“SIGNOR FRANCESCHINI, STIA ZITTO!”

Lettera aperta di Antonio Paglia


«Gentile Sig. Franceschini, ho seguito, essendo cittadino italiano dal 4 gennaio 1952, giorno della mia nascita, avvenuta a Napoli da genitori italiani da moltissime generazioni, mi sembra, e non vorrei sbagliare, che miei discendenti sono tutti regolarmente italiani. Ho fatto questa precisazione per dirLe, a pieno titolo, che anch’ io posso parlare anche se non mi chiamo come Lei, non vengo dalle fila della Democrazia Cristiana, non scopiazzo libri dalle vicende di Fantozzi (La follia improvvisa di Ignazio Rando), non ho partecipato a convegni o a varie pubblicazioni, non sono avvocato civilista, non sono iscritto al Registro dei revisori Contabili, non sono stato membro effettivo del collegio sindacale dell’ENI s.p.a nei primi tre anni della privatizzazione, non ho curato nessuna rivista edita dal Formez, non sono socio ordinario di nessuna associazione, non sono stato mai presidente dell’Ente Palio di Siena o di Napoli, non sono stato mai capolista della DC a Ferrara ma neanche a Napoli dal 1985 al 1990, non ho diretto nessun mensile “Nuova Politica”, ma cercavo con l’aiuto di mia moglie di risparmiare ed arrivare alla fine del mese e onorare tutte le scadenze. Non sono stato mai nel Partito  Popolare e non ho mai cercato “l’alleanza tra centro e sinistra”, non sono stato sottosegretario nel governo D’Alema, non sono stato mai candidato a Ferrara per l’Ulivo e per la Margherita nelle Marche, mi scusi ma mia moglie ed io soffriamo di allergia. Mi scusi  ancora per la lunga introduzione, ma mi viene spontaneo chiederle: ma Lei che mestiere ha fatto o fa attualmente?  Ho notato però che Lei è stato il vice o il membro o il 2° di una attività politica non ben definita, mi chiedo se Lei abbia calli alle mani o in altra parte del corpo, visto che  questa è la sua biografia che si legge sul suo sito. Veniamo al perché di questa mia. 
Lei in questi giorni probabilmente è stato vittima del gran caldo ed è fortemente stressato. Infatti, ha detto al Direttore di Panorama (settimanale che leggo e, quindi, a me non risulta) che è un dipendente di Berlusconi; probabilmente lei fa confusione con i settimanali L’Espresso e Famiglia Cristiana, a lei particolarmente vicini, tutto questo mentre il suo fido cagnolino, direttore di Repubblica, era con l’acqua alla gola nella trasmissione Ballarò. Prima della presentazione delle liste per le Europee Lei, unitamente al suo cagnolino, ha detto che Berlusconi candidava le veline (cosa rivelatasi falsa), poi la sentenza dell’estremista di sinistra e la distruzione mediatica di una onesta famiglia napoletana.
Ora ha toccato il fondo e ha chiesto agli italiani parlando del Presidente Berlusconi  “fareste educare i vostri figli da quest’ uomo?”.
Io ho l’ultima figlia di 15 anni e Le dico SI. Lei ha giurato sulla Costituzione in maniera teatrale sulle sponde di un fiume quando dal secondo posto è passato al primo come conduttore del PD, io ho giurato fedeltà alla Costituzione nelle mani di un magistrato nel 1975. Non parli di valori perché questo termine pronunciato da Lei diventa offensivo, venga a casa della mia famiglia, il mio cognome è Paglia e anche la mia ultima figlia le saprà spiegare, in maniera molto elementare, e Lei capirà sicuramente, cosa sono i VALORI. Se poi al prossimo congresso del Suo partito resterà senza lavoro venga a Napoli a dare lezione, nei pressi della ferrovia, al gioco delle tre carte o dei campanelli, glielo spiegheranno bene i suoi compagni di merenda Bassolino e la Iervolino, Lei non ha un programma politico ma il suo è di cronaca rosa e giudiziaria. Le chiedo un'ultima cosa: lo faccia per l’umanità, TACCIA!».

Antonio Paglia (*)

(*) Il firmatario di questa “lettera aperta” è Antonio Paglia, padre della Medaglia d’Oro al Valor Militare Gianfranco Paglia (**). Essa è indirizzata, attraverso la stampa (è pubblicata in contemporanea dalla Gazzetta di Caserta a cura di Nunzio De Pinto), all’On. Dario Franceschini, dopo l’attacco diretto (dalla stragrande maggioranza degli italiani giudicato sorprendente e sconcertante) che questi ha rivolto ai familiari del premier Silvio Berlusconi.

(**) Gianfranco Paglia,  scegliendo di entrare nei ranghi dell’Esercito, e nella fattispecie dei paracadutisti della Folgore, mise la sua vita a disposizione del Paese.
Sottotenente paracadutista, ha partecipato alla missione UNOSOM II in Somalia. Nella battaglia del pastificio (Mogadiscio, 2 luglio 1993) è stato gravemente ferito e ha perso l'uso delle gambe. Per il suo comportamento ha ricevuto la medaglia d'oro al valor militare. Nonostante l'invalidità ha continuato a prestare servizio nell'Esercito con i gradi di ufficiale.
Nel 2008 si è presentato alle elezioni politiche per la Camera dei deputati nel collegio Campania 1, risultando eletto per il Popolo della Libertà. È membro della commissione Difesa.
La sua storia ha ispirato la fiction "Le ali", trasmessa su Rai 1 il 9 novembre 2008 (Wikipedia).