La grotta del Dio Fronz



 
(foto di Renato Ciaramella)



 


Lettera inviata da Pasquale Fronzino al giornale "Sabato non solo sport" dopo la pubblicazione, avvenuta il 27 settembre, dell'articolo «La "ri"scoperta della "Tana di Mazzamauriello"» a sua volta già pubblicato sul Corriere di San Nicola on line.


La “ri”scoperta della “Tana di Mazzamauriello”

 

PRECISIAMO!

 

 

Ho avuto modo di leggere con una certa sorpresa le inesattezze  diffuse da Nicola Ciaramella, prima sul Corriere di S.Nicola, pagina on line curata dal medesimo e poi attraverso il “Sabato non solo Sport” con l’articolo di NdPinto  del 27 settembre u.s., in merito al tentativo  di accreditare la scoperta dei ruderi in Via Grotta oltre che al sottoscritto anche al di lui fratello, Renato Ciaramella.
E’ vero che la scoperta risale a molti anni fa e non al fortuito caso verificatosi durante i recenti lavori della nascente area mercato, come è stato evidenziato sul “Sabato non solo Sport” ma, è pur vero che  la stessa è da ricondurre ad una sola persona, Pasquale Fronzino.
Difatti, i resti della cisterna e della  vasca del complesso di epoca romana in Via Grotta erano cogniti al sottoscritto già dal lontano 1980 quando, iscritto al Gruppo Archeologico Romano, effettuò le prime perlustrazioni superficiali lungo i decumani e i cardini della campagna sannicolese per il monitoraggio del territorio ai fini dell’inquadramento storico-archeologico. Le ipotesi elaborate dal sottoscritto al momento della ricognizione, circa l’identificazione dei resti di Via Grotta come pertinenze del polo produttivo di una Fattoria o Villa rustica romana ( che  trova in zona la sua contestualizzazione con numerosi altri siti di fattorie disseminati nelle campagne di S.Marco Evangelista – zona Cupa, Mass.Quaranta, Mass.Frossa –, Marcianise -zona Mass. La Pigna- e Maddaloni  che si pongono alla base dell’economia romana quale realtà agricole/abitative votate allo sfruttamento intensivo del territorio), furono segnalate, per il tramite del Prof. Napolitano del Gruppo Archeologico Calatino, ad una archeologa della Soprintendenza di Napoli che al momento stava effettuando una campagna di scavo presso la necropoli di Calatia e che le avvalorò in pieno.

Di contro la scoperta dei ruderi, quale testimonianza di epoca romana risalente alla fine del I° sec. a.c., è fatta risalire, dal Ciaramella, al febbraio del 1988 e non poteva essere altrimenti in quanto è in quest’anno che viene a conoscenza della notizia grazie all’articolo/rivelazione che il sottoscritto pubblica sul nr 3 del periodico “Il Ponte” dato alle stampe appunto nel febbraio del 1988. Nelle note giornalistiche dei giorni scorsi riportate sia sul sito web che sul “Sabato non solo sport” il Ciaramella fa passare l’articolo in questione come la relazione descrittiva della scoperta redatta da suo fratello Renato e dal sottoscritto omettendo,  dolosamente e a ragion veduta,  di riferire che l’articolo/relazione è firmato dal solo Fronzino che è l’autore del  lavoro e della scoperta avvenuta già anni addietro e che  tra le righe dell’articolo non compare alcun riferimento del fratello. Imbevuto di insipida cultura cinematografica, inoltre,  il Ciaramella opera anche  una fantasiosa ricostruzione del momento della “...pericolosa...”  scoperta :”e fu così che in un freddo  mattino di mezzo inverno grazie all’incoscienza di questi due ricercatori...” (sic!). Infine, pur di accreditare la scoperta anche al fratello, continua ad esercitare la manipolazione delle “fonti” quando cita il secondo documento “storico” ritenuto probante per la sua tesi: “L’Itinerario turistico” riportato  dalla “Top Guida” edita nel 1990 dove viene contemplata la presenza dei resti lungo Via Grotta unitamente alla leggenda  ‘e Mazzamauriello. Anche qui il testo dell’elaborato è del Fronzino (l’originale è ancora in mio possesso) mentre a Renato Ciaramella, che in questo caso è tra i collaboratori dell’opera, va ricondotto il  merito delle fotografie a corredo del volumetto.

Il resto è storia recente e vede più soggetti coinvolti nell’opera di salvaguardia tra cui il sottoscritto che, pur costretto in passato a lasciare S.Nicola per motivi di lavoro,  ha sempre seguito con costanza e discrezione il percorso “vitae” di quei pochi resti che a tutt’oggi incarnano l’unica memoria esistente nel sannicolese capace di richiamare vicissitudini storiche legate alla causa di romanizzazione del nostro territorio. Nel 1999 la zona Grotta è interessata dal noto progetto delle lottizzazioni, il sottoscritto preoccupato per la sorte dei resti con una lettera datata 3 giugno  recante in calce il logo  “Cittadini per una S.Nicola migliore”, partecipa al Sindaco Tiscione, e per conoscenza al Soprintendente della Soprintendenza Archeologica delle Province di Napoli e Caserta e all’Associazione Italia Nostra – Sez. di Caserta-,   la presenza  dei ruderi e la certa distruzione degli stessi a seguito del necessario ampliamento della via Grotta previsto dalla lottizzazione. La missiva viene inoltrata anche ad Antonella. Palermo del Corriere di Caserta e a Pasquino Corbelli della Gazzetta di Caserta che nè da notizia il 23 giugno 1999. La  lettera/esposto provoca l’intervento dei tecnici della Soprintendenza e il riconoscimento ufficiale del sito che viene sottoposto a vincolo preventivo costringendo i titolari della lottizzazione  a modificare i progetti presentati; la giornalista Antonella Palermo ne riporta la notizia,  contestualmente alle risultanze del sopralluogo della Soprintendenza, sul Corriere di Caserta in data 10 novembre 1999. Nel 2006, con permesso a costruire nr. 59 datato 12.07.2005 del Comune di S.Nicola la Strada e Nulla Osta della Soprintendenza nr. 3834/05, iniziano, intorno ai resti di Via Grotta, i lavori di costruzione previsti dalla lottizzazione. L’attenzione istituzionale è calata e i lavori procedono senza controllo mettendo in pericolo i resti stessi con l’interramento parziale operato dai mezzi addetti al movimento terra impegnati nello scavo di sbancamento. Con lettera del 13 febbraio 2006, recante in calce il logo “Movimento Cittadino per la difesa del patrimonio storico”, il sottoscritto denuncia lo stato dei fatti alla Soprintendenza per i Beni Archeologici  e al Sindaco di S.Nicola riuscendo a far salvaguardare il sito con la messa in sicurezza mediante recinzioni e delimitazioni.

Finalmente oggi l’Amministrazione locale con la messa in campo del  progetto predisposto dall’UTC per la salvaguardia e la  valorizzazione dei reperti esprime la matura e sentita convinzione che deve assumere il “bene culturale” – considerato nella sua eccezione più ampia del termine- nel tessuto urbano e territoriale del paese. L’azione meritoria dell’Amministrazione si viene a trovare in perfetto allineamento con le tesi espresse in campo specialistico a livello nazionale e internazionale, che riconoscono al “bene culturale” – anche di lieve entità -  un preminente valore di civiltà e rende, ai fini conservativi e gestionali, ogni comunità responsabile di fronte alla società  e alle generazioni future.

Concludendo voglio precisare che queste poche righe vanno lette al di fuori di qualsivoglia logica di tornaconto personale ai fini di un riconoscimento istituzionale (mai chiesto dal sottoscritto nel corso di tutti questi anni) circa la paternità del ritrovamento fortemente invocata in modo scorretto,  invece,  da Nicola Ciaramella tanto da richiamare sul punto gli amministratori di S.Nicola all’onestà, alla serietà e alla correttezza delle informazioni che rilasceranno  al riguardo nelle occasioni “ufficiali” per la presentazione e la promozione del ritrovamento.

Tanto si doveva.

Pasquale Fronzino


Risposta di Nicola Ciaramella pubblicata in data 18 ottobre su "Sabato non solo sport"

La grotta del Dio Fronz

 

 

Sorpresa, delusione, sgomento, amarezza, nausea. Tante sensazioni, tutte insieme e tutte in una volta, non mi era mai capitato di provarle. Tutte, indicibilmente insieme, nel constatare quanta cattiveria ci sia in giro e quanta ne provenga proprio dalle persone che più stimi e che mai avresti pensato invase da cotanta protervia.
Caro Pasquale -e sarà certamente questo il mio primo errore-, ti prego di scusarmi se non mi riesce di usare un tono meno confidenziale. Chi mi conosce sa che aborro le maschere e i toni aulici e distaccati; mi piace essere sempre me stesso. Del resto, mi sembra che ci siamo sempre dati del tu...
L’unica cosa che avresti dovuto fare era dirmi grazie. Grazie per la considerazione che ho sempre avuto di te; grazie perché senza il sottoscritto e tutte le sue pubblicazioni (Il Ponte, Top Guida, Corriere di San Nicola) della tua co-scoperta ne avrebbe parlato, se ce l’hai, soltanto il tuo diario; e grazie perché ho avuto l’idea, a distanza di tanti anni, di riproporre al pubblico i tuoi indiscutibili (!?!) meriti.
Ed invece, ecco la coltellata alle spalle, gesto che non esito a definire di una ripugnanza disumana in un contesto di sincera cordialità nel quale si sono sempre svolti i nostri rapporti. Mai mi sarei atteso di assistere al ridicolo ed indecoroso spettacolo di prosopopea di cui ti sei reso protagonista in questa lettera, nella quale lanci nei confronti del sottoscritto una serie allucinante di ingiurie senza alcun fondamento.

 

Punto primo.
Il tuo senso della “correttezza” (capisci questa parola?) è disarmante. Non ti pare che avresti dovuto indirizzare questa assurda missiva anche al giornale (cioè il mio) che per primo ha pubblicato l’articolo in questione?

 

Punto secondo.
Se, avvezzo all’educazione ed imbevuto di quel pizzichino di umiltà che basta, memore della mia sincera stima, ti fossi degnato di rispondere ad almeno una delle mie numerose mail (che certamente hai letto) in cui ti ho anticipato il contenuto dell’articolo, chiedendoti anche una tua foto recente, avresti certamente già trovato traccia nell’articolo stesso di quelle “novità” di cui parli e che solo tu conosci perché mai nessuno le ha pubblicate. Non mi sarebbe costato assolutamente nulla far sapere alla gente che quei resti della cisterna ti “erano cogniti” già dal lontano 1980...Certo mi sarebbe suonato (e mi suona) molto strano e mi sarei sorpreso (e mi sorprendo) non poco, pur non intaccando la mia fede nelle tue affermazioni, che di tutto ciò nessuna menzione tu abbia fatto nell’articolo su Il Ponte del febbraio 1988 in cui fu annunciata per la prima volta tramite stampa la scoperta dei resti d’epoca romana in Via Grotta...Pur ripetendo legittimi e giustificatissimi “mah!!!” tra me e me, non avrei comunque avuto alcun motivo per passare sotto silenzio le tue ...“prime perlustrazioni superficiali” che poi ...segnalasti ...“per il tramite” di un docente, ad una non meglio identificata archeologa della Soprintendenza di Napoli che, un giorno in cui non si sa se faceva freddo o se il sole spaccava le pietre, stava scavando qualcosa dalle nostre parti...
Solo, naturalmente, che lo avessi saputo. Cosa che solo tu avresti potuto dirmi, non essendoci alcuna fonte di informazione al riguardo...
La cosa, comunque, non cambia di una virgola i fatti esposti nel mio articolo, che parte dal 1988  -non essendoci notizie pubblicate in precedenza- e non fa altro che semplicemente riportare stralci “scannerizzati” di pubblicazioni note a tutti e conservate nella biblioteca comunale.

 

Punto terzo.
Inorridisco alle tue stomachevoli accuse di manipolazione delle fonti. Ma hai inteso bene quello che sta scritto? Hai visto bene tutte le foto? Hai letto e compreso tutte le didascalie? Dove starebbero quelle “manipolazioni” che soltanto una mente esaltata, un uomo in trance travolto da mania di grandezza può scorgere?    
Ti dico io come stanno le cose, caro Pasquale.
Quello che non digerisci, ciò che ti manda in bestia, è che con te, e purtroppo per te, nel 1988, c’era anche mio fratello...Pensavo che foste ancora buoni amici...Mah!
E’ questo il tuo problema. A te forse piaceva Eddy Merckx, l’ “uomo solo al comando”. Purtroppo eri in compagnia di un altro appassionato come te.
Non vedo cosa posso farci io.
Una premessa: Renato ha saputo del mio articolo solo dopo che lo avevo già preparato e al momento ancora non lo ha letto perché non gli interessa più di tanto. Lui gli hobby li ha sempre coltivati con passione e basta. Poco gliene frega di eventuali meriti, anzi è timidissimo e meno si parla di lui meglio è per lui (è fatto così e nessuno può rubargli l’umiltà che lo contraddistingue). Comunque, affidandomi al mio innato senso di correttezza, ho verificato, per quanto già ampiamente documentato, il contenuto dell’articolo. Renato mi ha confermato le visite fatte con te (e molto più spesso anche da solo) per osservare e soprattutto fotografare (conserva tuttora i negativi) la grotta.
Perciò, Pasquale, ...stamme a ssentì...nun fa ‘o restivo, suppuortelo vicino, che te 'mporta? Nun fa
sti pagliacciate...
A proposito, sai che la dottrina si è spaccata in due per suggerire la ridenominazione della “Tana di Mazzamauriello” in vista della prossima inaugurazione dell’area mercatale? Molti avrebbero proposto di chiamarla “La tana di Fronz - Ciaram” in omaggio a Fronzino e Ciaramella al cinquanta per cento, dimezzandone anche i cognomi... Altri, invece, ad ulteriore consacrazione della tua soprannaturale umiltà, sarebbero stati favorevoli a battezzarla “La grotta del Dio Fronz”. Questione di punti di vista.

 

Punto quarto.
Da Totò a Ficarra&Picone. Mi perdonino tutti!
Premetto che
nessun medico mi ha prescritto l’articolo che mi stai “incriminando”. Solo che ho pensato di fare una cosa giusta nei tuoi confronti appena ho avuto sentore che qualche “approfittatore” di turno stava per “fregarsi” la tua scoperta che, senza le mie pubblicazioni, senza soprattutto il mio ultimo intervento, sarebbe rimasta nell’ombra proprio nel momento in cui sta per essere ufficializzata alla cittadinanza.
Ebbene, tengo a “precisarti” più di ogni altra cosa che nessuno di quegli intenti che mi attribuisci mi ha mai animato. Scusami, ma mi viene da ridere pensando ai ...vantaggi che potrebbero derivarmi dall’essere “ufficialmente” il ...fratello dell’esploratore di Mazzamauriello....Scusami, ma mi viene da... ri-ridere...: tu che la cinematografia sai condirla di sale, olio e petrosino, non pensi che se ne potrebbe cavare una gag da suggerire per il prossimo film dei famosi cabarettisti siculi?

Punto quinto.
E’ da apprezzare, e neanche qui avrei avuto motivo di tacerlo (purché tu me ne avessi parlato), il tuo impegno speso in tempi più recenti (dal giugno 1999) per spingere le istituzioni a salvaguardare l’area della “Tana”. Ti faccio solo notare, però, per correttezza ed onestà, e comunque senza nulla toglierti, che esso giunge con notevolissimo ritardo (non come faceva Eddy Merckx) rispetto ad altre iniziative del genere (articoli, rubriche, segnalazioni, servizi fotografici, ecc.) intraprese anni prima dal “Ciaram” e dal sottoscritto, come ampiamente documentato sul Corriere di San Nicola cartaceo (anche questo lo trovi in biblioteca comunale e, all’occorrenza, anche presso l’emeroteca della Soprintendenza ai beni culturali: basta che tu lo legga serenamente, senza farti annebbiare dalla tua, finora...non cognita, arroganza).

 

Punto ultimo.
Nonostante tutto, caro Fronz, ti perdono le esecrande assurdità che hai scritto nella lettera. Io, che sono nostalgicamente legato ai valori umani espressi dalla mia terra natìa, continuerò a considerarti sempre un grande: grande per tutto quello che hai fatto per la tana di mazzamauriello, grande per tutto quello che hai scoperchiato per San Nicola, grande anche per tutte le ridicolaggini che hai trasferito ai posteri con questo tuo grande capolavoro di immodestia e di presunzione.

 

Nicola Ciaramella