LA PESANTE EREDITÀ DELLA SACE


Ultimo atto di una sconsolata vicenda durata un quarto di secolo...

 

«All’Ispettorato del Lavoro di Caserta venerdì 27 giugno si è consumato l’ultimo atto di una sconsolata e lunga vicenda durata quasi 25 anni: la gestione dei servizi di igiene urbana della città di Caserta. Contrariamente a come era indicato nei precedenti atti di gara, l’ing. De Crescenzo, ex dirigente del comune di Caserta (speriamo che torni), aveva, infatti, stabilito non il numero di personale da adibire ai servizi ma una cifra massima, sotto forma di canone mensile, attraverso il quale l’azienda dovrà garantire quanto stabilito nel contratto e nel progetto offerta in ordine ai servizi di pulizia della città e della raccolta differenziata con il sistema del porta a porta. Vi è anche da ricordare che, allo stato, in Italia, il rapporto popolazione/addetto ai servizi di igiene urbana è di 1 a 1000. A Caserta è di oltre 2 per ogni mille abitanti (dichiarati dalla Sace 175 unità lavorative e almeno altri 30 con contratto precario, su una popolazione di meno di 80.000 abitanti). L’eredità che lascia la SACE è pesante: nessuna cultura imprenditoriale, nessuna crescita sul piano qualitativo del personale, un nugolo di “dirigenti” e impiegati; nessun corso di formazione e/o aggiornamento del personale addetto, scarsa capacità di relazionare con il territorio, nessun servizio all’utenza per facilitare le buone pratiche per la raccolta dei materiali; impianti, macchinari e attrezzature che scontano oltre alla vetustà una gravissima carenza di manutenzione ordinaria e straordinaria. A tutto questo si aggiunge la presenza pervasiva nel settore di forze estranee al mondo del lavoro e più attente al controllo del territorio. Noti sono i casi, più volte riportate dalla stampa, di danneggiamenti agli automezzi, macchine operatrici stranamente scomparse o distrutte e agli automezzi del personale comunale preposto ai controlli incendiate o danneggiate, personale confinato a ruoli impropri o addirittura licenziato se “remavano contro l’andazzo”. Un clima pesante in un contesto territoriale difficile e nel quale, grazie alla nuova dirigenza del comune si era avviato un timido processo di rinnovamento e trasparenza. Tutto ciò allo stato si è interrotto e la città sconta ingiustificati e colpevoli ritardi nell’avvio della raccolta differenziata (nonostante i proclami dell’assessore), che va avanti solamente e in modo limitato grazie all’impegno della società civile nelle varie parrocchie cittadine. La situazione della gestione del personale è talmente degenerata da aver costretto, e bene ha fatto, l’assessore all’ambiente a presentare denuncia all’autorità giudiziaria affinché si faccia chiarezza sia sul numero, sia sulle mansioni, sia sui livelli professionali attribuiti, sia sulla presenza diffusa di nuclei familiari che, pare, hanno avuto la possibilità di “sistemare” mogli, figli, nipoti, fidanzati o giù di lì con grave pregiudizio alle casse comunali e all’utenza. Le regole del nuovo appalto hanno posto fine a questa situazione. Di tanto la città è grata all’ing. De Crescenzo.

La SABA, l’azienda – unica partecipante! - che ha vinto la gara per i servizi di igiene urbana per i prossimi 5 anni, con 59 milioni di euro dovrà assicurare i servizi di igiene urbana di questa città a partire dalla raccolta differenziata con il sistema del porta a porta e superare e far dimenticare la pesante eredità lasciata dalla società dell’ing. Pagano. Non sarà facile visto il livello complessivo di degrado e di problemi irrisolti sul territorio in termini di organizzazione (si pensi alla mancata realizzazione delle isole ecologiche, o alla persistente mancanza di un dirigente nel settore ecologia, o all’addestramento e aggiornamento del personale comunale – pochissimi dipendenti - incaricato al controllo dell’appalto più importante e oneroso del comune), di competenze e capacità di leggere il territorio nella sua complessità e divenire. Tutto questo e altro ancora costituiranno i problemi prossimi per il servizio che si appresta ad iniziare. Il clima di disagio manifestato all’Ispettorato del Lavoro e fuori del Palazzo tra il personale (ci saranno altre rappresentazioni in altri palazzi) è un chiaro segnale che occorre mano ferma nella scelta dei dipendenti che dovranno assicurare il servizio in città e si spera non in una sanatoria ma in una dura selezione in cui onestà, competenza e professionalità costituiscano i capisaldi per azzerare un passato e guardare con cauto ottimismo al futuro».


articolo di Giuseppe Messina, Legambiente