Luigi D’Andrea, un eroe che non si dimentica



Trentatre anni fa, il 6 febbraio 1977, si spezzava tragicamente la vita del sannicolese Luigi D’Andrea, Brigadiere di Pubblica Sicurezza, Medaglia d’Oro al valor civile, ucciso nell’adempimento del proprio dovere da uno dei più atroci criminali della storia italiana.



27/9/2009: Nicola Ciaramella parla di Luigi D'Andrea nel corso della cerimonia conclusiva del Premio "Il Sannicolese d'Oro". D'Andrea è tra le nominations votate dal pubblico di San Nicola la Strada per l'assegnazione del "Sannicolese d'Oro alla Memoria".
(cliccare sulla freccetta per vedere il filmato)


Trentatre anni fa, il 6 febbraio 1977, si spezzava tragicamente la vita, nell’adempimento del proprio dovere, di Luigi D’Andrea, Brigadiere di Pubblica Sicurezza, uno degli eroi più amati della storia sannicolese, Medaglia d’Oro al valor civile.
Avrebbe compiuto trentadue anni da lì a pochi mesi; prestava servizio nella polizia stradale di Bergamo. In quella notte che nessuno potrà mai dimenticare egli era di pattuglia con il collega Renato Barborini, giovane Guardia nato nella fredda valorosa provincia di Trento.
I due
stanno percorrendo l'autostrada quando, nei pressi dello svincolo per Dalmine, notano una macchina che procede zigzagando pericolosamente e a fari spenti. Riescono subito a bloccarla con grande destrezza. Pistole alla mano, intimano agli occupanti di scendere con le mani in vista, secondo le tecniche operative tante volte applicate. Nessuno saprà mai cosa si sono detti, quali frasi si sono scambiati Luigi D’Andrea ed il suo giovanissimo collega con le “bestie” che si sono trovate di fronte.
Improvvisamente spunta la calibro 9 di Renato Vallanzasca, uno dei peggiori criminali della storia italiana che negli anni 70 ha attraversato in lungo ed in largo la nostra penisola sporcandone le strade di sangue appartenuto a tanti innocenti. L’intero caricatore di quella maledetta arma viene rovesciato addosso ai due coraggiosi servitori della nostra patria.
Rispondono al fuoco, gli Eroi: ne ammazzano uno che viene abbandonato in mezzo alla strada dagli altri. Nessuna pietà, neanche tra loro. Nuova fuga. Nuovo sangue. Nuove lacrime.
Ogni anno la signora Gabriella Vitali, vedova di Luigi D'Andrea, nell'anniversario della sua morte, mette a disposizione di tutti le foto della scena del crimine. Sono foto crude, impressionanti. Due Angeli riversi a terra, uno accanto all'altro, quasi stretti in un abbraccio fraterno; il berretto d'ordinanza di uno dei due scagliato sul ciglio della strada, l'Aquila dorata spezzata da un colpo di pistola.

(Si ringrazia il sito www.cadutipolizia.it, dalle cui preziose ed esclusive fonti è stato elaborato questo servizio e sono state tratte le foto)


A Luigi D’Andrea sono state intitolate varie caserme di polizia stradale, vie, strutture militari, piazze cittadine.
Così ha fatto tanti anni fa anche la sua San Nicola la Strada, dedicandogli il sontuoso Piazzale che apre sullo stadio e sul bocciodromo comunale. Un omaggio sentito, doveroso ad un suo figlio amatissimo, che il popolo sannicolese ha voluto ricordare, pochi mesi fa, gridando fortemente il suo nome tra i meritevoli del premio “Il Sannicolese d’Oro alla Memoria”.

Ciao, Luigi, lo sai che sono un grande amico di tuo fratello Pinuccio, il grande “Suarez” del calcio sannicolese? Ti vorrò ricordare ogni anno, sempre, fino alla fine dei miei giorni, perché so quanto egli, tutti i tuoi cari e tutti i sannicolesi innamorati dei propri fiori hanno sofferto e soffrono per il tragico destino che ha voluto privarci della tua presenza.

Nicola Ciaramella






Ciao Uomo Grande, Angelo mio!
E’ facile ricordare trent’ anni, quando colmano la distanza da un evento così determinante, da sembrare successo....solo ieri. Come ogni anno, nella mia mente - nei miei occhi - scorrerà la nostra “breve” vita a due (a quattro, per l’esattezza). E ancora il dolore squarterà il mio cuore. Già, il dolore, questa condizione umana dell’anima e del corpo, che non si può svilire a semplice emozione, ma chiede d’essere nobilitata, nelle persone degne almeno, come un dono amaro, capace di dare frutti positivi per la società. Un dono amaro che tuttavia non sa, per questo, attenuare i morsi, né diluirsi nel tempo. Mio amato, oggi gli amici, i colleghi (le nostre Giacche Blu), saranno stretti intorno a me e a due Fiori che mi hai lasciato. A questi amici si sono aggiunti ora tanti rappresentanti di Corpi diversi, che con le loro Divise vogliono testimoniare la fedeltà ad un Credo e ad un Giuramento prestati e consumati nel nome dello Stato, del Cittadino, dell’Uomo. E di questo, della loro presenza qui, oggi, accanto a me e a quanti ti ricordano, non posso che andare fiera. Ti hanno conosciuto attraverso i miei racconti ed hanno compreso..... la tua Statura di Uomo Grande. Sono riuscita a trasmettere loro “Amore”. Continua a riposare, nella mia anima. Ora il tuo posto è li. Prendi per mano Renato (e gli altri Colleghi) e veglia-proteggi, tutti coloro che ancora - nonostante mille difficoltà – continuano in questa Nobile Missione, che era la tua Missione. Qui, su queste pagine, hai (avete) trovato Casa, sei (siete) di nuovo alla luce del giorno. E ci spronate ad imitare la vostra stessa Fede, il vostro stesso Coraggio, il vostro stesso Grande Amore. Ciao, Angelo mio, un bacio.
Gabriella Vitali, vedova di Luigi D'Andrea
(nella foto durante il suo intervento nel 2007 a Milano al XXI Memorial Day istituito per ricordare i Caduti delle Forze dell'Ordine e delle Forze Armate dello Stato)


Varie intitolazioni a Luigi D'Andrea di strade, piazze e caserme in tutta Italia. Sotto, Piazzale D'Andrea a San Nicola la Strada in una foto di qualche anno fa.