttaro, due dirigenti voluti dal presidente De Franciscis. Uno è Antonio Limatola, direttore dell’Acsa CE3, che gestiva la discarica, l’altro è Alfonso Pirone, prelevato dalla Regione e assunto direttamente come dirigente nel settore ambiente della Provincia. Sono indagati per gravi reati concernenti lo scempio del territorio e dell’ambiente. Hanno ricevuto avvisi di garanzia per la discarica anche Pasquale Moschella (responsabile del CDR di Santa Maria), il vice prefetto Emilia Tarantino (nella qualità di commissario dell’Acsa CE3), Claudio De Biasio, Paola Pignalosa e Manuela Totaro (struttura commissariale), Francesco Del Piano e Vincenzo Musto (funzionari ARPAC), Aniello Mastropietro (titolare della vecchia discarica), Giovanni Giannini e Giuseppe D'Inverno (il titolare dell'azienda appaltatrice per la realizzazione e l’adeguamento della discarica e un subappaltatore). A tutt’oggi le sostanze tossiche sversate nella discarica criminale a Lo Uttaro e migliaia di litri di percolato stanno tracimando e stanno inquinando la falda acquifera, contaminando terreni dove cresce frutta e verdura e dove pascolano animali da carne a da latte. È fondamentale procedere immediatamente allo svuotamento dell’invaso e a una seria opera di bonifica per la zona. Lo hanno evidenziato sia la sentenza emessa dal Tribunale di Napoli che i giudici di Santa Maria Capua Vetere.
Bisogna inoltre mantenere la massima attenzione per evitare che a qualcuno venga in mente di utilizzare per i rifiuti la cava Mastroianni, adiacente alla discarica sequestrata. Per un’area già così inquinata e vicina alle case sarebbe una follia. Significherebbe una condanna a gravi problemi di salute per la popolazione residente. La stessa popolazione che quest’estate ha dovuto sopportare la persecuzione e i rischi della Grande Puzza e che non ha visto compiute le pur promesse bonifiche dei siti di trasferenza e di stoccaggio. RESISTERE RESISTERE RESISTERE»