LO UTTARO, STORIA INFINITA
L'autorevole pensiero di Antonio Roano: "Siano rispettati gli impegni presi con le popolazioni!"
«Ieri mattina, durante un giro a Caserta per impegni personali, ho approfittato dell’occasione per tastare il polso ai casertani sull’emergenza rifiuti.
La risposta che la maggior parte di essi mi ha dato sulla decisione del governo di individuare ancora una volta la zona Lo Uttaro per lo sversamento dei rifiuti è stata “mica la monnezza può stare per strada, da qualche parte la dovranno mettere”.
Ho capito quindi che il modo di vedere la vicenda rifiuti si intreccia fortemente con le altre emergenze che esistono nel nostro Paese, da quella dell’immigrazione clandestina a quella del lavoro precario, dalla criminalità ordinaria all’emergenza climatica, dall’affollamento delle carceri all’abusivismo edilizio, dall’evasione fiscale al rientro di capitali dall’estero.
Per ognuna di queste situazioni il bombardamento mediatico effettuato dalle TV e dai giornali in mano ai grandi poteri economici, ha avuto lo scopo di creare un clima di forte preoccupazione, quasi di panico. Tale stato mentale offusca le normali capacità cognitive, per cui scatta il meccanismo istintivo di autodifesa che fa accettare qualunque soluzione anche a costo di calpestare le regole democratiche ed il dettato costituzionale che sono le barriere che ci separano da una situazione di regime e di negazione della democrazia.
Qualcuno mi dovrebbe infatti spiegare perchè il cittadino dovrebbe accettare nuove leggi che puntano solo a salvare la tasca di qualcuno a discapito dei veri interessi della comunità quando, semplicemente osservando le leggi ordinarie in vigore è possibile risolvere problemi e situazioni che invece sono artatamente in essere da decenni.
Non potendo discernere di tutte le problematiche esposte, mi soffermo su quella ambientale e di trattamento dei rifiuti, che assurge ad argomento principe in questi giorni.
Che necessità aveva il Governo di emettere un decreto che presenta alti profili di incostituzionalità quando c’erano già soluzioni concrete a portata di mano?
E’ plausibile parlare di intenti collaborativi con la popolazione e poi imporre per legge il segreto di stato e l’equiparazione delle discariche a presidi militari, eliminando del tutto la possibilità di controllo da parte delle popolazioni interessate? Che impostazione è quella che detta un accordo forzato tra il governo e le popolazioni? Che senso democratico ha spostare i procedimenti giudiziari, assegnati come prevede
Stamattina ho chiamato il numero verde 1500, al quale ha risposto una gentile signorina che ha tentato di rassicurarmi chiarendomi che le discariche saranno tutte fatte a norma di legge e per questo non pericolose come quelle illegali gestite dalla camorra.
Quando le ho fatto rilevare che la discarica Mastropietro a Lo Uttaro, pur essendo pubblica è stata chiusa dalla magistratura perché allestita e gestita in spregio della legge, con ingenti sversamenti di rifiuti tossici che hanno inquinato il territorio e le falde e che, proprio a fianco a questa lo stesso Bertolaso, firmatario del Protocollo che istituiva la prima, ha inteso localizzarne un’altra almeno quattro o cinque volte più grande non ha più saputo cosa rispondere.
Come considerare una persona come Bertolaso che firma un documento come il protocollo d’intesa in cui prende degli impegni poi totalmente disattesi (gestione corretta della discarica, bonifica dei siti di trasferenza e stoccaggio esistenti in zona, sversamento dei soli rifiuti della provincia di Caserta) quando in seguito viola anche l’ultimo punto rimasto che è quello di non ubicare più nella zona altri siti di sversamento individuandone uno di enormi dimensioni?
Che pensare quando sono messi agli arresti dalla magistratura molti dei funzionari e dirigenti pubblici che hanno collaborato con Bertolaso nella gestione della emergenza rifiuti e che quindi avrebbero dovuto sorvegliare sulla regolarità delle discariche e sulla salute dei cittadini e che evidentemente non l’hanno fatto, tanto è vero che erano già stati allontanati da De Gennaro?
Come non essere preoccupati quando il decreto parla di sversare nelle nuove queste discariche per Rifiuti Solidi Urbani anche ceneri e fanghi tossici che invece dovrebbero essere smaltiti in discariche speciali con preventivo trattamento?
Facciamo notare al Sottosegretario Bertolaso che tutti sono bravi a trovare soluzioni ma pochi sono quelli che individuano quelle giuste, altrimenti basterebbe dare ordine alla Polizia di ammazzare tutti i disoccupati per trovarci in un Paese con piena occupazione!
Non interessano a nessuno le dispute tra destra e sinistra in cui ognuna delle parti lancia accuse all’altra, come fa l’Onorevole Cosentino rinfacciando al Presidente De Franciscis la colpa della discarica Mastroianni fatta dal suo Governo, costretto a suo dire a far ciò in quanto De Franciscis stesso non avrebbe saputo indicare un’altra cava nella provincia di Caserta.
A noi cittadini interessa solo una cosa: che siano rispettati gli impegni presi con le popolazioni con la sottoscrizione di atti pubblici quali il Protocollo di intesa e le decisioni della magistratura che definisce “a rischio” le popolazioni residenti nei pressi dell’area Lo Uttaro in cui è compresa la località Torrione ove insiste la cava Mastroianni. Se ciò non fosse riterremo Bertolaso, Cosentino, De Franciscis, i Sindaci dei Comuni di Caserta, San Nicola, Maddaloni e San Marco Evangelista e tutti i consiglieri e gli assessori responsabili potenziali dell’inquinamento mortale del nostro territorio e dei decessi che ne potrebbero conseguire».
Antonio Roano, Com.Er. Comitato Emergenza Rifiuti Caserta
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