LO UTTARO UN ANNO DOPO...


Costagliola ricorda l’ “infausto” anniversario dell’apertura della discarica “maledetta”: “Una notte infame che continua grazie ai tanti personaggi inqualificabili che riempiono il panorama cittadino..."


«In una Caserta ancora distratta dalla kermesse elettorale, pochi o forse meglio è dire nessuno, si è accorto dell'infausto anniversario dell'apertura della discarica Lo Uttaro. Una scadenza quella del 24 aprile, che cade in un momento topico dell'emergenza eterna dei rifiuti campana, con munnezza per le strade, con Ferrandelle che sta scoppiando ed il commissario che cerca nuovi siti di rilascio a pochi giorni della scadenza del mandato. Sembra un film già visto con Bertolaso e Pansa, mentre oggi il remake lo fa De Gennaro, un horror di quarta serie che purtroppo ci vede, come casertani, soggetti passivi.
Un anno fa trecento tra poliziotti, finanzieri e carabinieri presero con la forza il sito de Lo Uttaro. Eravamo in poco più di trenta, con donne e vecchi, fummo circondati, prelevati e scortati come prigionieri reduci da una battaglia perduta. La vista di tante forze messe in campo contro una pattuglia di gente disarmata ci lasciò per un attimo orgogliosi. Malgrado il freddo, la stanchezza, la tensione di una notte insonne, l'amarezza della sconfitta, un guizzo di fierezza ci attraversò la schiena. Passammo in mezzo a cordoni di polizia, di blindati, come fossimo dei pericolosi sovversivi e per certi versi lo eravamo e lo siamo, continuando a sacramentare e contestare. Lo Uttaro fu militarizzato per molti mesi, persino il nostro amico Giulio Finotti venne fermato alcune ore, di fatto sequestrato, mentre filmava la strada che porta alla discarica. Dovemmo fare trattative per liberarlo, sempre come nei film di spie (ricordate il check point Charlie, dove si scambiavano i prigionieri a Berlino?). Volevano sequestrargli la videocamera con supremo sprezzo delle libertà fondamentali che dovrebbe garantire la tanto declamata costituzione. Si stabilì all'epoca un vero regime speciale su quel martoriato territorio e fu tentata la criminalizzazione dei dissidenti. Oggi sulla questione c'è un silenzio colpevole dei signori del palazzo che furono oltre che complici, mallevadori in questo misfatto ambientale. Dopo le scuse balbettate da Petteruti e De Franciscis all'indomani del sequestro della magistratura, è calata una cappa di piombo sulle responsabilità del potere politico nostrano. Lo stesso sistema che non è capace di avviare una raccolta differenziata decente, che rifiuta al momento di prendere la responsabilità della provincializzazione del ciclo dei rifiuti. Un potere che quando si muove fa solo danni. Parliamo del 24 aprile, di quella notte infame con poliziotti e puzza, della distruzione del nostro territorio che continua grazie ai tanti personaggi inqualificabili che riempiono il panorama cittadino . Ma parliamo anche di quanti si opposero al misfatto con forza e passione, in pochi per mantenere un impegno d'onore di fronte ad una città che si defilò secondo le "tradizioni" peggiori della storia nostrana. Gli stessi che sono ancora in campo malgrado tutto...».
 

Pasquale Costagliola,
presidente dell’Associazione “Terra Nostra”