TUTTI CONTRO IL C.I.E. !


Convergenza bipartisan degli onorevoli casertani sull’ennesima mortificazione per il nostro territorio


Il solo pensiero che sul viale Carlo III, a pochi passi dalla più bella struttura settecentesca d’Italia, checché ne dicano i savoiardi, possa sorgere un CIE (Centro d’Identificazione ed Espulsione) per gli immigrati clandestini che quotidianamente sbarcano a Lampedusa, ha fatto rizzare i capelli a tutti i parlamentari casertani. In un appello bipartisan, da destra a sinistra, passando per il centro democratico, è stato un “continuum” di dichiarazioni tutte volte a scongiurare questa terribile evenienza. Fra l’altro, sono diversi i motivi che fanno chiedere a tutti di evitare questa nuova ed ulteriore mortificazione per la città di Caserta, per la contigua San Nicola La Strada e, in definitiva, per l’intera provincia. Senza voler dare alcuna patente di primogenitura a chicchessia, bisogna però dare atto al sindaco Angelo Antonio Pascariello di essere stato il primo a lanciare l’allarme ed a scrivere, in primis, al Ministro dell’Interno, e, successivamente, al Ministro Bondi. Le motivazioni addotte sono assolutamente ineccepibili sotto qualsiasi punto di vista e sconsigliano di usare le cosiddette “casermette” per l’accoglienza, l’identificazione e l’espulsione degli immigrati clandestini. La motivazione del Ministro degli Interni, Maroni, che tutte le regioni debbono accogliere un CIE presuppone che tutto vada visto sotto diversi punti di vista, e l’unico che risulta a favore di Maroni e che è l’aeroporto di Capodichino è facilmente raggiungibile. Se così fosse anche un qualsiasi paese vicino agli aeroporti di Fiumicino, Malpensa (tanto caro a Bossi), Torino Caselle, Bari Palese, Verona, Firenze e via discorrendo andrebbero bene. Bisogna, invece, ragionare e qui andiamo nel difficile. Il luogo individuato è posto a poche centinaia di metri dalla bellissima Reggia Vanvitelliana di Caserta, patrimonio internazionale dell’UNESCO (si vuole forse mandare in giro fotografie della Reggia con centro CIE incorporato?). Appare singolare la localizzazione atteso che essa non rispetta alcun vincolo di distanza dagli abitati, che trattasi di una zona sottoposta a vincoli “insormontabili” a costruire o modificare l’esistente, non è idonea allo scopo per la presenza di vecchi edifici in completo abbandono denominati “casermette” assolutamente inadatti ad ospitare persone o servizi. L’esistente, fra l’altro, dovrebbe essere prioritariamente bonificato con la rimozione delle attuali coperture in eternit (amianto), con costi notevolissimi, fermo restando la normativa di tutela paesistica del 18.10.2000 che impedisce qualunque intervento sull’area de quo. Tutto questo al centro di una conurbazione di oltre 300.000 abitanti già provata dall’emergenza rifiuti che ha lasciato sul territorio immense bombe ecologiche quali la tristemente famosa discarica “Lo Uttaro” con la quale prima o poi occorrerà fare i conti in termini di irrinunciabile bonifica. La vicenda del CIE sul viale Carlo III, in definitiva, sarà il vero banco di prova dell’effettiva consistenza, in termini politici, dei parlamentari del centrodestra ora al Governo del Paese, e di quelli del centrosinistra che debbono far vedere al loro elettorato casertano quanto sono in grado di fare. Insomma, si costruisca il CIE da un’altra parte!

NUNZIO DE PINTO