Quale futuro per la differenziata?


E' ormai da sei mesi che l'amministrazione di San Nicola si rimpalla il problema della individuazione del luogo dove creare l'isola ecologica, importantissimo perno per una seria attuazione della raccolta differenziata.
Possibile che a San Nicola non si riescano ad individuare uno o più luoghi dove, come prevede la legge, si possa effettuare la separazione all'origine dei rifiuti in modo da premiare il cittadino virtuoso accreditandogli le quote differenziate e scalandole dalla iniqua e odiosa tassa sulla raccolta dei rifiuti solidi urbani che a San Nicola è tra le più alte d'Italia?
Come spiega questa amministrazione che prima della creazione dell'Unione dei Comuni il costo per la raccolta dei Rifiuti Solidi Urbani era pari a circa un terzo di quello attuale? E' questa la famosa "economia di scala" alla quale si puntava quando si è creato il poco virtuoso Ente?
Con l'odioso risultato che prima si poteva protestare per il disservizio presso gli uffici comunali, mentre ora che le cose non funzionano mai non si sa da chi andare.
E che dire della "ecoballa"  raccontata dall'Amministrazione secondo la quale il Comune sarebbe "obbligato" da una disposizione regionale a praticare una raccolta mista tra porta a porta e cassonetti stradali?
Da quando in qua la Regione si oppone ad amministrazioni che invece vogliono praticare una raccolta integrale porta a porta che è universalmente riconosciuta come quella che da i migliori risultati?
Per non parlare dei due centri di raccolta attualmente esistenti, che prima erano aperti dalle sei alle quindici e da qualche mese vedono invece il loro orario di chiusura anticipato alle dodici.
Il Comitato Emergenza Rifiuti, inoltre, non ha mai visto esaudita la sua richiesta di ottenere i modulari per capire a quanto ammonti il peso del materiale differenziato, dove esso sia trasportato, come venga smaltito e con quali risparmi.
E' solo sciogliendo questi nodi che l'amministrazione mostrerà di avere imboccato la strada giusta, prima che i cittadini siano costretti a far fronte ancora una volta con le proprie tasche alle immancabili multe che graveranno sulle casse comunali in quanto la legge prevede obiettivi di differenziazione ben definiti e scaglionati progressivamente nel tempo, pena l'aggravio di costo per tonnellata di materiale indifferenziato smaltito in discarica.
Vogliamo realmente avere il triste primato dell'incidenza di malattie dovute all'inquinamento dovuto alle famigerate discariche in località  Lo Uttaro e a quello della ipotizzabile Cava Mastroianni in località Torrione, ben cinque volte più grande della Mastropietro e a ridosso di questa, sequestrata per disastro ambientale?
O puntiamo contemporaneamente anche al primato del maggior costo d'Italia per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani a causa di governi locali e nazionali attenti solo ai propri interessi personali invece di risolvere i problemi di coloro che dovrebbero rappresentare?
Antonio Roano (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)
13/7/2008