“SPIETATO, CLIENTELISTA E ...NARCISISTA”


L’ex parlamentare Tanzarella non lesina critiche alla politica di De Franciscis: “Indifferente di fronte al disastro Lo Uttaro. Condannato dai cittadini e dalla storia!”


Dura e circostanziata”, così è definita da Antonio Roano la lettera che il prof. Sergio Tanzarella (
nella foto), noto personaggio della politica casertana, docente di Storia della Chiesa presso la Pontificia facoltà teologica di Napoli, ha indirizzato al presidente della Provincia, Alessandro De Franciscis.
Condivido in pieno  -ha detto il leader dei Verdi sannicolesi e del comitato contro Lo Uttaro-  il pensiero di una persona che si è sempre distinta per la sua probità e la sua assoluta trasparenza. Noi siamo con lui e con tutti coloro che intendono la politica come servizio e non come clientela e scambio di favori, vizio che ha ridotto la nostra regione ad essere schiava di collusioni tra politica, camorra e imprenditori senza scrupoli”.
Eccone il contenuto integrale:

«Ben volentieri mi sarei evitato il compito di scriverLe una lettera pubblica, ma la gravissima condizione in cui Lei e i partiti che Le sono sodali avete posto questa Provincia e la città di Caserta esige una parola di ammonizione e condanna. Una parola che si coniuga ad un tempo con una esigenza che apparirà a Lei e alla Sua concezione della politica come estranea e inusuale: giustizia e questione morale. Giustizia per coloro che sono stati traditi da una politica spietata come la Sua, una politica che ha anteposto il potere e il consenso alla dignità, alla salute e alla felicità degli esseri umani. O la politica si riconosce questo compito prioritario o rischia di accettare ogni mezzo per alimentarsi e autoriprodursi affermando come necessarie quelle presunte “leggi assolute” della politica con le quali si pretende di giustificare ogni male. Le scrivo quindi non per questioni personali ma per la responsabilità civile che dovrebbe impegnare ogni singolo cittadino.  
Come se non fosse già grave l’amorale politica attuata in questi anni dal presidente della Regione Bassolino, ogni speranza di trasformazione sociale e partecipazione politica è naufragata miseramente in questi anni della Sua amministrazione provinciale. Le nomine negli Enti gestiti dalla Provincia hanno continuato a seguire le regole del clientelismo come nel passato: incarichi affidati a benemerenze elettorali o a portatori di voti invece di competenze professionali o riconosciuta moralità. I nomi dei consiglieri e dei presidenti - lautissimamente retribuiti - di questi Enti non hanno bisogno di commenti! La nomina del direttore generale della Provincia è stata realizzata con un bando scandaloso quanto i titoli del vincitore: un semplice diplomato, Suo amico, del tutto digiuno di diritto amministrativo e privo di qualsiasi competenza, ma certo ben preparato nella gestione degli affari e che - come è noto - è oggi sotto inchiesta per gravissimi reati relativi all’alta funzione ricoperta. Dopo il suo arresto Lei non solo non ha fatto pubblica ammenda, ma non ha smontato la struttura dirigenziale dell’Ente affidata ad alcuni funzionari - tra cui dei distaccati presso la Provincia - non poco chiacchierati, ma l’ha addirittura rafforzata riconoscendo a costoro - in alcuni casi - poteri decisionali superiori agli stessi Assessori e mortificando le competenze dei tanti dipendenti onesti e operosi. E che dire poi dello spreco? Della prodiga gestione delle consulenze? Oppure della sagra dell’effimero iniziata con centinaia di migliaia di euro scialacquati per l’anniversario della ricostituzione della Provincia e continuata con la promozione di attività sottoculturali come la “Mostra sulle mogli dei presidenti della Repubblica” o la costosa rivista di propaganda - La Provincia nuova di Terra di lavoro - stampata coi soldi dei cittadini (nel numero di dicembre vi sono 9 Sue foto nelle prime 12 pagine!!!) per promuovere la Sua immagine? Come giustificare, infine, le sempre più ridotte risorse destinate alle politiche sociali?
All’inazione amministrativa diretta si accompagna la Sua assidua attività politica di occhiuto controllo e influenza su strutture locali come le Aziende Sanitarie e l’azienda Ospedaliera cittadina gestita da ossequiosi servitori Suoi, di Mastella, di Bassolino, di De Mita. Sempre gli stessi nomi dei padroni della vita e della salute dei cittadini e che ora hanno elaborato un vergognoso Piano Sanitario che moltiplicherà soltanto incarichi e benefici personali. Sempre gli stessi nomi che gestiscono un potere immenso per il loro solo tornaconto: di partito, di corrente, di voti ma ai quali non interessa in alcun modo la sorte dei malati o la prevenzione in una Provincia e in una Regione con tassi elevatissimi di tumori e altre gravi patologie provocate da un inquinamento sistemico e forse irreversibile. Come è scandaloso e ridicolo dinnanzi a questo disastro ambientale sentirLa parlare di vocazione turistica della Provincia, di prodotti agroalimentari pregiati e di eccellenze.        
Agli inizi degli anni ’90 Lei, insieme ad altri rappresentanti delle associazioni ecclesiali della diocesi di Caserta, indirizzò una lettera ai casertani perché prendessero coscienza del danno morale e ambientale che la politica del tempo stava producendo. Oggi devo riconoscere che quell’allarme, errato per difetto, è stato ampiamente superato dalla Sua azione che ha posto la città in una condizione di morte. Io non ho autorità per chiederLe dimissioni né la cosa mi interessa - questa richiesta dovrebbero farglieLa tutti i consiglieri provinciali che hanno retta coscienza - ma come cittadino ho il diritto di chiederLe a nome dei tanti condannati a morte di questa città un atto di ammissione di colpa, di grave colpa nell’aver sostenuto l’apertura della discarica de “Lo Uttaro” in un’area abitata da 200.000 cittadini e nell’essere restato insensibile agli appelli e alle denunce di chi le segnalava l’errore compiuto e la gestione illegale della discarica. Ricorderà l’accorato testo del manifesto del vescovo Nogaro, le innumerevoli segnalazioni dei consulenti del Comitato contro la discarica, le proteste dei cittadini per la nauseante e vomitevole puzza che si è diffusa in una superficie di molti chilometri quadrati.
Signor presidente De Franciscis, non occorreva l’intervento della Magistratura per stabilire che quella discarica era illegale e non poteva essere realizzata: parlavano da sole già le carte. E da esse era facile prevedere la catastrofe ambientale irreversibile che avrebbe procurato senza risolvere in nulla il problema dei rifiuti. Lei ha favorito l’apertura di una discarica sopra un’altra discarica già piena di rifiuti pericolosi, omettendo il controllo ha permesso che si sversassero a “Lo Uttaro” sostanze altamente tossiche, che i rifiuti conferiti fossero di tipo completamente differente da quelli stabiliti, che la falda acquifera fosse raggiunta da sostanze tossiche e percolato. Lei è rimasto indifferente a qualsiasi appello, richiamo, segnalazione, documentazione fotografica relativa a quanto si stava verificando! Lei aveva un potere enorme e lo ha usato nel modo peggiore possibile.        
Ricordando che Lei un tempo è stato un esponente della corrente di Cirino Pomicino non mi meraviglia questa sua concezione del potere come dominio e come onnipotenza. Lei resta coerente a colui che fu Suo maestro e protettore. Lei così ha confuso i principi di una Repubblica con una monarchia assoluta, dimostrando di conoscere solo le regole del privilegio di casta. E’ il caso che Le rammenti che la nobiltà è stata abolita con la Costituzione del 1948.
Ma mi meraviglia e sconcerta il silenzio di Caserta e della Provincia tutta: un sottosegretario e una decina di parlamentari che tacciono compatti di fronte a “Lo Uttaro”, partiti vecchi e nuovi che accettano che la politica possa essere ancora ridotta a clientela e comparaggio, sindacati che trovano normale la sarabanda di inaugurazioni di centri commerciali miseramente camuffati con sviluppo e ricchezza diffusa, cittadini rassegnati a far da sudditi e spettatori e gli onesti di tutti i partiti che restano inerti. Signor presidente De Franciscis, Lei potrà anche continuare in questa dissennata gestione del potere a qualsiasi prezzo e nella Sua corsa a nuovi incarichi di questo nuovo-vecchissimo Partito Democratico già avvezzo ai clientelismi, ai tesseramenti forzosi, all’assenza di democrazia, al vuoto culturale, Lei potrà continuare a calpestare i diritti, farsi forte della diffusa ignoranza e omertà e non tenere in alcun conto il mio dissenso di semplice cittadino, ma sappia che dinnanzi alla sfiducia nella politica che Lei sta causando, all’ulteriore dissolvimento della moralità civile e alla catastrofe de “Lo Uttaro” che Lei ha provocato la Storia di ieri l’ha già condannata». 

Sergio Tanzarella è un ex parlamentare dell’Ulivo... Un motivo in più per confermare, per quanto ce ne fosse bisogno, che quella in corso è una fase molto particolare della nostra storia...