“NON SI PUO’ FAR FINTA DI NIENTE!”


Giuseppe Messina ribadisce la vitale importanza delle "scoperte" dell'assessore Ganapini...

 
«Le dichiarazioni dell’assessore Ganapini circa le strutture e le attrezzature esistenti, realizzati dal commissariato di governo che avrebbero consentito da almeno sei anni di dire la parola fine alla cosiddetta emergenza rifiuti sono di una tale gravità che non possono essere archiviate in pochi articoli su qualche giornale». Lo afferma il responsabile di Legambiente Caserta, il dr. Giuseppe Messina (nella foto), che sottolinea come «il silenzio della politica e delle istituzioni locali su tale vicenda che continuano a percorrere strade spiegabili solo in un modo non possono lasciarci indifferenti».
«Lo Uttaro»  -continua il pregevole intervento del noto ambientalista- «non si sarebbe dovuta realizzare, Ferrandelle non sarebbe dovuta mai nascere eppure, come se niente fosse, Bertolaso programma e realizza l’allargamento di Ferrandelle e programma la realizzazione di Lo Uttaro 2 nella cava Mastroianni in località Torrione a Caserta. Ganapini ha dimostrato inequivocabilmente che quanto esiste sul territorio, unitamente ai pochi impianti di compostaggio che saranno realizzati (si spera) entro l’anno in Terra di Lavoro, è più che sufficiente per far funzionare il “sistema rifiuti” e il ciclo di recupero del materiale, cui si aggiunge l’imminente realizzazione di un nuovo stabilimento di imballaggio già programmato e finanziato. Non abbiamo bisogno di inceneritori perché in provincia ne abbiamo anche troppi, si pensi ai due cementifici esistenti (gruppo Buzzi e gruppo Caltagirone) come alle due centrali a turbogas dell’ENEL di Maddaloni e Marcianise. Si pensi, inoltre, alle attrezzature e impianti inutilizzati presso il depuratore di Marcianise, ecc. Parco Saurino 3 va, quindi, attivato subito, senza ritardi o invenzione di problematiche inesistenti, così come gli impianti di compostaggio di San Tammaro e Santa Maria Capua Vetere vanno attivati nel più breve tempo possibile. Le “scoperte” di Ganapini richiedono con urgenza un intervento deciso della magistratura penale e contabile ed il mondo politico e istituzionale (dell’uno e l’altro schieramento) della nostra provincia non può far finta di niente. Il loro silenzio non potrà che essere interpretato in un solo modo. Connivenza e mediazione finanziaria. Occorre che facciano la loro parte a tutti i livelli politici e istituzioni. Spetta alla Provincia, unitamente alla Regione, mettere attorno ad un tavolo stakeholder, imprenditori locali, sindacati e amministratori per programmare l’uso dell’esistente in un quadro di gestione nuova che superi i consorzi ma che dia certezza di credibilità e affidabilità in un progetto industriale condiviso e serio. Ci sono le condizioni e la presenza di un assessore regionale all’ambiente di tale portata costituisce la garanzia per un simile percorso. Esistono gravi problemi in ordine alla logistica, così come al governo e all’uso delle risorse. Ma il contrasto alla camorra e al malaffare istituzionale, così platealmente dimostrato da un servitore dello stato, si realizza solo riuscendo a mettere insieme quanto di meglio questo territorio riesce ad offrire.

Siamo convinti che sulle “scoperte” di Ganapini siamo appena all’inizio, così come siamo consapevoli che la cosiddetta “emergenza rifiuti” altro non è che un grande affare giocato sulla pelle della gente campana, del suo territorio e del suo ambiente in un quadro di risistemazione e ricollocazione di grandi gruppi industriali nazionali ed esteri che hanno trovato in Campania il “pabulum” adatto, grazie ad una classe politica inerme e incapace quando non complice, per sviluppare lo scontro e ridisegnare sul mercato dei rifiuti chi deve fare e cosa. Non abbiamo bisogno di mediatori finanziari, ma di amministratori che, guardando al bene comune, abbiano il coraggio di andare avanti per realizzare un programma e una strategia condivisi. Su questo terreno non saranno soli. In questa direzione le associazioni, i movimenti e la stessa chiesa cattolica non possono farsi distrarre. Parco Saurino 3 va aperta ora e non abbiamo bisogno di nuove discariche, ma della consapevolezza che la soluzione esiste non tra 30 mesi ma tra tre giorni e quanto denunciato dall’assessore Ganapini non deve cadere nell’interessato dimenticatoio alimentato da colletti bianchi, comunicatori, politici e amministratori deviati, corrotti e interessati. Circa i comunicatori poi, sorge il legittimo sospetto ad incominciare dall'avanguardia della RAI ai settimanali di punta (leggete quello che scrive Pansa su l'Espreso di questa settimana). Questa gente o non ha capito nulla oppure...».