DALLA REGIONE


Fiat Pomigliano, dal dimagrimento al mantenimento

Raffaele Pirozzi
(Dal sito www.notiziesindacali.com per gentile concessione dell’autore)

Lunedì 03 Marzo 2008 riprenderà la produzione dello stabilimento Fiat Auto di Pomigliano d’Arco in seguito ai terminati  corsi di riqualificazione del personale ed agli investimenti per gli impianti ed i servizi.I giornali ne hanno parlato già in maniera entusiasta; ma le cose sono veramente così rosee? Purtroppo la questione  non è così come descritta dai giornali ma permangono i problemi della ricerca e dello sviluppo produttivo, dell’occupazione e della saturazione degli impianti. Si è enfatizzata la spesa di 70 Milioni di Euro da parte della Fiat, a cui aggiungere altri 40 Milioni di Euro per la mancata produzione. Tutti a lodare l’impegno della “casa Torinese” a favore del “Mezzogiorno”. Ma  tutti dimenticano, o fanno finta di dimenticare, che la Fiat aveva sottoscritto nel 2003 un accordo sindacale che prevedeva la spesa di 500 Milioni di Euro per ogni anno a partire dal 2003 e fino al 2007. Questa spesa era finalizzata sia al rilancio produttivo ed occupazionale, che allo Sviluppo ed alla Ricerca da attuare negli stabilimenti  campani . Malgrado le sollecitazioni la “casa Torinese” non ha mai dato risposte sulla mancata spendita di queste somme; tra l’altro  gli interventi del 2008 rappresentano solo 1/20 di quanto concordato con il Sindacato nel lontano 2003. Inoltre, nel corso degli ultimi 2 anni  a Pomigliano d’Arco tra i lavoratori dipendenti –Fiat ed indotto si sono perduti circa 1.300 posti di lavoro che, allo stato attuale, non sono stati rimpiazzati.
A questo bisogna aggiungere le eventuali conseguenze che la produzione della “Bravo” avrà sull’indotto di Pomigliano perché rifornire materiale della “159” è molto diverso dal rifornire materiale della “Bravo”.E’ necessaria dunque  una verifica:  sarà fatta? E quando?
Questa tanto enfatizzata  produzione a Pomigliano d’Arco di parte della “Bravo”  va riportata per quello che è: Parziale risarcimento  della “147” che, come sappiamo, è una vettura in via di dismissione produttiva.I dati parlano chiaro:nel 2007 sono state vendute 94.000 vetture  “Bravo”( di cui il 60% all’estero) e nel 2008 si prevede la vendita di 120.000 vetture con la stessa percentuale di collocazione sul mercato.
I giornali e le Istituzioni prendendo spunto da questa produzione hanno parlato di “distretto industriale “ tra Pomigliano e Cassino”. Bene ha fatto il Sindacato ad essere cauto perché non sono stati definiti le” missioni produttive” dei singoli stabilimenti  e  la produzione di nuovi modelli. Le  istituzioni locali e nazionali sono in grado di impegnare la Fiat convincendola a partecipare  ad un tavolo per sciogliere questi nodi?
Lo stabilimento di Pomigliano d’Arco, dice l’azienda, dovrà produrre 1.000 vetture al giorno; oggi ne produce 660 circa. Sarebbe un salto produttivo pari ad 1/3; notevole e rilevante. Prima di procedere sarebbe opportuno conoscere le ragioni per cui in questi anni questo risultato produttivo seppure previsto non è stato a tutt’oggi raggiunto.
Infine, per quanto concerne il centro di ricerca Elasis, allo stato attuale  l’attività di ricerca e sviluppo dei motori e progettazione di nuovi modelli appare abbastanza slegata dalla produzione  malgrado il centro usufruisca di notevoli finanziamenti pubblici. Sarebbe opportuno approfondire la questione  con una riunione specifica sull’argomento con Fiat, Sindacati ed Istituzioni.
Per queste ragioni è necessario avere dalla Fiat ulteriori chiarimenti per poter esprimere un giudizio motivato ed intanto si dovrebbe lavorare  per:
1°) Definire la missione produttiva per gli stabilimenti campani: quali modelli produrre, con quale sviluppo ed occupazione. E’ necessario che il tavolo annunciato dall’Assessore regionale alle Attività produttive sia realmente operativo per conoscere dalle Istituzioni, dagli industriali locali e dalla Fiat se, e come, è possibile fare un vero distretto industriale ove le aziende locali non sono Fiat-dipendenti  Il modello da seguire è quello Piemontese ed  Emiliano;
2°) Discutere l’organizzazione del lavoro e professionalità in uno con la definizione della  contrattazione di II° livello con il riconoscimento della professionalità acquisita dai lavoratori, un’organizzazione del lavoro dove vi è il rispetto per i lavoratori e per chi li rappresenta ed una contrattazione di II° livello legato alla qualità e produttività con l’applicazione del WEM ( Word Class Maunfacturing);
3°) Migliorare le condizioni di lavoro con l’applicazione del progetto “OCRA” che da Mirafiori si sta diffondendo in tutti gli stabilimenti Fiat;
4°) Riunione specifica tra Istituzioni, Sindacato e Fiat per discutere del centro di ricerca e sviluppo “Elasis” per meglio determinare la missione produttiva del Centro –Ricerca fondamentale non solo per la Fiat bensì per tutta la piccola e media impresa di settore.
Registriamo la disponibilità di tutti a fare fino in fondo la propria parte. La Fiat a questo punto dovrebbe dare, in tempi rapidi, le risposte richieste. Bene ha fatto la CGIL Campana a convocare per il 03/03/08 una riunione con la Fiom regionale e provinciale e con la CGIL di Napoli per fare il punto della situazione.