DA CARDITELLO A FERRANDELLE

Un allucinante viaggio di Antonio Roano...

 

«Non ero mai stato da queste parti ed ho colto l’occasione domenica 3 febbraio per fare una visita in loco e per portare la solidarietà e dichiarare la disponibilità del ComEr della conurbazione casertana a supportare le iniziative legali e ambientali degli abitanti di Santa Maria la Fossa e dei comuni limitrofi.
Siamo partiti da San Nicola la Strada e ci siamo diretti verso Santa Maria la Fossa.  Siamo transitati dalla Reggia di Carditello, che io non avevo mai visto da vicino.Sono reduce da un viaggio a Vienna di pochi giorni, durante il quale ho visitato la famosa reggia estiva di Schonbrunn. Ebbene, trovandomi al cospetto della reggia di Carditello ho avuto l’impressione, come a Vienna, di fare un tuffo nel passato. Ma quanta differenza!
In Austria tutto era tenuto perfettamente pulito, c’erano le visite guidate nelle stanze e perfino dei concerti serali di musica classica. Il tutto porta fama e ricchezza agli abitanti della città.
Qui, in provincia di Caserta, lo stato di abbandono totale era evidente. Nella parte posteriore dell’edificio, immediatamente al di fuori del muro di cinta, erano presenti ammassi di rifiuti speciali, guaine di cavi di rame sottratti probabilmente in modo illegale, residui di vernici e materiale da costruzione, parti di carrozzeria di auto abbandonate, copertoni di auto e camion; sullo sfondo la Reggia di Carditello. Nei boschetti adiacenti altri accumuli di rifiuti. Un tratto del muro di cinta, inoltre, risultava caduto, probabilmente a causa di un incidente d’auto, e da quel varco era possibile entrare indisturbati nel complesso abbandonato, dove la ristrutturazione della sola parte centrale è costata allo Stato centinaia di migliaia di euro, andati sprecati a causa degli atti vandalici compiuti da ignoti. Che pena vedere gli obelischi ed il tempietto in completo abbandono nell’area che una volta era stata uno splendido giardino, ora coperta da erbacce,
Ci lamentiamo perché i nostri giovani non trovano lavoro e poi non sfruttiamo le incredibili occasioni che il nostro meraviglioso territorio e la nostra storia ci offre. Pensate solo per un attimo ad un complesso tenuto a lustro, alle visite guidate ed ai soldi che se ne potrebbero ricavare direttamente e tramite un indotto turistico alberghiero che potrebbe coinvolgere in visite guidate le persone alla visita di tutti i siti borbonici, comprendenti la Reggia di Caserta, il Belvedere di San Leucio, le antiche seterie, il borgo medievale di Caserta Vecchia e il Real Sito di Carditello.
I nostri politici, invece di incentivare il turismo e l’occupazione preferiscono, purtroppo, che la nostra regione sia famosa per altri motivi. Ho incontrato all’aeroporto di Vienna degli studenti peruviani di Lima, i quali, sentendo che venivo dalla Campania, mi hanno detto: “Ah, venite da Napoli, dove c’è il problema della spazzatura per strada!”. Come siamo caduti in basso! Non siamo noti per la nostra storia millenaria, per la nostra archeologia, per i nostri meravigliosi paesaggi, bensì per la spazzatura che ormai ci sommerge.
Tornando alla visita a Ferrandelle, una volta giunto sul posto, mi è sembrato di vivere in una sorta di incubo ambientale: ogni tanto nelle campagne si scorgevano ammassi di rifiuti, intervallati da allevamenti di bufale. Clemente Carlino, vicesindaco di Grazzanise impegnato in questa dura battaglia in difesa del territorio, mi indicava i vari siti di stoccaggio dei rifiuti: Maruzzella prima e seconda, Parco Saurino primo e secondo, ma io non riuscivo a scorgerli. Alla fine ho capito il perché: erano delle vere e proprie colline che erano ricoperte da uno strato di erba cresciuta spontaneamente. Milioni di tonnellate di rifiuti che infestavano quel tratto di territorio. Come se non bastasse, a poche centinaia di metri, c’erano il sito di stoccaggio delle ecoballe, il centro di compostaggio di San Tammaro in costruzione, oltre al sito individuato per la costruzione dell’inceneritore di Santa Maria la Fossa. Un vero inferno per la salute e la vita delle popolazioni residenti.
Quale logica spartitoria è alle spalle di queste decisioni irresponsabili e che vanno contro qualunque principio di salvaguardia della salute delle popolazioni che invece dovrebbe essere difeso dall’art. 32 della nostra Costituzione?
Si parla dello stanziamento di ben 25 milioni di euro per la costruzione di cinque piazzole dove dovrebbero essere depositati temporaneamente, a detta del commissario, circa 350.000 tonnellate di rifiuti. Chi ha verificato che la spesa, a mio avviso spropositata, sia effettivamente congrua e che nel territorio, come invece mi hanno dichiarato persone del luogo, non ci fossero altri siti già attrezzati o da attrezzare con una spesa infinitamente minore? Eppure il Commissariato di Governo aveva indicato questo sito proprio perché le sue caratteristiche morfologiche lo rendevano naturalmente protetto dalle infiltrazioni nella falda e quindi l’allestimento avrebbe dovuto richiedere una spesa contenuta!
Che fine hanno fatto gli studi del Prof. De Medici che indicavano immensi territori in prossimità di Vallata ma lontani dai centri abitati che sono stati indicati al Governo ed a tutti i Commissari? Tale scelta avrebbe evitato scontri con le popolazioni e avrebbe consentito di superare l’emergenza e di mettere in funzione a  norma gli impianti ex CDR, nonché l’avvio serio di una raccolta differenziata efficiente!
Chi ha interesse a trasformare un banale problema di smaltimento rifiuti risolto senza ambasce in qualunque paese civile in un problema di ordine pubblico in modo da superare qualunque controllo ed evitare o manovrare le gare di appalto?
Fino a quando non daremo una risposta a queste domande e troveremo i responsabili di questo sfacelo, difficilmente il problema dei rifiuti potrà essere risolto nella nostra Regione come ad esempio si fa nelle altre Regioni italiane, anche se la strada verso una gestione più consapevole delle risorse naturali e di un piano per la conservazione del territorio attraverso il programma Rifiuti Zero (vero Paul Connett?) è purtroppo anche in queste ultime ancora molto in là da venire. Antonio Roano, 4 febbraio 2008».